2001-2011: 10 anni sono trascorsi da quell'11 settembre che ha cambiato la storia del mondo e ha segnato una frattura netta tra prima e dopo nell'immaginario occidentale.
Quasi 3000 le vittime degli attentati del giorno più nero per gli Stati Uniti e l'Occidente intero. Spaventa osservare la mole di parole che sono state spese sull'attacco terroristico contro l'America durante questi dieci anni. Si tratta in parte di riflessioni che si fanno eco e puntano l'accento sulla tragedia in sé, in parte di analisi più lucide e strutturate su tutto il sistema che ruotava intorno alle Torri Gemelle e sulla globalizzazione. Molti hanno sottolineato che il crollo delle torri è forse l'evento simbolico massimo della consunzione, dell'esaurimento e dell'implosione del modello economico occidentale fondato sul capitalismo e sulla globalizzazione. Ne parla Jean Baudrillard in uno dei saggi più intelligenti sull'argomento, Power Inferno. Requiem per le Twin Towers. Ipotesi sul terrorismo. La violenza globale (Raffaello Cortina, 2003):
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© Art Spiegelman, L'ombra delle torri (Einaudi 2004)
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""Oggetto architettonico e oggetto simbolico insieme, è con ogni evidenza l’oggetto simbolico a esser stato preso di mira, e potremmo pensare che sia stata la distruzione fisica a comportare il crollo simbolico. E invece è il contrario: è stata l’aggressione simbolica a comportare il crollo fisico delle Torri. Come se la potenza che sino a quel momento le aveva tenute in piedi avesse perduto ogni risorsa. Come se quella potenza arrogante avesse bruscamente ceduto per effetto di uno sforzo troppo intenso: quello di voler essere l’unico modello del mondo.""
Così, il sistema e l'architettura che lo incarna si autodistruggono. Per questo, le Torri Gemelle sono state scelte come bersaglio: perché sono due (sono dunque prive di qualsiasi riferimento originale), si riflettono l'una nell'altra, non hanno più faccia, hanno annientato ogni particolarità. Sono il volto orrendo del terrore di vivere, lavorare, morire in sarcofaghi di vetro, acciaio e cemento. La globalizzazione, fatta tabula rasa di tutte le differenze e le singolarità, in nome di una cultura universale indifferenziata e indifferente, genera i suoi nemici dall'interno, come metastasi. La potenza si fa complice della sua stessa distruzione. Si inaugura l'era del terrore, il tentativo estremo di sopravvivenza di un modello ormai logoro che negli anni è riuscito ad annientare anche il pensiero di ogni valida alternativa.
""Comunque sia, le Torri sono scomparse. Ma ci hanno lasciato il simbolo della loro sparizione, il simbolo della sparizione possibile di quell’onnipotenza che incarnavano. Qualunque cosa ci riserbi il futuro, quella potenza sarà stata distrutta, per un attimo.
D’altra parte, se sono scomparse, le due Torri non sono annientate. Anche in polvere, ci hanno lasciato la forma della loro assenza. Tutti coloro che le hanno conosciute non riescono a non immaginarle, loro e il loro profilo nel cielo, visibili com’erano da tutti i punti della città. La loro fine nello spazio materiale le fa passare in uno spazio immaginario definitivo. Grazie al terrorismo, sono divenute il più bell’edificio del mondo – cosa che certo non erano ai tempi della loro esistenza.""
La tempesta mediatica seguita all'11 settembre ha stampato nella nostra memoria poche e ripetitive immagini della catastrofe, che seguono uno schema narrativo tradizionale e familiare, rievocando altre immagini fissate nell'immaginario collettivo (per approfondimenti sul tema: Clément Chéroux, Diplopia. L'immagine fotografica nell'era dei media globalizzati: saggio sull'11 settembre 2001, Einaudi 2010). Il reale, nella società della spettacolarizzazione, si trasforma in simulacro, icona, oggetto di consumo. Eppure la percezione dell'immagine-tipo non può che differire da caso a caso: in Europa (in particolare in Francia) i richiami più immediati sono stati il Vietnam e le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki (una percezione, dunque, legata a qualcosa di negativo); negli Stati Uniti, invece, il contesto mediatico ha richiamato l'attacco giapponese a Pearl Harbor, cercando di legare la tragedia alla memoria di una “guerra buona”. Anche la morte è spettacolo.
