Anniversari e Ricorrenze

Alan Turing, colui che vinse la guerra con la matematica

Illustrazione digitale di Francesco Vercesi, studente del Liceo Artistico Volta di Pavia, 2022

Illustrazione digitale di Francesco Vercesi, studente del Liceo Artistico Volta di Pavia, 2022

«Dopo un anno di terapia ormonale imposta dal governo, Alan Turing si suicidò il 7 giugno 1954. Aveva 41 anni. Tra il 1885 e il 1967, circa 49.000 uomini omosessuali sono stati condannati per atti osceni secondo la legge britannica. Nel 2013 la regina Elisabetta II ha elargito a Turing la grazia postuma, onorando le sue imprese senza precedenti. Gli storici stimano che l'aver decifrato Enigma abbia accorciato la guerra di più di due anni, salvando più di 14 milioni di vite. Rimase un segreto governativo per più di cinquant'anni. Il lavoro di Turing ha ispirato generazioni di ricerca in quella che gli scienziati chiamano "La macchina di Turing". Oggi li chiamiamo computer.»

Questa la chiusura del bellissimo e famoso film The Imitation Game, adattamento cinematografico del libro Alan Turing. Storia di un enigma di Andrew Hodges. Il film narra la brillante e al contempo drammatica esistenza di un genio, al quale in vita non è mai stato riconosciuto il merito che gli spettava.

Alan Mathison Turing nacque a Londra 110 anni fa, il 23 giugno 1912. È stato un grande matematico, logico e crittoanalista, pioniere e padre dell’informatica e dell’intelligenza artificiale.

Ciononostante, i primi anni di scuola non furono semplici per lui: poco appassionato delle materie umanistiche, all’epoca ritenute dai professori più rilevanti degli studi scientifici, faticò a ottenere il diploma. Successivamente, però, si laureò in matematica a Cambridge con il massimo dei voti e ottenne il dottorato a Princeton. In quegli anni, scrisse un articolo che descriveva quella che sarebbe poi diventata “la macchina di Turing”, che formalizzò concetti di algoritmo e calcolo, ed è oggi considerata l’antenata del moderno computer.

Alan Turing. Storia di un enigma

Uno dei più grandi geni del Ventesimo secolo, questo è stato Alan Turing. Nato a Londra nel 1912, considerato tra i padri della moderna informatica - spiegò la natura e i limiti teorici delle macchine logiche prima che fosse costruito un solo computer - fu un matematico fuori dal comune. Durante la Seconda guerra mondiale mise le sue straordinarie capacità al servizio dell'Inghilterra.

Ma il più grande successo della sua vita, quello per cui è oggi ricordato come un eroe, è legato a Bletchley Park, dove venne convocato al servizio del Department of Communications inglese. Dal 1939 Bletchley Park vide il più grande gruppo di persone impegnate in operazioni di decriptazione dell’intera storia umana, comprendente non solo matematici, ma crittologi, linguisti, cruciverbisti, campioni di scacchi. Mentre i soldati combattevano sui campi di battaglia, a nord-ovest di Londra si combatteva una guerra parallela, la guerra dei codici, da vincere armati di logica. La sfida era riuscire a decifrare il codice segreto della macchina Enigma, usato per criptare messaggi volti a coordinare le operazioni militari delle forze naziste, altamente complesso in quanto la combinazione che cifrava i messaggi cambiava ogni giorno. Turing intuì che, per stare al passo con Enigma, serviva qualcosa di più della mente umana: riuscì a decriptare i messaggi tedeschi realizzando un’altra macchina, migliorandone una polacca già esistente chiamata “Bombe”.

Si potrebbe pensare che dopo la decriptazione del sistema della macchina Enigma tutto sia stato in discesa: affatto. Alle informazioni ricevute venne conferito il grado di segretezza massimo. “Ultra”, così venne chiamato l’insieme di tutte le conoscenze ottenute dalla decifrazione dei messaggi di Enigma, pose alle autorità un arduo problema etico. Se le informazioni ottenute fossero state utilizzate in modo massiccio per sventare tutti gli attacchi tedeschi, questi ultimi avrebbero capito presto che Enigma era stato decifrato. È dunque stato necessario dosare gli interventi di difesa sulla base dei dati ottenuti, spesso anche sbagliandoli, sacrificando dunque molte vite umane, pur avendo sulla carta le informazioni per risparmiarle. Si è quindi dovuto calcolare e decidere quali azioni intraprendere e quali no, per raggiungere un risultato più alto: non far capire ai tedeschi l’avvenuta decriptazione di Enigma e vincere la guerra, come è poi avvenuto.

