Più che riflettere osservando l’acqua del lago, Vitali saluta e stringe mani, più che immaginare storie fantasiose, porge l’orecchio agli sfoghi personali e alle lamentele dei suoi concittadini. Forse a Bellano abbiamo scoperto il suo segreto. Lungo il percorso c’è un vero e proprio mondo che si rivela: la CASA DEL PREVOSTO con annessa ovviamente la residenza della perpetua, che sappiamo chiamarsi SCUDISCIA, dopo aver letto La mamma del sole il CIRCOLO DEI LAVORATORI, sì, proprio quello del Meccanico Landrù Il simbolo del rigore e del mistero: la CASA DELLA Signorina Tecla Manzi - ""il prototipo della zitella per vocazione e per destino"" -, che ovviamente è sempre esistita e che anzi è ancora viva, in un ospizio da qualche parte, probabilmente ignara della sua stessa fama. E poi in un attimo, prendi una stretta viuzza in discesa che chissà quante volte il suo brigadiere Maccadò avrà percorso alla caccia di presunti lestofanti, proprio come avviene nel romanzo La modista, e ti ritrovi proprio davanti a quella distesa placida e grigiastra che è il LAGO DI COMO. Temo che anche l’incaricato del comune, che potrebbe essere lo stesso sindaco, sia caduto nello stesso mio errore, quando ho confuso l’afflato poetico di Manzoni con il piglio divertito e sornione di Andrea Vitali.
“Dopo aver letto decine dei suoi libri, racconti e ricette compresi, Bellano dovrei conoscerla” mi dicevo mentre il treno regionale avanzava lentamente tra le curve e le gole del Lago di Como, sponda orientale...
Inizia così l'avventura di Annalisa alla scoperta dei luoghi di uno scrittore italiano tra i più legati al territorio in cui vive, tra vicoli e finestre cieche, locande e negozi di oggetti vintage, metri e metri di stradine percorse salutando tutti gli abitanti incontrati - uno dei quali allunga a Vitali i risultati delle sue analisi del sangue...
Seguiamola come il nostro Virgilio, in attesa dell'uscita di Quattro sberle benedette.
“Dopo aver letto decine dei suoi libri, racconti e ricette compresi, Bellano dovrei conoscerla” mi dicevo mentre il treno regionale avanzava lentamente tra le curve e le gole del Lago di Como, sponda orientale.
Mi mancava solo respirarne l’aria, quella bruma quasi densa tipica delle località lacustri. Anche da quel punto di vista la giornata sembrava perfetta: uggiosa, cielo coperto e grigio, acqua del lago leggermente increspata.
Chissà perché mi aspettavo, alla fine di quell’ora di viaggio da Milano centrale, di trovare un borgo dal prevalente carattere cupo, un posto un po’ triste in cui la malinconia della distanza dalla metropoli stende il suo lugubre velo…
Evidentemente - e ora che ci sono stata e ho avuto il piacere di trascorrerci una giornata lo posso dire - stavo confondendo sia il poeta che la poetica.
Alla stazione Andrea Vitali è puntuale.
Ci accoglie con strette di mano e mezzi sorrisi, dissimulando l’imbarazzo. Il programma della giornata è quello di fare un giro per la cittadina lacustre per conoscere i luoghi in cui lo scrittore ha ambientato i suoi romanzi.
Bellano non è soltanto la cornice delle storie di Andrea Vitali, ma è un vero e proprio personaggio con un ruolo da protagonista.
Basta percorrere la via che porta dalla stazione fino al centro per rendersi conto che quel personaggio in realtà lo conosciamo già. È così, ad esempio, che il FIUME ORRIDO ci si presenta davanti all’improvviso, come un vecchio parente malaticcio e fetido.
Che sia orrido davvero lo abbiamo sempre saputo: è tetro e gorgheggia, scende scuro tra due pareti ripide e rocciose. Durante la sua passeggiata Andrea Vitali lo ignora e passa avanti, non gli è mai piaciuto quel fiume, troppi giovani decidono di suicidarsi nelle sue acque.
Eppure il suo romanzo Di Ilde ce n’è una sola si apre con una lunga e poetica descrizione di questo fiume.
Il luogo su cui si sofferma di più durante questa immaginaria prima tappa turistica alla scoperta della sua Bellano, è il VECCHIO COTONIFICIO CANTONI, situato esattamente di fronte alla scuola elementare.
A questo punto scopriamo due cose: la prima è che fare il mestiere di scrittore, almeno per come lo fa Andrea Vitali, significa spesso dare vita alle cose, gettando luce negli angoli oscuri e aspettando che ne venga fuori un racconto. La seconda è che il cotonificio è diventato presto, agli occhi di tutta la compagnia, uno dei suoi personaggi, anche se non è mai stato teatro di alcuna vicenda. Almeno non fino ad ora...
