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Dall'e-book in self-publishing alla libreria, 5 ristampe in 3 settimane e il romanzo è subito in classifica.
Ti prego, lasciati odiare di Anna Premoli - una commedia brillante sulla competizione uomo-donna nel mondo del lavoro, con annessi sentimentali -, è un nuovo caso interessante di auto-promozione che diventa successo.
ANNA PREMOLI CON QUESTO ROMANZO HA VINTO IL PREMIO BANCARELLA 2013
Lei parla della scrittura come ""metodo antistress"", ma la sua biografia racconta anche la storia di una donna esperta di mercati finanziari e dunque in sintesi dotata di forti capacità di analisi.
Quanto ha influito questa sua preparazione nella creazione dei suoi romanzi? Quanto sono frutto di una corretta analisi, di uno studio degli elementi del romanzo rosa da ricomporre per dare vita a un libro destinato al successo?
Non ho mai scritto nulla pensando che un giorno l'avrei pubblicato, quindi non c'è stato più di tanto grande lavoro di preparazione o di ricerca.
Scrivere mi serviva e mi serve ancora per staccare, per svagare la mente. Io poi scrivo a braccio, senza decidere prima come evolverà la storia.
L'idea nasce proprio mentre sto scrivendo. Sono i personaggi, man mano che gli do vita, a indicarmi la strada da seguire.
Quando ha deciso di auto-pubblicare i suoi libri immaginava già questa attenzione da parte del pubblico? Al di là dei titoli, certamente ben scelti, che strategia ha adottato per farsi notare nel mare magnum del self-publishing? Basta il passa-parola? È necessaria anche una strategia marketing tra blog, social network e altro? Quali consigli darebbe a un'aspirante scrittrice che volesse tentare la sua stessa strada?
Mi sono trovata autopubblicata solo perché mio marito mi ha forzato la mano e ha deciso di provare per gioco questa strada dopo che io mi ero rifiutata di mandare il testo agli editori classici.
Nel mio caso è bastato il passaparola, anche perché non ho mai voluto farmi alcun tipo di pubblicità: niente blog, niente social network, niente di niente. È stata una scelta voluta.
I risultati inattesi hanno stupito prima di tutto me stessa. Ero convinta che il mio libro sarebbe rimasto nascosto nel mare di libri proposti.
Dopo aver sperimentato il successo nel self-publishing arriva quello tradizionale del libro stampato (può raccontarci brevemente come è nata la collaborazione con Newton?). Il suo romanzo è entrato tra i primi titoli nella classifica nazionale. È cambiato il suo approccio alla scrittura? Diventerà la sua principale attività?
La Newton è molto attenta alle classifiche dei vari store di ebook e vedendo recensioni e dati di classifica dei miei libri mi ha contatto direttamente l'agosto scorso.
Hanno letto Ti prego lasciati odiare, gli è piaciuto e mi hanno voluta con loro. Ma non è proprio mia intenzione fare della scrittura il mio lavoro: ne ho già uno che mi piace molto.
L'approccio alla scrittura rimane poi sempre lo stesso: scrivo quando ne ho voglia, senza forzarmi, quando sento nascere l'esigenza.
Le ambientazioni italiane dei romanzi rosa funzionano raramente. Infatti il suo romanzo è ambientato a Londra. Una scelta legata a esperienze autobiografiche?
Non esattamente. Ho scelto Londra in omaggio ai romanzi regency anglosassoni, ma anche perché è una realtà che tanti italiani conoscono.
I suoi protagonisti lavorano per una banca d'affari londinese. Lei ha lavorato per la ""famigerata"" J.P. Morgan. Anche qui, quanto di autobiografico troviamo nel romanzo? Nella caratterizzazione dei personaggi troviamo elementi ispirati alla realtà?
È chiaro che conosco l'ambiente finanziario, in fondo è l'aria che respiro da circa un decennio ormai. Ma non c'è molto di autobiografico nel romanzo e non ho mai voluto scendere in dettagli troppo tecnici.
I personaggi sono solo frutto della mia immaginazione.
Per scegliere il linguaggio e la scrittura da adottare - ricchissima di dialoghi e scarna nelle descrizioni - si è ispirata ad altri romanzi di genere? Lei legge abitualmente romanzi rosa?
Io leggo moltissimo e in realtà apprezzo sia gialli che romanzi rosa. Ma da cinque anni ormai leggo quasi solo in inglese, quindi può essere che il mio modo di scrivere risenta di quest'abitudine.
Non ho riflettuto molto sul ""come"" scrivere prima di iniziare, mi è venuto naturale. Anche da lettrice amo molto i dialoghi perché reputo che in questo modo il testo risulti più scorrevole e che sia più facile immedesimarsi nel personaggi.
Sta già scrivendo un nuovo romanzo? Se sì, può anticiparci qualcosa?
Sto scrivendo, ma è troppo presto per parlarne. Chissà cosa ne verrà fuori!
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