""Quando me l'ha detto di nuovo, mi è venuto da abbassare lo sguardo. Mi è venuto da pensare che un diciottenne che alla sua prima elezione rinuncia a votare, gli abbiamo rovinato la festa di compleanno.""
Ho letto da trentenne un libro scritto da un trentenne sulla scuola, gli studenti di oggi.
Pensavo di trovare un abisso profondo, tra i liceali di oggi e quelli della mia generazione. Distanze e differenze. E in effetti ho trovato dei mutamenti e a volte anche sostanziali. Ma mi sono anche scoperto uguale, ai liceali di oggi, in quelle che possono essere le paure, i desideri, le timidezze, le tristezze e le gioie.
Andrea Bajani, ha condiviso tre gite di classe con tre scolaresche. Studenti di Torino, Firenze e Palermo sono diventati suoi compagni di viaggio. Le destinazioni, Praga e Parigi, luoghi in cui scoprire, indagare personalità. Bajani scrive a proposito del suo progetto: “non ne potevo più di vedere questa generazione raccontata sempre e soltanto come un branco indistinto di depressi, composto di picchiatori e prostitute in erba”.
Il risultato è un libro-reportage con lo stile di un romanzo. Tanti nomi propri di ragazzi diventano personaggi. Ruotano intorno allo scrittore infiltrato. Si prendono la scena. Come se stessimo assistendo al più classico dei documentari, quelli da telecamera in spalla e via, quelli da “dimmi quello che vuoi, se vuoi”.
Una generazione new technology, sarà brutto questo vizio di affibbiare etichette, ci casco anche io, ma è questo uno dei segni più marcati della distanza che intercorre tra lo studente di oggi e quello di ieri. Quello di oggi conosce e sfrutta le potenzialità della telefonia mobile forse meglio di un progettista nokia. Sa tutto su social network, aggregatori, msn e youtube. Soprattutto, questo percepisco dal racconto di Bajani, non si fa alcuna menata mentale sull’utilizzo dei nuovi media. La generazione di ieri, la mia e quella di Bajani, è stata una generazione di passaggio per la new technology, ovvero l’ha vista nascere e progredire. Ha potuto vivere il prima e il dopo. Saggiare un fidanzamento con e senza telefonino, ha registrato su cassetta, poi ha masterizzato su cd e infine è salita sul mulo assaporando la comodità del download. Può dare un giudizio, può essere bigotta e retrograda, salire sul piedistallo, condannare. La generazione di oggi non sa niente del prima. E il mondo sembra essere sempre stato questo, per cui è naturalissimo contattare un amico su msn, ed è altrettanto naturale che questo amico sia una persona mai vista e che forse mai vedrà. È un libro che fa sorridere. Che non nasconde i tratti più ironici degli insegnanti e degli studenti. E nemmeno l’autore non si sottrae a una buona dose di autoironia. In fondo il suo è un po’ un viaggio masochista.
Sono cambiati i genitori che ti aspettano a casa. O che forse non ti aspettano proprio. C’è un agrodolce spunto narrativo che Andrea Bajani non approfondisce, sul rapporto genitori e adolescenti di oggi che meriterebbe più spazio. Ma non è detto che Bajani non programmi una seconda missione da infiltrato, chiedendo ospitalità come ragazzo alla pari in qualche famiglia.
Una pecca questo divertente e illuminato libro però ce l'ha: la scelta delle scolaresche. Avrei preferito non sono licei. Ma anche istituti professionali, alberghieri, etc. Per poter dare un quadro più esauriente dello studente di oggi.
L'inchiesta di Wuz: la scuola è il futuro dell'Italia
Prime pagine
E cosi per la seconda volta è finita la scuola. Giuro che è con un sospiro pieno d'affetto che, sfiancato su un seggiolino metallico dell'aeroporto di Praga, ho visto il loro aereo alzarsi in volo di fronte ai miei occhi. Da dietro la vetrata dell'imbarco Ca, mangiando con foga palatine cecoslovacche, ho seguito il charter rullare tenacemente sulla pista, sfilarmi di fronte con brio, e poi prima impennare, quindi prendere il ciclo e andarsene su. E giuro che li, seduto abusivamente in mezzo a centinaia di altri passeggeri in partenza credo per Madrid, con indosso un'assurda felpa turistica con su scritto Praha Drinking Team, giuro di aver pensato, con un sospiro pieno d'affetto, «Mai più». Cosi ho seguito con una certa partecipazione il decollo del volo charter per Palermo, un trabiccolo di una pressoché anonima compagnia aerea che dopo aver percorso a rotta di collo qualche centinaio di metri di pista ha puntato contro le nuvole, e poi dopo un po' non s'è visto più. Dentro c'erano sessanta liceali palermitani di ritorno da una gita di classe, la maggior parte dei quali con indosso un'assurda felpa turistica con su scritto Praha Drinking Team identica alla mia. Fino a un'ora prima insieme a loro c'ero anch'io: una specie di compagno di banco molto ripetente, un trentenne ostaggio di un drappello di ragazzi tra i loro risolini divertiti e la compassione sadica dei prof. A testimonianza resta l'ultima foto di gruppo scattata prima dell'imbarco dei ragazzi, le loro facce che fissano l'obiettivo, e il mio sguardo ormai inequivocabilmente postumo. Così sono rimasto seduto da solo al gate C2 dell'aeroporto, lo zaino in terra, la carta delle palatine schiacciata dentro la tasca, e come unico pensiero un mal di testa stazionario. Nel frattempo i passeggeri diretti a Madrid sono scivolati dentro quel cordone ombelicale che riempie di persone le pance degli aerei. Una signora molto gentile mi ha persino sollecitato a imbarcarmi, ma le ho fatto capire che io non c'entravo niente, con il volo per Madrid. Ha anche insistito un po', nonostante tutto. Le ho fatto un segno con la mano che sintetizzato significava «Se lei sapesse che cosa ho passato nell'ultimo mese, se lei potesse anche soltanto immaginare che cosa ho visto, in quel mese, capirebbe il mio stato di prostrazione fisica». Dopo aver seguito l'aereo per Madrid manovrare goffo sul piazzale e poi partire lancia in resta sulla pista, ho preso il taccuino e ci ho scritto sopra «Fine».
© 2008, Einaudi
Andrea Bajani – Domani niente scuola
152 pag., 17,00 €- Edizioni Einaudi 2008 (Super ET)
ISBN 978-88-06-19415-4 L'autore
03 novembre 2008 | Di Francesco Marchetti |
In un momento come questo in cui l'universo degli adolescenti viene studiato soltanto col cipiglio perplesso degli entomologi, con l'atteggiamento diagnostico degli psicologi o con la verve scandalistica dei cronisti, Andrea Bajani ha deciso di calarsi tra i ragazzi delle nuove generazioni. È ritornato prima tra i banchi di scuola (a Torino, Firenze e Palermo) e poi in gita di classe a distanza di 15 anni dal suo esame di maturità. Il risultato è un reportage ironico sull'Italia dei teenagers, raccontato da un infiltrato, poi diventato in qualche modo ostaggio dei ragazzi, tra chiacchiere sul pullman, foto di classe e improbabili discoteche turistiche.
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