Dal 2001 la narrativa, in particolar modo quella in lingua inglese, si è confrontata inevitabilmente con la tragedia dell'11 settembre, un evento che ha stabilito un prima e un dopo anche nel panorama letterario. A pochi mesi dal crollo delle Torri, DeLillo si chiede se il romanzo è in grado di ricostruire ciò che accadde quel giorno e fornire strumenti di senso per superare il trauma. Il suo L'uomo che cade è uno dei romanzi più duri e bui sull'11 settembre, che non lascia spazio a risoluzioni accomodanti. I più grandi narratori hanno affrontato il tema presentandolo sullo sfondo o in primo piano, tentando una difficilissima rielaborazione del lutto e analizzando più o meno in profondità cause e conseguenze del lungo corso storico ed economico americano, evidenziandone anomalie e malesseri antichi ma trascurati, i segni di un declino progressivo e inarrestabile. Ma il romanzo dell'11 settembre è ancora lontano - forse impossibile.
Kristiaan Versluys ha scritto un saggio molto interessante e dettagliato sulla ""9/11 fiction"", ancora non tradotto in italiano: Out of the Blue: September 11 and the Novel (disponibile in inglese su IBS).Vediamo come i più grandi scrittori contemporanei hanno affrontato questo evento così doloroso e controverso.- Frédéric Beigbeder, Windows on the World, Bompiani 2004:
Un racconto dei centoventi minuti che hanno preceduto l'attentato terroristico al World Trade Center, vissuti in un ristorante - il Windows on the World - posto su una delle due torri. A parlare è Carthew, un agente immobiliare che si trova lì con i suoi figli, che rievoca come se scrivesse dopo l'evento i momenti successivi all'esplosione. Ma lui è morto assieme ai suoi bambini, come tutti coloro che erano nel ristorante al momento dell'impatto. Intanto a Parigi, Beigbeder scrive in prima persona il suo commento, ponendosi in un dialogo con il suo personaggio e riflettendo sulle questioni sollevate dall'attacco: la religione, il fanatismo, il ruolo storico degli Stati Uniti. - Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Piemme 2004 --> leggi la recensione
- David F. Wallace, Il canale del dolore, in Oblio Einaudi 2004 --> leggi la recensione
- Art Spiegelman, L’ombra delle torri, Einaudi 2004: Un diario per immagini che racconta l'11 settembre, un evento che Spiegelman ha vissuto da vicino, abitando a pochi isolati da Ground Zero. Sono i momenti in cui accade che la storia individuale e la Storia mondiale collidono, quelli in cui nasce il racconto.
- Paul Auster, Follie di Brooklyn, Einaudi 2005: Una commedia dalla trama apparentemente spensierata. Una commedia che termina però la mattina dell'11 settembre 2001, data oltre la quale i lieto fine diventeranno di colpo più amari e difficili. Attraverso il protagonista, Nathan Glass, assistiamo alla decadenza di un universo che sta per implodere, di un universo sempre più vicino al proprio “Ground Zero”. --> leggi la recensione
- Ian McEwan, Sabato, Einaudi 2005: “un dolente, emozionante, complessissimo, tesissimo e bellissimo romanzo su tutti noi anime perse post-11 settembre” Antonio D'Orrico. --> leggi la recensione
- Jonathan S. Foer, Molto forte, incredibilmente vicino, Guanda 2005 --> leggi la recensione
- Salman Rushdie, Shalimar il clown, Mondadori 2006: Il romanzo di Rushdie, che si apre con l’assassinio di un diplomatico americano, scava nelle pieghe del terrorismo internazionale. --> leggi l'intervista all'autore
- Hanif Kureishi, La parola e la bomba, Bompiani 2006: Kureishi presenta il suo punto di vista sul tema dell'Islam estremista, attraverso la sua esperienza di anglo-pakistano, vittima del razzismo a Londra negli anni Sessanta, affascinato dalle opere di Baldwin e di altri scrittori neri americani, ma sospettoso nei confronti dei movimenti più radicali. Di fronte a tutto ciò Kureishi assume una posizione di nettissima condanna, pur avendo nello stesso tempo il coraggio di coglierne le ragioni, risalendo fino al passato coloniale dell'Occidente e soffermandosi sul vuoto ideologico lasciato dal crollo dei regimi socialisti.
