Valerio Berruti - Golgota - parte dell'affresco e pastello a olio su juta del 2010 da cui è tratta l'immagine di copertina
Con ventuno lettere si può costruire e distruggere il mondo, nascere e morire, amare, soffrire, minacciare, aiutare, chiedere, ordinare, supplicare, consolare, ridere, domandare, vendicarsi, accarezzare.
Sarà la copertina con un'opera di Valerio Berruti, sarà la dimensione contenuta del volume (abitualmente un pregio), sarà il nome di Bajani garanzia di scrittura intensa ed emotiva all'apparenza, quanto strutturata e tecnica nella sostanza, ma con questo libriccino è arrivata in redazione anche una ventata di ossigeno, in mesi in cui le novità degne di questo nome (diciamoci la verità) si contano sulle dita di una mano o poco più.
La formula è quella del racconto breve, declinato secondo un ordinamento alfabetico che esordisce con una madeleine che tutti possono condividere, perché tutti hanno assaggiato, e che sottende ricordi e sentimenti comuni: grandi e colorate consonanti e vocali, scoperte i primi giorni di scuola.
A ogni lettera dell'alfabeto sono legate due brevi storie - al passato o al presente -, piccoli fatti quotidiani o grandi momenti dell'esistenza osservati e narrati dall'esterno, mai in prima persona.
Il maestro apre la scatola che contiene le lettere di legno che serviranno per imparare l'alfabeto quando iniziamo a leggere questo libro, e poi richiude tutti quei simboli nella scatola alla fine della nostra lettura. Un po' come un mago che da quella scatola abbia fatto scaturire ogni pensiero del mondo, come se dalla cornucopia che contiene l'alfabeto possano emergere tutte le verità, e le lettere gestiscano potenzialmente tutte le storie del mondo perché con esse si costruiscono e si raccontano.
L'idea è brillante, la scrittura efficace, alcuni racconti più di altri spingono alla riflessione, fanno emergere il ricordo bagnati da una doccia di empatia. Ma questa volta Bajani ha intinto troppo il cucchiaio nel barattolo della marmellata al gusto retorica causandoci qui e là un picco glicemico, o, se preferite, ha volato con le sue ali (perché le ali le possiede, questo è fuori di dubbio!) troppo vicino alla carta moschicida e ci è restato più volte invischiato.
Pericoli del mestiere, discese ardite che tuttavia sono presto dimenticate grazie alle risalite.
di Giulia Mozzato
Andrea Bajani - La vita non è in ordine alfabetico
130 pag., 12,50 € - Edizioni Einaudi 2014 (L'Arcipelago Einaudi 209)
ISBN 978-88-06-21321-3
Una vera e propria commedia umana in cui un piccolo gesto, o una parola, può diventare la chiave per capire noi stessi e cercare quella cosa che, anche se con qualche sospiro, vogliamo ancora chiamare felicità.
Il giorno in cui il maestro insegna ai bambini l'alfabeto è la fine e l'inizio di un mondo. La fine di un mondo in cui le cose succedevano e basta, e l'inizio di uno in cui possono essere messe in fila indiana in forma di parole. La vita intera passa attraverso le molteplici combinazioni di quelle ventuno lettere: sorprese, delusioni, imprevisti, nascita e crescita, persino la morte. Quaranta storie lievi e profonde, commoventi e allegre. In ogni racconto è la vita che si manifesta. Sono epifanie scovate quasi per caso nelle pieghe del quotidiano: lo smarrimento di una donna di fronte alla rottura di un braccialetto dei desideri, lo stupore di un quarantenne che torna a scuola per un corso di lingua, la dignità di chi dopo anni di psicoterapia prova a farcela da solo, l'eccitazione di un bambino a cui è affidato un segreto più grande di lui, il piacere di rimettere in circolazione una banconota falsa ricevuta a tradimento...
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