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30 anni senza Ayrton Senna

Immagine tratta dal libro "Suite 200. L'ultima notte di Ayrton Senna di Giorgio Terruzzi, 66thand2nd, 2024"

Immagine tratta dal libro "Suite 200. L'ultima notte di Ayrton Senna di Giorgio Terruzzi, 66thand2nd, 2024"

Il primo maggio 1994 ci lasciava Ayrton Senna, il pilota brasiliano che ha rivoluzionato la Formula 1, uno dei più rappresentativi, determinati, amati al mondo; la sua morte quel giorno di trent’anni fa sulla curva Tamburello del circuito di Imola è un fotogramma impresso nella mente di molti.

Il giorno prima Rubens Barrichello aveva rischiato la vita durante le prove, mentre Roland Ratzenberger era morto sulla stessa pista neanche da ventiquattr’ore; Ayrton Senna quella domenica si era portato nell’abitacolo la bandiera austriaca, da sventolare in caso di vittoria in onore dell’amico.

Suite 200. L'ultima notte di Ayrton Senna

Sabato 30 aprile 1994, Hotel Castello. Nella Suite 200 si consuma l’ultima notte di Ayrton Senna. Mancano poche ore al Gran premio di San Marino e c’è una cupa tensione nell’aria. Nel primo pomeriggio è morto Roland Ratzenberger, il giorno precedente Rubens Barrichello si è salvato per miracolo dopo un brutto incidente in prova.

Tornare a correre dopo una tale tragedia non deve essere stato facile. Chissà se per un momento l’ha sfiorato l’idea di lasciar perdere, di lasciare tutto e cambiare vita. Lontano dai riflettori, placata la costante esposizione, avrebbe potuto occuparsi della sua Fondazione e vivere insieme alla fidanzata Adriane, invisa alla famiglia. Probabilmente sarà stato tentato di abbandonare, più di una volta, ma per un corridore così completo il richiamo dell’asfalto, della velocità, del rischio che ogni campione a quel livello mette in conto sono stati più forti.

E poi c’era da battere un giovane Schumacher, già in vantaggio 2 a 0 su Ayrton in quelle prime settimane di campionato. Un rivale ancora da scoprire da una parte e un altro ormai storico, ritiratosi da poco, dall’altra: Alain Prost era il compagno di giochi perduti, quattro mondiali all’attivo, monito e stimolo costante per Ayrton ancora a quota tre (dopo le vittorie dell’’88, ’90 e ’91). Il loro fu uno dei duelli più drammatici e sfidanti nella storia dello sport, non solo della Formula 1, combattuto anche a suon di scorrettezze, fino a non rivolgersi più la parola. Quando Prost si ritirò, Senna capì di non aver perso solo un rivale sportivo.

Senna e Prost. La sfida infinita
Senna e Prost. La sfida infinita Di Umberto Zapelloni;

La loro rivalità è stata addirittura una delle più cattive dell'intera storia dello sport. La complessità di Ayrton contro la furbizia di Alain. La velocità assoluta del brasiliano contro i calcoli perfetti del francese. La loro rivalità però li ha portati a superare i propri limiti. A cercare di dare sempre il loro meglio in pista e fuori, quando c'era da diventare abili politici, cercando di manipolare chi gestiva la Formula 1 in quegli anni.

La notte del 30 aprile, qualche ora prima di scendere in pista, il fratello di Ayrton lo aveva raggiunto in camera con delle registrazioni compromettenti sulla sua fidanzata Adriane, ennesimo tentativo da parte della famiglia di screditare la loro storia d’amore. Un’altra distrazione, un’altra nuvola nera all’orizzonte che andava a sommarsi ai problemi riscontrati dalla sua Williams.

Chissà dopotutto a cosa pensava Ayrton Senna il primo maggio 1994, con quella tipica espressione malinconica sul volto. Come ogni grande campione sarà stato in grado di mettere da parte gli screzi personali, di ripassare a memoria i dettagli del percorso, di focalizzare ogni pericolo del circuito, compresa quella maledetta curva Tamburello che se l’è portato via con uno schianto veloce.

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