Le autrici: Marina Addis Saba, Cristiana di San Marzano, Elena Doni, Paola Gaglianone, Claudia Galimberti, Elena Gianini Belotti, Lia Levi, Dacia Maraini, Maria Serena Palieri, Francesca Sancin, Mirella Serri, Simona Tagliaventi, Chara Valentini
Raccolti in ordine cronologico, ecco trecento casi di violenza ""inflitta a donne da mano maschile"", avvenuti in Italia nel corso del 2006. Questi casi sono quelli denunciati: ma quanti altri sono avvenuti di cui non sappiamo niente? Pare che solo il 6% di tutte le violenza finisca con una denuncia. Se leggiamo questo libro e riflettiamo un attimo rimaniamo sgomenti dalla quantità e dall'efferatezza di tanta violenza su persone inermi. Forse tutto ciò non diventa un fatto da prima pagina solo perché non se ne conosce appieno la quantità e la diffusione, perché c'è un silenzio preoccupante che li avvolge.
Il libro intende, elencando quelli di un solo anno campione, far emergere il problema in modo eclatante, e soffermendosi su di una quindicina, mostrare come questa mattanza non meriti alcuna comprensione o giustificazione, e vada assolutamente fermata, attraverso qualsiasi mezzo la legge e il giudizio sociale abbiano a disposizione.
Se, come viene detto nell'introduzione, esistono utili esempi all'estero, perché non prenderli a modello? ecco che cosa in Spagna è stato fatto quando nel 2005 la violenza alle donne è stata considerata una vera emergenza essendo state uccise in quell'anno ben settanta donne, cioè nemmeno i due terzi di quelle uccise in Italia: un tribunale di genere e 430 nuovi procuratori specializzati nel ramo. A quel punto si è rotto il muro del silenzio e le denunce (che possono evitare che alle violenze seguano i delitti) sono cresciute moltissimo.
I casi sono presentati in ordine cronologico, si inizia dal 2 gennaio e si giunge fino al 31 dicembre. Ogni giorno la sua pena si potrebbe dire, ma in questi casi è molto di più di pena è tragedia.
La prima storia racocntata in modo più circostanziato vede come autrice Dacia Maraini e parla di un caso salito (per un periodo non certo lungo) agli onori della cronaca: quello di padre Fedele stupratore di una giovane suora e di molte altre donne presenti per varie ragioni nel convento. Una storia che, come dice la Maraini, ha ""dentro tutta l'Italia di oggi"", ipocrita, misogina, con un uso disinvolto del linguaggio volgare, e la crescente (vista la situazione del mercato del lavoro) possibilità di usare come arma di ricatto la propria posizione influente. Tutto ciò ha portato non tanto all'indignazione per il comportamento violento del frate ma ad una certa bonaria solidarietà maschile.
Cronaca di un delitto annunciato, un delitto che poteva essere evitato se le ripetute denunce di Deborah Rizzato fossero state prese in seria considerazione. Deborah aveva subito una violenza quando aveva solo sedici anni, aveva denunciato il suo aggressore che, risultato poi artefice di molte altre molestie ad altre ragazze era stato condannato a poco più di tre anni di carcere. Una volta uscito di prigione inizia a perseguitare e a minacciare Deborah che, regolarmente sporge denuncia ai carabinieri. Ma non vengono presi provvedimenti contro il persecutore che alla fine uccide con sei pugnalate la ragazza mentre sulla sua macchina sta andando al lavoro.
Sono quindici i casi su cui le scrittrici hanno scelto di fare degli approfondimenti, qui ne segnaliamo solo alcuni per le loro caratteristiche emblematiche e per la possibilità che esisteva di prevenire il crimine se ci fosse stata maggiore attenzione e premura da parte delle forze dell'ordine e della stessa società.
Ecco così l'approfondimento di Claudia Galimberti su due fatti che vanno segnalati proprio per dimostrare che non sempre la violenza brutale maschile nasce dal degrado e dalla miseria.
Francesca Baleani viene ritrovata avvolta in un sacco, dentro un cassonetto dell'immondizia, in condizioni gravissime, ma ancora miracolosamente viva. L'ambiente in cui Francesca vive è borghese e benestante, così come lo è l'ex marito da cui si è separata ma con cui mantiene rapporti civili. Eppure è proprio lui che gli inquirenti sospettano per primo per dei graffi sul viso, segni di una collutazione recente. Alla fine confessa: è stato un raptus, volevo tornare con lei ma lei non voleva... Ma tutto invece fa pensare alla premeditazione. Francesca, dopo 23 giorni di coma e quattro mesi di ospedale, si è lentamente ripresa, anche se lo choc subito le ha lasciato segni nell'anima e nel corpo difficili da cancellare. La lettera di Francesca al Guardasigilli, riportata interamente nel libro è di una dolorosa chiarezza e tutti dovrebbero leggerla e rifletterci, in particolare chi ha dimostrato una paradossale ""pietà"" per il suo assassino (perché lo è, anche se Francesca è viva, lui voleva ucciderla).
Altre, innumerevoli storie, talvolta finite con l'arresto prima che la violenza venisse perpetrata, altre e molto più spesso, solo quando i segni delle percosse bruciavano i corpi delle donne, altre ancora quando era solo un cadavere a testimoniare l'odio inconsulto di uomini assassini. Violenze orribili come punizione per donne colpevoli solo di voler vivere, orrori che lasciano sempre e comunque ferite.