- Benjamin Kunkel, Indecision, Rizzoli 2006: Indecision racconta la storia di Dwight Wilmerding, un giovane così incapace di decidere che, durante la cena del Thanksgiving, resta con la forchetta sospesa fra il tacchino, il ripieno e la salsa di mirtilli. Su quest’idea, l’autore costruisce la storia di un’educazione sentimentale dove l’indecisione diventa una sorta di lettura del mondo. Il protagonista, che vive a New York e lavora come tecnico informatico in una casa farmaceutica, coltiva l'inquietante passatempo di assumere allucinogeni e arriva a vere e proprie vette di disimpegno sociale: l’11 settembre guarda dal tetto di casa gli aerei che si schiantano contro le Torri Gemelle, pensando che forse c’è persino da ridere.
- Ken Kalfus, Uno stato particolare di disordine, Fandango 2006: Quella dell'11 settembre 2001 è una mattina come tante nella routine quotidiana di Marshall e Joyce. Sopravvivere al più grande attentato che il terrorismo internazionale sia mai riuscito a mettere a segno nel cuore d'America non significa però scampare al caos di un'esistenza allo sbando. Con sguardo impietoso, scrittura graffiante e soprassalti visionari Ken Kalfus racconta l'America in modo dissacrante.
- Philip Roth, Everyman, Einaudi 2007 --> leggi la recensione
- Jay McInerney, Good life, Bompiani 2007: Good Life è la storia di due famiglie newyorkesi ricche e colte, ma solo apparentemente felici, il cui precario equilibrio si rompe in seguito all'11 settembre.
- John Updike, Terrorista, Guanda 2007: Studente brillante e giudizioso, Ahmad Mulloy Ashmawy vive in New Jersey, dove si sente isolato, quasi respinto dai suoi coetanei e dalla società americana, crogiolo di infedeli perduti e impuri di cui disprezza la povertà di valori, l’amore incondizionato per fatui ideali materialistici, il cieco asservimento al sesso, all’apparenza, al denaro.
È per difendersi da tutto questo che, da quando aveva undici anni, si è trincerato dietro l’invalicabile muro del rigore musulmano, sotto la guida di Shaikh Rashid, l’imam yemenita della moschea locale. Updike ricostruisce con sfumata attenzione il formarsi della psicologia di un attentatore suicida, in uno dei suoi romanzi più alti. Un allarmante ritratto dell’America costantemente sotto assedio del dopo 11 settembre. - Claire Messud, I figli dell’imperatore, Mondadori 2007: La storia si svolge dal marzo al settembre del 2001, immediatamente prima e dopo l'attacco dell'11 settembre. Il crollo delle Twin Towers rischia di spazzar via anche il castello di bugie su cui Thwaite, affascinante giornalista liberal di mezza età, l""'imperatore"" della scena artistico-letterario-mediatica newyorkese, ha costruito la propria fama ed esistenza, insieme ai sogni e alle illusioni dei suoi figli, veri e metaforici...
- Don DeLillo, L’uomo che cade, Einaudi 2008: Keith Neudecker lavora nelle Twin Towers e sopravvive al crollo di una delle due. Si ritrova coperto di cenere, vetro e sangue, in mano stringe una valigetta non sua. --> leggi la recensione
- Monica Ali, Brick Lane, Il Saggiatore 2008: Un libro sulle difficoltà dell'integrazione e una storia di graduale emancipazione. Nel mezzo, l'11 settembre con tutte le sue conseguenze per le comunità arabe.
