Ogni 4 luglio si celebra e riporta alla memoria collettiva l'entrata in vigore della Dichiarazione d’indipendenza americana, siglata nel 1776, atta a sancire la conquista dell'America dello status di nazione libera e, appunto, "indipendente".
Da allora l'Independence day è diventata una festa-simbolo del popolo americano, che la onora tuttora con una serie di iniziative pubbliche e private, spesso rievocando quei grandi film che l'hanno a vario titolo raccontata, non senza ingenti dosi di retorica e orgoglio prettamente patriottici.
Valori oggi comunicati alle nuove generazioni dalla figura iconica del supereroe Marvel Captain America, ma che affondano le radici in una cinematografia tutta dedicata allo spirito indomito di indipendenza americana. Senza scomodare subito Revolution di Hugh Hudson con un giovanissimo Al Pacino, o 1776 di Peter H. Hunt, musical sulla storia dei padri fondatori tratto dall'omonima commedia di Broadway, vale la pena soffermarsi su quei film amati dal grande pubblico ed entrati ormai nell'immaginario collettivo mondiale.
Non si può non partire dalle opere di Roland Emmerich, il cineasta che più si è speso per questa celebrazione, firmando l'ormai iconico Independence Day, datato 1996 e premiato subito con l’Oscar per i Migliori Effetti Speciali. L'idea del disaster movie ha del geniale: gli americani devono difendersi da un'invasione aliena che porta alla distruzione dei monumenti più rappresentativi degli Stati Uniti d’America, dall’Empire State Building alla Casa Bianca e alla Library Tower di Los Angeles. Per fortuna a salvare il mondo ci pensa l'eroismo a stelle e strisce incarnato da un giovanissimo Will Smith, al suo primo blockbuster di una lunga serie.
Sempre a firma Emmerich Il Patriota, kolossal e revenge movie del 2000, vede Mel Gibson (e Heath Ledger) catapultato indietro nel tempo, in quel leggendario 1776. Da pacifico e onesto lavoratore dei campi a indomito combattente il passo può essere breve, specie se come lui si è disposti a sacrificare qualsiasi cosa, famiglia compresa, pur di battere gli odiati nemici britannici, ritenuti invasori.
Di tutt'altro genere e spessore è Nato il quattro luglio, dramma firmato da Oliver Stone nel 1989.
Un film che esalta la performance del suo protagonista Tom Cruise, nei panni di un ragazzo americano fortemente patriottico, nato il 4 luglio come da titolo, e arruolatosi volontariamente nei Marines in Vietnam. Peccato che ne torni devastato e disilluso, Ron Kovic, chiaro alter ego di Stone nel portare sullo schermo tutta la traumatica delusione di chi ha sperimentato sulla sua pelle la sofferenza della guerra, la sensazione di tradimento che passa attraverso l'incolmabile senso di perdita (dei compagni, come delle proprie gambe) e al contempo tutta la convinzione di un "vero americano" in quegli ideali di libertà e democrazia che hanno fatto grande l’America.
Impossibile non citare Lo squalo, che il regista Steven Spielberg sceglie di ambientare proprio durante le vacanze del 4 luglio.
A Amity Island si aggira un pericoloso squalo bianco, minaccia concreta di mattanza per una spiaggia colma di persone intente a divertirsi e festeggiare. Parte quella caccia allo squalo che ha spaventato e conquistato talmente il pubblico americano da diventare il film con maggior incasso nella storia (lo rimarrà fino all'uscita di Guerre stellari nel '77). Oltre a ottenere ben tre premi Oscar (per il montaggio, il sonoro e la colonna sonora a John Williams), diede slancio alla fama di Steven Spielberg, regista semisconosciuto di appena 28 anni di colpo gettato nell'Olimpo dei grandi cineasti americani.
È il momento di tornare ai primi film citati, e per Revolution occorre mettere indietro gli orologi al 1776. New England, Tom Dobb e il suo giovane figlio Ned tra molteplici peripezie si perdono per poi ritrovarsi, mentre uno si arruola tra i coloni dopo che gli insorti gli sequestrano la barca da pesca e l'altro, quattordicenne, è arruolato come tamburino dagli inglesi. 1776 è poi il titolo dell'opera di Peter H. Hunt, già vincitore di un Tony Award per la sua regia del musical originale. Il film, candidato all'Oscar come miglior fotografia, si incentra nella preparazione di tredici colonie americane a dichiarare guerra alla madrepatria inglese per conquistare l'indipendenza.
Curioso ritrovare nel cast non solo gli stessi attori dello spettacolo teatrale, come William Daniels (John Adams), Ken Howard (Thomas Jefferson) e Howard Da Silva (Benjamin Franklin), ma anche Blythe Danner, madre di Gwyneth Paltrow, nei panni della moglie di Thomas Jefferson.
Gli altri sapori di sala
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