Bambi soffia su 80 candeline.
Il dolce cerbiatto orfano, protagonista del quinto classico d’animazione Disney debutt
ò nelle sale il 21 agosto 1942. Diretto da David Hand (già regista del capolavoro apripista Biancaneve e i sette nani del 1937), fu candidato a ben tre premi Oscar.  

Tratto dal romanzo Bambi di Felix Salten, fu trasposto sullo schermo da Walt Disney su consiglio del Premio Nobel per la letteratura Thomas Mann.
La produzione di
Bambi fu lenta e travagliata, tra le più difficili e dispendiose di tutto lo Studio Disney. Il romanzo alla base del film animato era destinato a lettori adulti, quindi, la ricerca di realismo causò ritardi nella produzione, perché gli animatori non erano abituati a disegnare animali naturali 

Bambi
Bambi Di David Hand;James Algar

Bambi, un piccolo cerbiatto, è destinato per nascita a diventare il principe della foresta. Il cucciolo trascorre le giornate tra mille avventure alla scoperta del mondo insieme ai suoi amici animali, imparando a sopravvivere e ad amare. Ma l'arrivo dei cacciatori lo costringerà ad affrontare la vita con coraggio.

L'antropomorfismo delle bestiole fu ridotto al minimo: si decise di conferire le caratteristiche umane solo su alcuni personaggi da usare come comic relief (in particolare la puzzola Fiore e il coniglio Tamburino). Disney fu, inoltre, costretto a tagliare 12 minuti di pellicola prima dell'animazione finale, per risparmiare sui costi per via delle ingenti perdite economiche causate dai mancati incassi dei suoi film in Europa, dove era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale.  

Bambi rivoluzionò lo stile estetico degli Studios grazie ai paesaggi impressionisti d'ispirazione orientale, introdotti dal disegnatore cinese Tyrus Wong.
Per il film la Disney si prese la libert
à di cambiare la specie di Bambi in un cervo dalla coda bianca dalla sua specie originale di capriolo, dal momento che i caprioli non popolano gli Stati Uniti e il cervo dalla coda bianca sarebbe stato più familiare per il pubblico americano. 

Dietro al classico Disney più tragico dell’animazione 

La storia strappalacrime del cucciolo di cerbiatto che perde la madre, uccisa dal proiettile di un cacciatore, ha scioccato generazioni di bambini colpiti dal cosiddetto «trauma di Bambi».
Il film, in realt
à, non è una favola per i più piccoli bensì una metafora dell’antisemitismo.  

Felix Salten era un autore austro-ungarico di origini ebraiche e fu costretto a fuggire dalla Vienna occupata dai nazisti. Scrisse Bambi nel 1923 come parabola sulla persecuzione degli ebrei, facendo parallelismi tra le minoranze nell’Europa del tempo, dominata dalle SS, e la caccia spietata agli animali nel bosco. La sua intenzione era, originariamente, quella di destinare il suo romanzo ad un pubblico adulto per metterlo in guardia dai nazisti. Per questo nel 1936 Adolf Hitler bandì il suo libro, trasformando le sue copie in un falò 

Salten - all’anagrafe Siegmund Salzmann - cambiò il suo nome per nascondere le sue scomode radici e quando fu obbligato a scappare in Svizzera aveva già ceduto i diritti di Bambi al regista americano Sidney Franklin, per soli 1000 dollari: era il 1933. Franklin, a sua volta, passò le royalties del romanzo a Disney e lo scrittore non guadagnò niente dal successo del classico d’animazione divenuto il maggior incasso del 1942 

Privato della cittadinanza austriaca, Felix Salten visse i suoi ultimi anni di vita a Zurigo, dove si spense non molto tempo dopo l’uscita di Bambi nelle sale cinematografiche.
Mor
ì in completa solitudine, proprio, come il cerbiatto delle sue pagine iconiche.  

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