Alessandro Baricco nel corso della sua carriera ha consigliato libri in qualunque luogo, dalla televisione fino ai teatri passando per riviste e quotidiani. Ma dopo quasi trent’anni di carriera, avrà cambiato le sue preferenze letterarie?
Quali autori considera “imperdibili” nel corso della vita di un appassionato lettore?
Ci sono tre autori che non mi stancherò mai di consigliare: Kazuo Ishiguro, Cormac McCarthy e Javier Cercas, ma il motivo lo capirete solo dopo averli letti…
Foto di Alberto Clementi.
Baricco è schivo come si conviene allo stile dell’autore, «e pensare che col passare del tempo sono migliorato», afferma sorridente. Regista, conduttore, critico, sceneggiatore, pubblicitario e scrittore di fama internazionale. Da quel lontano 1991 in cui esordì con Castelli di rabbia (Rizzoli), finalista della cinquantaseiesima edizione del premio Campiello, di cui l’Editore, «si aspettava di vendere pochissime copie» ha raggiunto grandi vendite sancendo un successo a suo dire annunciato «ero certo che Castelli di rabbia avrebbe venduto molto!». Tra le righe del suo primo romanzo possiamo scorgere le visioni profetiche sul futuro del suo autore: «in quel libro ho inserito tutte le mie visioni, quello che credevo sarebbe stato il mio futuro».
Dopo il primo esordio il successo si consolida con Seta (Rizzoli, 1996) e l’impegno in altre discipline: «stare in un angolo a scrivere non era da me». Arrivarono così le campagne pubblicitarie e le collaborazioni come regista e conduttore televisivo. E fu proprio la televisione, con “Pickwick - Del leggere e dello scrivere” a portare l’autore nelle case di tutti gli italiani. L’arduo compito di raccontare libri in televisione venne vinto grazie a un format: «innovativo per quel tempo nonostante parlassimo di classici, di libri vecchi».
Tra i grandi successi del Maestro spicca inoltre la fondazione nel 1994 della Holden, prima scuola di storytelling in Italia. Baricco - oggi Preside dopo anni di insegnamento - assicura di essere in grado di riconoscere un talento “rotondo”: «la conferma del talento arriva col tempo ma, di norma, i più bravi hanno due caratteristiche: sono i più veloci e arrivano alle soluzioni senza nemmeno porsi le domande».
Tra le ultime opere del Maestro è doveroso citare: The game (Einaudi), il libro più venduto in Italia nella categoria saggistica nel 2018. Internet e le nuove tecnologie vengono illustrate con piglio filosofico mettendo a nudo la rivoluzione mentale che ha gettato le basi per il progresso. «Alcuni uomini illuminati del secolo scorso sognavano di connettere le persone e di abbattere muri. Erano uomini che avevano visto guerre e bombe atomiche e hanno lavorato per digitalizzare il mondo». Quella che oggi è vista come una schiavitù digitale è interpretata da un’angolatura differente e innalzata a valore aggregante della società: «la tecnologia non ci ha resi schiavi ma è stata scelta come mezzo per compiere una rivoluzione culturale che oggi ci riguarda tutti. In questo nuovo contesto anche le élite sono obbligate a mutare velocemente». Un personaggio pubblico mediocre è destinato a bruciarsi, nel mondo moderno “in vetrina”: «è più facile che i mediocri decadano». Ma la vera rivoluzione «avverrà tra 50 anni, quando ci metteranno mano i ragazzi nati nel nuovo secolo, che con queste tecnologie ci convivono da sempre».
In questo 2019 Baricco è tornato a stupire con una versione illustrata di uno dei suoi più grandi romanzi: Senza sangue. Una graphic novel sorprendente con scene inedite non presenti nel romanzo originale per questa nuova edizione edita da Feltrinelli.
Intervista di Alberto Clementi.
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