Saint'Mnà, spiagge contigue e altre bellezze del Gargano
""La pazienza ha un limite, Pazienza no.""
Frigidaire, 1981 - in occasione della prima apparizione di Zanardi
Troppo presto e troppo sbrigativamente Pazienza è stato relegato nell'ambito della paraletteratura e, di conseguenza, snobbato dalla ristretta cerchia dei ""letterati di professione"": artista maledetto, autore di fumetti, soprattutto.
Ma l'opera di Paz non può essere indiscriminatamente accomunata a un qualunque fumetto artigianale d'intrattenimento: superato lo stupore iniziale per gli straordinari disegni, spesso limitati a poche linee stilizzate ma non per questo meno espressivi, subentra il piacere di lasciarsi trasportare dalle incredibili doti narrative dell'autore, che ci racconta avventure di volta in volta tristi, scanzonate, ironiche, crudeli, violente... ma sempre travolgenti.
C'è poi un aspetto più squisitamente linguistico e formale. L'uso che Pazienza fa del linguaggio, la perfezione raggiunta nella mimesi del parlato, seppur di un'oralità gergale e di registro basso, è stata da alcuni accomunata a quella di Dante, Ruzante, Rabelais... un paragone forse azzardato, ma degno di approfondimento.
In un'epoca ed in un luogo già di per sé molto fertili per questo scopo, la Bologna universitaria negli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, dove ogni forma di comunicazione e d'intrattenimento, anche la più popolare ed edonistica, assumeva inedite valenze artistiche e semiologiche, Paz ha innalzato il fumetto al suo massimo livello di esteticità, e poi è stato un po' dimenticato.
Complici, forse, le costose edizioni rilegate che hanno precluso un'approfondita conoscenza di questo autore a chi, come me, si è perso gli anni di Frigidaire.
In occasione di un triste anniversario (sono trascorsi vent'anni dalla sua morte) Fandango ricorda l'artista con un volume ricco di tavole e fotografie a colori (ma in brossura e quindi un po' meno costoso), che racconta il rapporto di Pazienza con la Puglia, sua terra d'origine.
Un aspetto, questo, ancora poco conosciuto di Paz, abitualmente associato alla città di Bologna, ma ricco di risvolti delicati e giocosi che si leggono, ad esempio, nelle divertenti ""figure storiche"": brevi episodi autobiografici legati a quelle figuracce che tutti facciamo e che tanto ci tormentano da ragazzini.
Così veniamo a sapere che il diciassettenne Andrea fu costretto a scoprire ed esplorare ""le spiagge contigue"" a quella di San Menaio, da lui normalmente frequentata ""e le altre bellezze del Gargano"" perché inseguito da un contadino comprensibilmente infuriato dopo una strage di galline...
Da aneddoti dell'infanzia dell'autore, scaturisce anche Un'estate, l'avventura che dà il titolo alla raccolta.
Un'estate assai normale e comune, fatta di giornate a caccia con il padre e di interminabili pomeriggi assolati, noiosi, immobili. Tuttavia nell'opera di Pazienza nulla è normale o comune e così anche le esperienze più banali si arricchiscono di riflessioni profondissime e di momenti esilaranti.
Più vicine al Paz che siamo abituati a conoscere sono invece le atmosfere del divertentissimo Il partigiano, storia di un moderno partigiano munito di vespa e soldi chiesti alla madre e della sua solitaria resistenza al regime comunista installatosi a S. Severo, ribattezzata per l'occasione Cafograd. Il fervente ma ingenuo idealismo del giovane protagonista si scontra tuttavia con la dura realtà, nella forma di due sgherri del regime, del tutto privi di scrupoli.
L'entusiasmo lascia quindi il posto al rimorso, al pentimento, alla nostalgia di casa: ""Maledetto il giorno in cui sono partito partigiano!""
""Cazzo, certo che per me è proprio finita! Fino a poco fa ero uno chiunque, e ora non posso nenanche andare a prendermi un latte macchiato all'Alma bar! Senza contare che ho pure una coscenza, ci mancava solo lei!""
Ci sono poi i manifesti realizzati per il Camping Calenella, di proprietà di alcuni amici dell'autore, dove s'incontrano scheletri abbronzati, pantere di città e spassosi personaggi di jacovittiana memoria; o ancora le strabilianti tavole a colori, veri e propri quadri, da cui traspare in pieno la cultura artistica del disegnatore.
Un autore quanto mai attuale ed importante, specialmente in anni in cui, in nome di un perbenismo di facciata, pubblico e critica sono sempre più inclini a condannare pregiudizialmente un'opera soltanto sulla base di veri o presunti contenuti ""scandalosi"" (fatto, questo, che può costituire un freno per la fantasia e l'audacia delle nuove leve di artisti, nonché per le loro possibilità di indagine critica della realtà).
Ed è anche per questo motivo che rileggere Pazienza oggi è un'esperienza non solo piacevole ma fondamentale per una migliore comprensione della nostra storia artistica, letteraria e, più in generale, socioculturale.
Di Carlotta de Lorenzo
Un brano e una tavola
""Siamo di San Severo, in provincia di Foggia, e da San Severo il Gargano dista solo due passi. Il Gargano è una motagna sacra. Nel suo interno, divampano credenze bestiali, per i suoi sentieri arrancano ancora colonne di muli stracarichi, le apparizioni di santi e angeli e madonne si moltiplicano e si sommano col passare degli anni, un abitante su tre ha avuto visioni, una famiglia su tre ha in casa un miracolato. Miniera inesauribile per antiquari e poeti e calciatori, è intatto, tuttora intatto, e lo resterà probabilmente per chissà ancora quanto tempo.""
© 2008 Fandango Libri
Andrea Pazienza - Una estate. Saint'Mnà, spiagge contigue e le altre bellezze del Gargano
Pubblicato in occasione della mostra Vite ImPazienti 19 luglio - 24 agosto Vico del Gargano e San Menaio (FG)
138 pag., ill., 25,00 € - Edizioni Fandango 2008
ISBN 978-88-6044-066-2L'autore
05 settembre 2008 |
"Andrea Pazienza è nato a San Menaio, Foggia, ed è praticamente pugliese, pur vivendo tra Bologna e New York." In questo modo Andrea Pazienza, pur essendo in realtà nato a San Benedetto del Tronto, reinventava la sua biografia, sottolineando un rapporto privilegiato con una regione, la Puglia, e con la terra paterna, il Gargano, terra d'elezione del suo immaginario. San Severo "la città del mio pensiero dove prospera la vite e l'inverno è alquanto mite", San Menaio (Saint'Mnà) tra Peschici e Rodi Garganico, la Foresta umbra e gli scorci di promontorio con le Tremiti in lontanza: è la geografia di un Gargano realistico e trasfigurato a essere protagonista di alcune delle più belle storie a fumetti realizzate da Pazienza. Ne "Il Partigiano", quando i carriarmati comunisti invadono San Severo è sul Gargano che un solitario Pazienza si dà alla macchia per condurre la sua originalissima resistenza. "Una estate" coglie le atmosfere e i sapori della bella stagione, i riti familiari della villeggiatura, l'indolenza dei pomeriggi assolati e pigri. Le stesse atmosfere, che in maniera canzonatoria, impregnano le tavole di "Tipi da spiaggia", "Rita e Caffè" e in maniera corrosiva quelle de "Il perché delle anatre". Completano il volume una sezione di disegni inediti e caricature dedicate al "Camping Calenella" e ai suoi frequentatori, i suggestivi scorci pittorici della costa, quadri, scritti e canzoni intervallati da una ricca galleria fotografica in bianco e nero e a colori.
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