Anniversari e ricorrenze

La vita e le opere di Gustave Flaubert

Illustrazione di Dario De Marco, 2021

Illustrazione di Dario De Marco, 2021

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere

Così scrive Gustave Flaubert, nel 1857. La vita dello scrittore è intrisa di letteratura, o forse il contrario: non a caso viene solitamente ricordato come uno dei padri del realismo.

Flaubert, infatti, è noto soprattutto per aver affinato, nel corso delle sue opere, l'uso dei dettagli. È facile risultare ridondanti e noiosi quando si scrive dei più piccoli aspetti della vita quotidiana; eppure Flaubert riesce a plasmare un modello di scrittura che è tanto aderente al vero quanto avvincente in ogni suo piccolo, apparentemente insignificante, dettaglio.

Gustave Flaubert nasce il 12 dicembre 1821 a Rouen, in Francia. Inizia a sviluppare un forte interesse per la letteratura in tenera età e inizia a scrivere e mettere in scena delle brevi commedie per la propria famiglia a soli dieci anni.
L'effettiva carriera letteraria, però, inizia a scuola: una sua opera viene pubblicata in una piccola rivista, "Le Colibri", nel 1837. In quegli anni stringe amicizia con il giovane filosofo Alfred Le Poittevin, la cui visione pessimistica del mondo ha su di lui una forte influenza.

Flaubert manifesta fin da subito un grande senso critico: sviluppa una forte antipatia per le cosiddette "idee comunemente accettate" (idées reçues), di cui addirittura stila un "dizionario" per semplice divertimento. Per rappresentare queste idee, assieme a Le Poittevin inventa un personaggio immaginario grottesco, "Le Garçon", al quale attribuisce una serie di caratteristiche proprie dei "borghesi", che arriva a detestare apertamente.

Chiamo borghese tutto ciò che pensa bassamente

Nel novembre 1841 Flaubert viene iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Parigi. All'età di 22 anni, tuttavia, gli viene diagnosticata una malattia nervosa, presumibilmente epilessia. La malattia lo fa rinunciare allo studio del diritto per dedicare tutto il suo tempo alla letteratura. Il padre muore nel gennaio 1846 e l'amata sorella Caroline muore a marzo durante il parto; in seguito ai lutti familiari, Flaubert decide di ritirarsi con la madre a Croisset, vicino a Rouen, dove trascorrerà quasi tutto il resto della sua esistenza.

Alcune delle opere della maturità di Flaubert trattano argomenti sui quali aveva cercato di scrivere in gioventù: all'età di 16 anni, infatti, completò il manoscritto Mémoires d'un fou ("Memorie di un pazzo"), che racconta la sua passione devastante per Elisa Schlésinger, di 11 anni più anziana e moglie di un musicista. Questa passione le viene rivelata solo 35 anni dopo, quando lei è ormai vedova. Elisa per Gustave è un'influenza fondamentale: è infatti lei il modello per il personaggio Marie Arnoux nel romanzo L'educazione sentimentale.

Una svolta nello stile di Flaubert è segnata, nel 1849, da una critica spietata del poeta e amico Louis Bouilhet:

Gettalo tutto nel fuoco e non ne parliamo mai più. La tua Musa deve essere tenuta a pane e acqua o il lirismo la ucciderà. Scrivi un romanzo con i piedi per terra come "I genitori poveri" di Balzac

Questa la reazione di Bouilhet alla lettura de La tentazione di Sant'Antonio: forse è proprio lui che va ringraziato per la svolta realista di Flaubert.

Il picco di realismo di Flaubert giunge, ovviamente, con Madame Bovary: nonostante sia più o meno noto che la storia di Emma Bovary viene ricalcata su un effettivo adulterio (quello di Delphine Couturier nei confronti del marito, il medico Eugéne Delamare), quando a Gustave viene chiesta la fonte d'ispirazione di un romanzo tanto reale, egli risponde con l'arcinota frase "Madame Bovary c'est moi".