La sosta al vecchio cotonificio è solo il volano per addentrarci all’interno dell’anima pulsante del paese.
Attraversando un piccolo incrocio la strada diventa piazza, la piazza si restringe in un viale lastricato e il viale si restringe ancora diventando un impervio sentiero in salita.
Lungo il percorso c’è un vero e proprio mondo che si rivela: la CASA DEL PREVOSTO con annessa ovviamente la residenza della perpetua, che sappiamo chiamarsi SCUDISCIA, dopo aver letto La mamma del sole; l’ex carcere appena acquistato dal palazzinaro di turno; il CIRCOLO DEI LAVORATORI, sì, proprio quello del Meccanico Landrù e la SEDE DEL PARTITO COMUNISTA, nascosta in uno dei tanti cortili petrosi che si aprono sulla via principale che si chiama, neanche a dirlo, Via Manzoni.
Entrando in uno di questi cortili, seguiti da qualche abitante del luogo curioso di sentire cosa fa questo strano gruppo di turisti, vediamo forse la casa più famosa di Bellano, quattro piani di cemento e neanche un terrazzino. Il simbolo del rigore e del mistero: la CASA DELLA Signorina Tecla Manzi, che ovviamente è sempre esistita e che anzi è ancora viva, in un ospizio da qualche parte, probabilmente ignara della sua stessa fama.
Dopo quasi un’ora, tra vicoli e finestre cieche, locande e negozi di oggetti vintage, dopo metri e metri di stradine percorse salutando tutti gli abitanti che incontriamo - uno dei quali gli ha anche allungato i risultati delle sue analisi del sangue - Andrea Vitali, l’ex medico condotto che continua a prescrivere le sue ricette anche adesso che la Mutua lo ha messo in pensione, non ci ha ancora fatto vedere il Lago.
E poi in un attimo, prendi una stretta viuzza in discesa che chissà quante volte il suo brigadiere Maccadò avrà percorso alla caccia di presunti lestofanti, proprio come avviene nel romanzo La modista, e ti ritrovi proprio davanti a quella distesa placida e grigiastra che è il LAGO DI COMO.
Se potesse parlare e avesse un preciso accento, questo lago avrebbe la voce di Andrea Vitali: sornione, mite e placidamente divertito.
Mentre guardo il lago rapita, ripensando alle prime pagine di un altro suo riuscitissimo romanzo in cui viene descritto magistralmente, Galeotto fu il collier, un rumore ci fa sobbalzare, è il BIPLANO DI EPOCA FASCISTA che, ogni sabato mattina, il presidente del circolo della vela rimette in moto per fare la gitarella con la sua figliola.
Capisci allora che non c’è nessuna fiction nelle storie di Andrea Vitali.
Ci sono persone vere, storie ascoltate mille volte dalle vecchie del paese, luoghi capaci di raccontare con le loro finestre e i loro vetri, anche o forse soprattutto quando restano chiusi.
Capiamo quindi che non è vero per niente quello che dice il comune di Bellano, che ha fatto incidere una targa davanti alla PANCHINA in cui Vitali era solito sedersi.
Sulla targa, che in effetti ricorda un’iscrizione mortuaria e che ha causato l’immediato allontanamento dello scrittore dalla famosa panchina, il Comune ha scritto “Questa è la panchina sulla quale abitualmente lo scrittore bellanese Andrea Vitali sosta. Da questa panchina scruta e guarda, origlia e ascolta e il più delle volte si alza con ottime idee”.
Temo che anche l’incaricato del comune, che potrebbe essere lo stesso sindaco, sia caduto nello stesso mio errore, quando ho confuso l’afflato poetico di Manzoni con il piglio divertito e sornione di Andrea Vitali.
Più che riflettere osservando l’acqua del lago, Vitali saluta e stringe mani, più che immaginare storie fantasiose, porge l’orecchio agli sfoghi personali e alle lamentele dei suoi concittadini.
Alla domanda se mai si deciderà a scrivere una storia ambientata ai nostri giorni, dopo aver descritto benissimo l’epoca fascista, il dopoguerra, gli anni Sessanta e Settanta, Vitali nega.
Cosa c’è di più divertente che prendere i personaggi di oggi, con la loro umanità e i loro difetti, e farli muovere nel passato?
Forse a Bellano abbiamo scoperto il suo segreto.
Sulla via del ritorno, dopo questa piacevole giornata, siamo pieni di curiosità. Per fortuna possiamo sfogliare in anteprima le prime pagine del suo prossimo romanzo Quattro sberle benedette, in uscita 28 aprile.
Adesso iniziamo la lettura con la netta sensazione di sapere già tutto, o quasi tutto.
Reportage di Annalisa Veraldi
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