Grazie al lavoro di Turing e la sua squadra si stima che, in totale, la guerra venne accorciata di quattro anni, con circa 14 milioni le vite risparmiate.

Finita la guerra, il governo britannico vietò a tutti coloro che avevano preso parte al lavoro di Bletchley Park di parlare o scrivere di quel che era successo in quegli anni. Solamente nel 1974 i servizi segreti inglesi autorizzarono la circolazione di informazioni al riguardo e il lavoro di Turing e della sua squadra poté iniziare a ricevere degno riconoscimento. Purtroppo, molti di loro, compreso Turing, non c’erano già più.

Il ragionamento matematico può essere considerato piuttosto schematicamente come l'esercizio di una combinazione di due capacità, che possiamo chiamare intuizione e ingegnosità

Alan Mathison Turing

Dopo la guerra Turing venne chiamato al National Physical Laboratory a Teddington; lì presentò il progetto di un primo modello di computer, che non venne accolto a causa degli alti costi.

Tornò a Cambridge, spostando i suoi interessi sulla relazione tra macchine e fisiologia e neurologia umana. Nel 1950 pubblicò un articolo sulla rivista Mind, che cominciava così: «Può una macchina pensare?». Il tema dell’articolo è un esperimento che permette di sondare la capacità di una macchina di simulazione del pensiero umano (chiamato “Test di Turing”), esperimento che, a oggi, nessuna macchina ha completamente superato.

Nel 1952, dopo una notte trascorsa in compagnia di un ragazzo, al mattino si accorse di essere stato derubato. Denunciò il fatto alla polizia, che indagò sulle sue compagnie notturne. Arrestato per omosessualità e portato in tribunale con l’accusa di «indecenza grave e perversione sessuale», dichiarò candidamente «che non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Tra la prigione e la castrazione chimica, Turing optò per la seconda, che comportava l’assunzione di ormoni dai pesanti effetti. Il 7 giugno 1954 venne trovato morto nel suo letto dalla governante Eliza Clayton, con accanto una mela morsicata, che è poi risultato contenesse cianuro. La causa della morte è stata dichiarata essere suicidio, probabilmente incentivato dall’umiliazione subita a causa della castrazione chimica, ma permangono dubbi sulle circostanze poco chiare del decesso. Le indagini vennero affidate a Leonard Correll che, affascinato dalla figura di Turing, si spese molto per far luce sulla vicenda, della quale possiamo trovare un’appassionante ricostruzione in La caduta di un uomo. Indagine sulla morte di Alan Turing, di David Lagercrantz.

Turing morì senza che nessuno sapesse chi fosse davvero: un visionario, uno dei più grandi matematici del secolo, che grazie alla profonda abilità in questa materia salvò milioni di vite dal fuoco delle potenze dell’Asse; morì senza alcun riconoscimento, emarginato e umiliato per via della sua omosessualità. Terribile immaginare quante altre scoperte, quanta altra conoscenza avrebbe potuto portare un uomo di tale calibro alla nostra società. Un uomo che la società ha invece schiacciato.

La riabilitazione della sua figura fu postuma, nel 2013 la Regina Elisabetta gli concesse la grazia e nel 2009 il primo ministro del Regno Unito Gordon Brown, a seguito di una petizione firmata da migliaia di cittadini britannici, fece ammenda per le azioni compiute contro di lui dal governo inglese: per conto del governo britannico, e di tutti coloro che vivono liberi grazie al lavoro di Alan, sono orgoglioso di dire: ci dispiace, avresti meritato di meglio

Scusaci, Alan. E grazie

Per approfondire

Una giornata con Alan Turing. Capire l'intelligenza artificiale. Nuova ediz.

Di Rachid GuerraouiHoang Lê Nguyên | Espress Edizioni, 2020

Un matematico eclettico e stravagante. Conferenza su Alan Turing

Di Piergiorgio Odifreddi | Casagrande, 2012

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