- Paul Auster, Uomo nel buio, Einaudi 2008: August Brill, critico letterario in pensione, è tormentato dai ricordi, dai drammi della sua esistenza. Di notte, sdraiato nel buio, immagina un'America dilaniata dalla guerra civile scoppiata nel 2000 durante la prima contestatissima elezione di Bush; un'America parallella nella quale non è avvenuto l'attentato dell'11 settembre. Cerca così di sfuggire ai fantasmi della mente raccontandosi delle storie, inventando personaggi, luoghi. --> leggi la recensione
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""Non era più una strada ma un mondo, un tempo e uno spazio di cenere in caduta e semioscurità"" da L'uomo che cade di Don DeLillo, Einaudi 2008. |
- Martin Amis, Il secondo aereo. 11 settembre: 2001-2007, Einaudi 2009: ""L'11 settembre ha accorciato la distanza che separa la realtà dal delirio. Perciò quando ne parliamo, chiamiamolo con il nome che gli compete; non diamo a intendere di aver incassato e archiviato quell'evento, quel fenomeno, senza frizioni. Non è vero. L'11 settembre continua, va avanti, con tutto il suo mistero, la sua instabilità, e il suo atroce dinamismo"".
- Joseph O’Neill, La città invincibile, Rizzoli 2009: La città invincibile è la storia di Hans van den Broek, olandese a New York, che la moglie, all'indomani dell'11 settembre, ha lasciato solo a guardare il suo matrimonio andare in pezzi. Ed è la storia del mondo nuovo che Hans scopre tra le macerie della tragedia: dal Chelsea Hotel ai parchi dorati dall'autunno, la sua è una New York meravigliosa e ferita, che cerca di sopravvivere a se stessa e al suo mito.
- H. M. Naqvi, Home boy, Il Saggiatore 2010: Un giorno può cambiarti la vita. Per Chuck, AC e Jimbo, 3 giovani pakistani di fede musulmana, quel giorno è l'11 settembre 2001, quando smettono di essere tre bravi ragazzi e diventano terroristi in quanto musulmani.
- Will Self, Una sfortunata mattina di mezza estate, Fanucci 2011: Un romanzo brillante e amaro che ritrae la società post 11 settembre, attraverso gli strumenti dell'allegoria e della distopia.
- Scott Lasser, Un anno dopo, Einaudi 2011: È l'alba dell'11 settembre. Un giovane è uscito a correre nella luce ancora incerta del giorno. Incontra ragazzi sui pattini, in bici, madri con i passeggini. Avanza a falcate leggere prima che la sua vita, che sembrava ancora affacciata su un lungo futuro, finisca in un istante, nella polvere delle Torri. Toccherà a sua sorella colmare quella perdita e ricostruire il puzzle di una vita inghiottita in un baleno. Un anno per trovare nella catena di promesse che non potranno più realizzarsi un disegno che dia un senso a ciò che un senso non ha.
- Thomas B. Reverdy, L'ombra vuota, Sironi 2011: Da un autore francese emergente, un noir che ricostruisce momento per momento l'11 settembre 2001, ponendosi domande sul dolore, la paura, la redenzione e la ricerca di comprensione.
- New York, ore 8.45. La tragedia delle Torri Gemelle raccontata dai premi Pulitzer, Minimum Fax 2007
- Sid Jacobson, Ernie Colón, 9/11, Alet 2006
- Philip J. Berg, William Rodriguez, 11 settembre: Bush ha mentito, Editori Riuniti 2006
- Giulietto Chiesa, Zero, Piemme 2007
- 11/9 la cospirazione impossibile, a cura di Massimo Polidoro, Piemme 2007
- Lawrence Wright, Le altissime torri, Adelphi 2007
- Zero². Le pistole fumanti che dimostrano che la versione ufficiale dell'11/9 è un falso, a cura di Giulietto Chiesa, Piemme 2011
- Eraldo Affinati, L'11 settembre di Eddy il ribelle, Gallucci 2011: Eraldo Affinati ha messo a frutto in questo romanzo la sua esperienza con i ragazzi, per raccontare a chi era ancora bambino nel 2001 il più grave attacco terroristico di tutti i tempi e il suo significato nella storia dei popoli del mondo.
- Noam Chomsky, 11 settembre. Dieci anni dopo, Il Saggiatore 2011
- Franco Fracassi, Piano Bojinka, Edizioni Alpine Studio
08 settembre 2011 | | Di Sandra Bardotti |