Un libro che, pagina dopo pagina, fa crescere la rabbia per questa umanità che non sa difendere i deboli e che non sa prevenire delitti annunciati.
Le autrici vanno ringraziate per un lavoro di scavo e d'indagine e per aver saputo comunicare i fatti con la durezza necessaria ma senza nessun eccesso: già così è tutto orrendamente eccessivo.
Nelle grandi città o in piccoli paesi, al nord come al centro come al sud Italia, nelle periferie degradate o nelle case borghesi: ovunque vengono compiuti atti gravi, se non gravissimi, nei confronti delle donne.
Bisogna che al più presto sia fatto qualcosa per cambiare questa deriva dei rapporti tra i generi perché la violenza nei confronti delle donne è di certo una delle piaghe maggiori del nostro civilissimoPaese.
Le prime pagine
Introduzione
È la punta di un iceberg quella che emerge nelle pagine di questo libro. Abbiamo raccolto, in ordine cronologico, circa trecento casi di violenza inflitta a donne da mano maschile, avvenuti in Italia nel corso di un anno, il 2006. Quello che abbiamo selezionato è solo un campionario di vicende, per motivi diversi, particolarmente rappresentative. Si tratta di casi accomunati da due caratteristiche: primo, essi sono diventati pubblici, ne hanno scritto, cioè, agenzie di stampa e giornali; secondo, se ciò è successo è perché erano delitti per i quali vigeva, per il magistrato, la procedibilità d'ufficio, oppure perché essi sono stati denunciati dalle vittime. Insomma: si tratta di omicidi o tentati omicidi, oppure si tratta di stupri o di tentativi di stupro o, ancora, di aggressioni o violenze d'altro genere. Ed ecco che l'iceberg, oltre questa punta, sotto i nostri occhi comincia ad allargarsi. Per ogni stupro o aggressione denunciati, per ogni omicidio scoperto, quante violenze contro le donne rimangono coperte dal silenzio? Il non detto e il buio sono condizioni che non permettono quantificazioni aritmetiche certe. Si sa che nel 2006 sono state 112 le donne uccise da un marito, un fidanzato o un ex, vittime cioè di un «amore criminale», come diceva il titolo di una bella trasmissione di Rai Tre. Mentre nel nostro paese diminuisce il numero generale degli omicidi, aumentano quelli di cui sono vittime le donne. Il ministero dell'Interno ha registrato, poi, negli stessi dodici mesi, 4500 denunce per violenze, abusi, aggressioni, sporte da donne a polizia e carabinieri. E la più recente e approfondita ricerca in proposito condotta in Italia, quella elaborata dall'Istat, durata ben cinque anni e presentata il 21 febbraio 2007 a Palazzo Chigi, basata su un campione di 25 mila donne tra i 16 e i 70 anni, ha dato un risultato agghiacciante: in Italia il 91,6% degli stupri non viene denunciato; la percentuale cresce quando si parla di aggressioni non sessuali: passa sotto silenzio il 96% delle ingiurie fisiche subite, per mano maschile, dalle donne.
Facciamo un po' i conti: intorno a quel 6%, in media, di aggressioni che arrivano agli onori delle cronache c'è un mare immenso di violenze delle quali non si sa niente. Accorpando abusi sessuali e aggressioni fisiche: «Negli ultimi 12 mesi il numero delle donne vittime di violenza ammonta a 1 milione e 150 mila», si legge nell'indagine Istat. Ma non è finita, l'iceberg cresce e si allarga ancora, perché la violenza non è solo fisica. Violenza sono le molestie sessuali nei luoghi di lavoro così come lo stalking, cioè la persecuzione ossessiva. E la violenza è anche psicologica: quell'uso sistematico di ingiurie, deprezzamenti, intimidazione, che costituisce, all'interno di un rapporto di coppia, uno degli ingredienti classici del maltrattamento.
Ma perché noi autrici, questo libro, abbiamo voluto scriverlo? Perché, ragionando tra noi, a un certo punto ci siamo rese conto che in Italia, più che nel resto del mondo ricco e democratico, è in corso, inavvertito, un cortocircuito.
Negli anni a cavallo tra la fine dei Sessanta e i Settanta si è svolta la grande guerra di liberazione, quel femminismo che - ha detto qualcuno - è l'unica rivoluzione che il Novecento ha potuto consegnare, senza necessità di abiure, al nuovo secolo. Ed è anche a partire dalla sua pressione che, a cominciare dagli anni Settanta, nel nostro paese è cominciata la produzione di leggi che danno corpo all'articolo 3 della Costituzione e sanciscono o promuovono una parità effettiva tra i sessi: divorzio, tutela delle ragazze madri, consultori familiari, riforma del diritto di famiglia, pari condizioni sul lavoro, interruzione volontaria di gravidanza, violenza sessuale.
© 2008, Editori Laterza
Amorosi assassini. Storie di violenze sulle donne
XIII-263 pag., 16 € – Edizioni Laterza 2008 (I Robinson. Letture)
ISBN 978-88-42-08514-0Le autrici
24 luglio 2008 | Di Grazia Casagrande |
Quattromilacinquecento le donne che hanno denunciato aggressioni, stupri, molestie e maltrattamenti. Centododici quelle che sono rimaste uccise. È la cronaca di un anno, ma niente più che la punta di un iceberg. Il numero reale delle vittime è agghiacciante: un milione e centocinquantamila donne maltrattate, picchiate, violentate o uccise. Tredici autrici stilano una impressionante cronologia dell'orrore, per raccontare una guerra che si fa ogni giorno più cruenta.
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