Il verso giusto

El leone riconoscente di Trilussa

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2021, studentessa al Liceo Artistico Volta di Pavia

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2021, studentessa al Liceo Artistico Volta di Pavia

El leone riconoscente
Ner deserto dell’Africa, un Leone
che j’era entrato un ago drento ar piede,
chiamò un Tenente pe’ l’operazzione.
– Bravo! – je disse doppo – Io t’aringrazzio:
vedrai che te sarò riconoscente
d’avemme libberato da ’sto strazzio;
qual’è er pensiere tuo? d’esse promosso?
Embè, s’io posso te darò ’na mano… –
E in quela notte istessa
mantenne la promessa
più mejo d’un cristiano;
ritornò dar Tenente e disse: – Amico,
la promozzione è certa, e te lo dico
perrché me so’ magnato er Capitano.
 
Da Trilussa, Tutte le poesie, a cura di Claudio Costa e Lucio Felici, I Meridiani, Mondadori 2004
Tutte le poesie
Tutte le poesie Di Trilussa;

Un'edizione che sottopone a vaglio critico e filologico l'opera di Trilussa. Ripristinando la successione delle dodici raccolte poetiche stabilita dall'autore, controllando le prime stampe e, quando possibile, gli autografi, i curatori hanno ricondotto i testi alla lezione filologicamente più sicura e li hanno accompagnati con un ricco apparato di note, che analizza la struttura metrica, l'inquadramento storico-letterario, i riferimenti alle vicende politiche, i confronti con altri scrittori e fornisce spiegazioni linguistiche e stilistiche.

150 anni fa, il 26 ottobre 1871, nasce a Roma Carlo Alberto Camillo Salustri, che ad appena 16 anni pubblica il suo primo sonetto (L’invenzione della stampa) sul “Rugantino”, un popolare periodico scritto in romanesco. Il giovane autore si firma “Trilussa” (anagramma di Salustri), pseudonimo che lo accompagnerà felicemente per il resto della vita (gli amici, però, lo chiamano “Tri”). Quel primo sonetto è presto seguito dalla pubblicazione su rivista di altre poesie, che nel 1889 confluiscono nel volumetto Stelle de Roma. Versi romaneschi. Il successo di pubblico è straordinario e da quel momento non verrà mai meno: basti pensare che tutti i libri di Trilussa vengono ripetutamente ristampati. Diversa è l’accoglienza della critica, che lo considera perlopiù un poeta da caffè concerto, un “personaggio”, poco più di uno stornellatore, un poeta-favolista, e lo accusa di utilizzare una lingua annacquata e di trattare temi leggeri. Analizzando i suoi scritti, invece, si scopre che Trilussa è tutt’altro che un improvvisatore: egli stesso parla di “versi che sono venuto creando e limando”. Di sicuro è “uomo di mondo”, si dedica al giornalismo, scrive soggetti cinematografici e testi pubblicitari, è un poeta dotato di grande maestria formale, un sublime interprete delle sue poesie e soprattutto un acuto osservatore della vita e del mondo, che gli offre spunti irresistibili per la sua satira sociale e politica venata di malinconia. Le difficoltà economiche che lo affliggono sembrano svanire quando, il 1° dicembre 1950, il presidente della Repubblica Luigi Einaudi lo nomina senatore a vita “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo letterario e artistico”. Pochi giorni dopo, la mattina del 21 dicembre, Trilussa è colto da malore e muore nella sua casa romana. Verrà sepolto nel cimitero del Verano.

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