Illustrazione digitale di Vito Carnimeo, 2022, studente presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti
Qualcuno potrebbe asserire “c’è un modo per leggere i classici?”. In effetti si, c’è un modo o meglio un metodo che ci permette di non avere la sensazione di affrontare un mattone.
É vero, molti libri classici hanno la nomea di essere assolutamente impossibili da leggere. Ma anzitutto spieghiamo l’ovvio, che cos’è un libro classico?
Condivido una delle definizioni che preferisco tra quelle che Italo Calvino riporta nel libro Perché leggere i classici.
Un classico è un libro che viene prima degli altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti... è classico ciò che tende a relegare l'attualità al rango di rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non può fare
Ma di autori che hanno parlato di classici ne possiamo scomodare tantissimi e, credetemi, quello che dicono è davvero bellissimo.
In un testo che Paolo di Paolo dedica ai più giovani il richiamo dei classici è chiaro e molto interessante.
Ne I classici compagni di scuola (editore Feltrinelli) scrive:
"Una biblioteca di classici è come una ghiacciaia in cui sono custoditi i ricordi del mondo. Vuoi sapere com’era andata a scuola in Italia a fine Ottocento? Allora leggi Cuore di De Amicis.
No, ma io sono curioso di scoprire con quali mezzi si viaggiava nel 1872. Va bene, eccoti Il giro del mondo in ottanta giorni.
Io vorrei approfondire la storia della corsa all’oro nel Klondike. Bene, si consigliano le opere di Jack London."
I classici sono compagni di classe molto speciali perché ognuno ha una storia straordinaria da raccontare. Paolo Di Paolo ha scelto dieci personaggi di cui ci racconta pregi e difetti e li avvicina a noi come se fossero davvero i nostri compagni di banco. Perché, in fondo, leggere significa questo: incontrare gli altri.
Un giovanissimo Alessandro Baricco in una trasmissione televisiva sui libri che si chiamava “Pickwick” (nel lontano 1994) parlava di libri classici. In particolare, mi ha colpita un intervento su Louis Ferdinand Célin. Dell’autore de Viaggio al termine della notte dice:
"Célin è uno dei grandi del ‘900, dopo che lui ha scritto, per noi tutti è diventato più difficile scrivere, lui si è inventato un modo di scrivere."
E se lo dice Baricco, come possiamo perderci un tale capolavoro?
Che cosa se ne deriva? Che i classici si chiamano così perché ci raccontano quello che per noi è il passato, ma sono del tutto aderenti al tempo contemporaneo e soprattutto sono proiettati nel futuro.
Lo dico io?
No, lo dice Umberto Eco in un incontro all’Università di Bologna il 9 ottobre 2002.
Con una semplicità disarmante ma soprattutto con una capacità di catturare l’attenzione unica, il professore racconta che cos’è un libro classico.
Lo definisce “un sopravvissuto” perché arrivato fino a noi; d’altronde Dante veniva recitato anche dai fabbri secondo quanto raccontato da Franco Sacchetti nel Trecentonovelle (novella CXIV, davvero molto divertente). Sono stati tramandati, dunque, dal popolo che ne ha fiutato l’importanza.
Sempre Eco, nella stessa conferenza, racconta di “edizioni pirata” de I promessi sposi per cui il Manzoni non ha percepito compensi, ma da cui si riesce ad evincere il successo del suo romanzo. Un capolavoro che Eco consiglia di far leggere ai ragazzi prima che siano gli insegnanti a farlo, così da poterlo apprezzare liberamente.
I classici sono la memoria, ecco cosa spiega Umberto Eco nella sua lezione e, in quanto tale, attraverso i protagonisti riusciamo ad avere un passato in più e sapere cose che non abbiamo conosciuto vivendo emozioni e sensazioni che, diversamente, non avremmo sperimentato.
Un’introduzione necessaria, perché affrontare la lettura di un libro classico non è come leggere la narrativa moderna.
Talvolta, o forse spesso, le trame sono fitte e intricate, con tanti protagonisti, magari sono libri lunghi che attraversano decenni e per questo bisogna essere pronti.
Ecco, quindi, qualche consiglio, per portare a termine una lettura classica che alla fine vi farà sentire più ricchi di conoscenza e sapere.
Piccoli accorgimenti che possono migliorare la vostra voglia di leggere i classici e che possono, ovviamente, essere adattati ad ogni tipo di lettura.
Alla fine, il libro risulterà essere vissuto, le pagine raddoppieranno di volume ma, soprattutto, vi sentirete più ricchi ad ogni pagina che voltate.
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