L'impronta dell'autore è fondamentale: Flaubert prende una banale storia di adulterio e ne fa un libro che sarà sempre letto per la sua profonda umanità. Mentre lavora al suo romanzo, Flaubert scrive: "Il mio povero Bovary soffre e piange in più di una ventina di villaggi in Francia in questo momento". Madame Bovary, con la sua implacabile obiettività - con cui Flaubert intendeva la registrazione spassionata di ogni evento che potesse illuminare la psicologia dei suoi personaggi e il loro ruolo nello sviluppo logico della sua storia - segna l'inizio di una nuova era nella letteratura.

Madame Bovary costa all'autore cinque anni di duro lavoro. Il romanzo, con il sottotitolo Moeurs de province ("Costumi provinciali"), alla fine appare a puntate sulla "Revue" dal 1 ottobre al 15 dicembre 1856. Il governo francese processa l'autore per la presunta immoralità del suo romanzo, il quale scampa per un pelo alla condanna. Curiosamente, lo stesso tribunale dichiarerà colpevole della stessa accusa il poeta Charles Baudelaire soltanto sei mesi dopo.

Il romanzo successivo, L'educazione sentimentale, apparso pochi mesi prima dello scoppio della guerra franco-tedesca del 1870, inizialmente non viene accolto come Flaubert si auspicava; gli ultimi anni della sua vita, inoltre, sono costellati da problemi finanziari. Nel 1875 il marito di sua nipote Caroline si trova pesantemente indebitato e Flaubert sacrificherà ogni guadagno ottenuto con il successo di Madame Bovary per salvarlo dalla bancarotta.
Sono, per lui, anni in cui cerca consolazione nel suo lavoro e nell'amicizia di George Sand, Ivan Turgenev e dei romanzieri più giovani: Émile Zola, Alphonse Daudet e, soprattutto, Guy de Maupassant, figlio della sorella dell'amico Alfred Le Poittevin.

Infine, merita menzione il romanzo incompiuto, pubblicato postumo, Bouvard e Pécuchet. I protagonisti sono due impiegati che ricevono una cospicua eredità e si ritirano insieme in campagna. Non sapendo come usare il loro tempo libero, si occupano di un esperimento fallito dopo l'altro e si tuffano nell'agricoltura scientifica, nell'archeologia, nella chimica e nella storiografia. Tutto va storto perché il loro meticoloso studio sui libri non può compensare la loro mancanza di giudizio.

Il significato profondo di Bouvard e Pécuchet è stato gravemente frainteso da quei critici che lo hanno considerato come una negazione del valore della scienza. Infatti è lo "scientismo" che Flaubert sta accusando, cioè la pratica di togliere la scienza dal suo stesso dominio, di convincersi che si capiscono i fondamenti quando non si sono nemmeno afferrati i fenomeni superficiali. Inebriati da parole vuote, Bouvard e Pécuchet si svegliano dal loro sogno solo quando la catastrofe supera tutti i loro sforzi.

Flaubert è stato accusato di presentarli come degli imbecilli, ma in realtà esprime la sua compassione per loro:

Acquisiscono una facoltà degna di pietà, riconoscono la stupidità e non possono più tollerarla. Attraverso la loro curiosità la loro comprensione cresce; avendo avuto più idee, hanno sofferto di più

Flaubert muore improvvisamente di un colpo apoplettico, nel 1880, lasciando una pagina incompiuta e degli appunti per il secondo volume del suo romanzo.

Per tutta la vita cerca di tradurre l'obiettività del mondo attorno a sé nella propria scrittura. La sua massima ambizione è quella di realizzare uno stile «ritmico come il verso e preciso come il linguaggio della scienza» ( scrive in una lettera del 24 aprile 1852). Secondo lui "più velocemente la parola si attacca al pensiero, più bello è l'effetto". Ripeteva spesso che non esistono i sinonimi e che uno scrittore deve rintracciare le seul mot juste, “l'unica parola giusta”, per trasmettere con precisione il proprio pensiero. La composizione, per lui, era una vera angoscia:

L'autore, nella sua opera, deve essere come Dio nell'Universo, presente ovunque e visibile da nessuna parte

È paradossale, quindi, che la sua personalità sia così chiaramente distinguibile in tutta la sua opera.

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