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Gaia degli alberi di Alessandra Spada

forêt, forest, wald, floresta, pa˘dure, bosque, ghaba, basoa oppure albero, arbre, tree, Baum, arvore, copac, arbol, shajara, zuhaitza, ma noi non ci chiamiamo. Loro danno un nome che divide, distingue l’altro da sé, separa gli individui dal tutto. Ma noi siamo il tutto. Ormai gli umani hanno poche memorie, quella concentrata nel piccolo cervello ha sopraffatto le altre, non sentono più la memoria della pelle, dei visceri, delle ossa, dei capelli e delle unghie. E dimenticano che siamo una cosa sola. Affidati alla memoria piccola, si aggirano smarriti a gran velocità, ansiosi di dimostrare nel breve tempo delle loro vite di essere unici e indipendenti. Individui convinti di conquistare la libertà, distruggono la rete che ci tiene tutti in vita

Perché non credere che anche gli alberi possano sentire, pensare, nutrirsi e soprattutto parlare? Anche gli alberi sono creature viventi e possono comunicare come tali, anche se in modo diverso. L’uomo spesso li considera solo pezzi di legno e ne dispone come vuole, senza sapere però che esiste una rete che unisce questa comunità, dove la linfa vitale che scorre fa si che tutto proceda secondo natura e Gaia, in questo racconto, chiudendo gli occhi, ci farà sentire e vedere la rete! Ma chi è Gaia o, per meglio dire, chi sono le tante Gaia di questo racconto? Eh già, perché le quattro intraprendenti ragazzine protagoniste di questo intenso e appassionante racconto d’avventura, natura e grande amicizia si chiamano tutte Gaia! Il loro rapporto sembra andare oltre ogni coincidenza e avere una spiegazione ben precisa, un disegno che gli alberi hanno in serbo per loro, alberi che da 2500 lune attendono le giuste messaggere perché tutto si compia

Gaia degli alberi
Gaia degli alberi Di Alessandra Spada;

Edme sa di avere una missione: gliel'ha assegnata una foresta, ma ignora quale sia. Ris è salita sul suo primo albero a quattro anni e non ha più smesso di arrampicarsi. Fing ha i capelli verdi come foglie e un segreto che segna la sua nascita. Derb è stata contenta di emigrare dalla Romania perché sentiva gli alberi piangere. Le quattro ragazze vivono in parti diverse della Svizzera e non si conoscono, ma hanno un talento in comune: sentono gli alberi parlare, capiscono i loro discorsi. E al di là dei soprannomi che si sono date hanno tutte lo stesso nome di battesimo: Gaia.

Illustrazione tratta dal libro "Gaia degli alberi" di Alessandra Spada, Solferino 2022

Vivono in quattro parti diverse della Svizzera, sono davvero brillanti e speciali e non si fanno chiamare con il loro vero nome, ma con un soprannome che richiama, per ognuna, al nome di una delle foreste vicine: Gaia-Fing, che vive vicino alla foresta di Finges, Gaia-Derb, vicino alla foresta di Derborence, Gaia-Edme vicino alla foresta di Boedmeren, e Gaia-Ris a quella di Risoux. Il loro legame con gli alberi è qualcosa di unico e quasi inspiegabile, fin da bambine si arrampicavano tra i rami e rimanevano accoccolate, come protette da grandi braccia, cingevano i loro tronchi sfiorandone la corteccia e in silenzio sentivano le loro “parole”, le parole della natura, della linfa che scorreva viva e che altro non era che il racconto della vita. Fing, Derb, Edme e Ris non si conoscono affatto, il loro legame comincia per una strana casualità o coincidenza in un luogo che le unirà per sempre, un luogo magico per le tre ragazze, che darà vita a qualcosa di grande: l’Arboretum nella Vallon de l’Aubonne. Sarà proprio qui, o meglio, all’interno della biblioteca, che Derb e Fing incontreranno Ris e Edme, tutte alla ricerca di libri sul linguaggio degli alberi: un incontro che darà loro la sensazione di guardarsi allo specchio, l'una negli occhi dell’altra. Derb, con il suo fisico un po’ squadrato e i suoi capelli neri cortissimi, accanto a quello minuto di Fing, con i suoi incredibili capelli verdi, l’altezza svettante di Edme e la sua treccia biondissima lungo la schiena, la testa di ricci scuri di Ris.

Illustrazione tratta dal libro "Gaia degli alberi" di Alessandra Spada, Solferino 2022

Un bosso, una betulla, un larice, una quercia; tutte e quattro assieme, tutte e quattro a dirsi: ”Io sento gli alberi parlare!”. Dopo un momento di leggero imbarazzo, si resero conto che non erano lì per una coincidenza, ma che c’era qualcosa di magico: la magia voluta dagli alberi, che finalmente avevano trovato chi li avrebbe aiutati a diffondere un messaggio importante. Per le quattro amiche è l’inizio di un’amicizia a cui non potranno più rinunciare, nessun confine, nessun limite per potersi incontrare. La loro tenacia e la forza di volontà è come quella delle radici degli alberi, aggrappate forti al terreno e con tanta voglia di farcela. Capire come e perché hanno il dono di parlare con gli alberi è il loro obiettivo e mano mano si renderanno conto che è una vera fortuna poter ascoltare la natura.

Questi umani non sono come gli altri… Hanno profumo di albero… Sono piccole, ma sento una grande energia correre tra loro… Non sono disunite come di solito gli umani. Sembrano germogli…

Le foreste e i boschi racchiudono qualcosa di speciale, un “nido”, che ha al suo interno dei doni che daranno la possibilità di far rinascere altre foreste e, attraverso la rete, di farle comunicare. Se fino ad allora gli adulti non avevano dato peso a questa passione, considerandola spesso una stranezza, grazie a una professoressa dell’Università di Losanna, amante della scienza e della natura tutto cambierà. Anche gli adulti capiranno che rispettare la natura porta a vivere con meno rischi ambientali e vedranno con i loro occhi cosa vuol dire costruire stravolgendo il territorio e deviando i corsi d’acqua, pensando che niente di brutto possa accadere.

Un romanzo per ragazzi che attraverso l’entusiasmo, la passione e il divertimento di Ris, Edme, Fing e Derb e delle loro famiglie, che non sempre riescono a star dietro alla loro potenza, ci porta a vivere la freschezza dell’adolescenza e allo stesso tempo la maturità che contraddistingue molti giovani sensibili al rispetto per l’ambiente.

Illustrazione tratta dal libro "Gaia degli alberi" di Alessandra Spada, Solferino 2022

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