Un tuffo nella scienza

La Giornata mondiale della voce spiegata ai bambini

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2023

Illustrazione digitale di Adèle Baer, 2023

Facciamo finta che domani arrivi nella tua classe un nuovo compagno. Per sapere se lo conosci già, ti basterà uno sguardo. Sarebbe lo stesso se potessi soltanto sentire la sua voce? Probabilmente sì. Ti dirò di più: potrebbero bastarti poche parole per riconoscerlo anche se ci avessi parlato solo un paio di volte.

Siamo straordinariamente bravi a riconoscere le voci dei nostri simili, proprio come accade con i volti, perché riconoscere persone che già conosciamo è una capacità essenziale fin dall’antichità. Per esempio, per sapere se quel tizio che ci sta correndo incontro è un amico che ci vuole abbracciare o un nemico della tribù a fianco che ci vuole far fuori. Saper rispondere può fare la differenza tra la vita e la morte, perciò l’evoluzione ha selezionato in noi questa capacità. Forse ti sembra una cosa ovvia, ma non lo è: sei altrettanto bravo a riconoscere un gatto da un altro gatto che gli assomiglia? Probabilmente no.

Così come siamo bravi a riconoscere i volti, ci siamo specializzati nel saper distinguere le voci umane con un’accuratezza impensabile per altre categorie di suoni. C’è un’area del nostro cervello deputata proprio a questo, e quando non funziona bene - può succedere! - la persona non è in grado di riconoscere le voci delle persone, anche quelle che conosce benissimo. Quando invece è tutto a posto, le voci di chi ci circonda sono piene zeppe di informazione. Prima di tutto, riusciamo facilmente a dire se chi ci parla è un uomo, una donna o un bambino: questo dipende dalla tensione e dalla lunghezza delle corde vocali. Si chiamano “corde” ma in realtà sono due membrane che, vibrando, generano le onde sonore che danno luogo alla voce. Le donne e i bambini le hanno più corte degli uomini, e questo fa sì che la loro voce sia più acuta. Se la voce delle persone anziane è più rauca e tremula, è perché le corde vocali con l’età tendono a irrigidirsi e a perdere elasticità.

Ma la voce porta con sé anche tante altre caratteristiche: l’intensità, bassa quando suggerisci le risposte a un’amica durante l’interrogazione e alta quando urli a tuo fratello di lasciarti in pace. Il volume della tua voce deriva dalla tua respirazione, dalla pressione con la quale l’aria ti esce dai polmoni e dalla tua laringe, la cavità della gola in cui terminano le corde vocali. Il timbro invece, che è quel che rende unica ogni voce, dipende dalla laringe ma anche da tutto il resto dell’organismo: il tuo corpo determina la tua voce un po’ come la forma e la grandezza di uno strumento musicale determinano il suono che produce. E poi ci sono tutta una serie di caratteristiche dettate dall’emozione della persona che parla: sicuramente quando esulti perché la tua squadra ha fatto un goal hai un tono diverso da quando stai litigando con qualcuno. Anche queste sono informazioni che captiamo quasi senza accorgercene quando sentiamo gli altri parlare.

Ma quand’è che l’essere umano ha trovato la sua voce e si è messo a parlare? Questa è una grande domanda e gli esperti ancora non lo sanno con certezza. Soprattutto ci si chiede come mai siamo gli unici animali a parlare. In effetti non è detto che sia stato sempre così: alcuni studiosi pensano che i Neanderthal, che per qualche migliaio di anni hanno abitato la Terra insieme a noi sapiens, fossero in grado di parlare. E chissà che voce avevano!

I libri che raccontano la voce nelle sue mille sfaccettature

Voci nel parco

Di Anthony Browne | Camelozampa, 2017

Voci della natura

Di Gianumberto Accinelli | PIEMME, 2020

In scena!

Di Raina Telgemeier | Il Castoro, 2018

La sirenetta. Ediz. a colori

Di Hans Christian Andersen | Rizzoli, 2022

L' isola del Muto

Di Guido Sgardoli | San Paolo Edizioni, 2018

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