Tutti i libri di Paola Mastrocola
La biografia dell'autrice
Specialmente i bambini, che sanno guardare, e una scoiattola inquieta che ha bisogno di sapere. Ed è soprattutto una doppia storia d’amore: per un amore che non vorrebbe finire mai, ce n’è un altro che vorrebbe iniziare ma non osa. Mentre tutti – umani e animali – cercano di fronteggiare la nuova vita nel Paese in cui non cadono le foglie, la scoiattolina si avventura in un’indagine che finirà per sollevare interrogativi importanti sulla felicità e sulle leggi della natura. Intorno a queste domande soffia il vento, che conosce le storie di tutti, ed è il vento, in questa favola leggera come l’aria, a incrociare i destini, cambiare gli animi e decidere le sorti.
La scrittrice e la scuola
Insegnante presso il liceo scientifico di Chieri (Torino), Paola Mastrocola non dimentica mai di essere un'insegnante e anche i suoi libri hanno sempre un certo scopo educativo. Insegnare qualcosa, ma divertendo: sembra essere il suo motto e la leggerezza nel porre temi importanti è sicuramente un suo pregio.
La scuola è al centro dei suoi interessi, si diceva e così è interessante leggere alcune sue dichiarazioni sul tema.
Come si vive accanto ai giovani?
Sconcertati e colpevoli. Ci sembrano un mondo di alieni, sprovvisti ormai di qualsiasi bussola. E quando ci fermiamo a chiederci perché, scopriamo che siamo noi a non aver indicato la direzione. Siamo la loro bussola mancante. Di qui i nostri sensi di colpa. I giovani sono il nostro specchio, e oggi non è bello guardarci…
Come immagina la scuola ideale?
Una scuola ""alta"", che insegna cose difficili, sfida continuamente l'intelligenza a imprese sempre più ardue e pretende un grande impegno. Una scuola ""chiusa"" a tutte le sollecitazioni esterne più frivole, alle infinite dispersioni e ai collegamenti che i giovani hanno già normalmente nella loro vita quotidiana e che quindi sarebbe bene, almeno nell'universo scolastico, limitare. Infine, una scuola che sa anche ""premiare"" i migliori, e non solo cercare di riacchiappare i dispersi.
Il romanzo con cui si è imposta all’attenzione di critici e lettori è stato La gallina volante, romanzo vincitore del Premio Calvino nel 1999. La voce narrante è una professoressa di lettere di un liceo torinese.
In Una barca nel bosco (con cui ha vinto il Campiello nel 2004) invece al centro della storia è uno studente, straordinario precoce latinista, emigrato a Torino dal sud e le difficoltà d’integrazione nell’ambiente scolastico non sempre accogliente (sia per quanto riguarda i docenti che i compagni di liceo) che deve affrontare.
La scuola raccontata al mio cane, invece è una riflessione generale sulla scuola oggi. Che cosa può ancora fare un'insegnante che ama il suo lavoro? Quali sono le prospettive di un mestiere che non sa nemmeno più riconoscere se stesso? Un racconto-riflessione, amaro e divertito, sulla nuova scuola italiana, le sue follie e il suo declino che pare inarrestabile.
Ed ecco che cosa ha detto Paola Mastrocola in un'intervista sul tema rilasciata a la Repubblica:
Mastrocola, che cosa ha portato, secondo lei, la scuola italiana sull'orlo del tracollo?
L'era dei 'recuperi', dei 'crediti', dei 'piani formativi', dei 'progetti', tutte parole che non esprimono nulla se non una generale tendenza a non insegnare da un lato e a non studiare dall'altro. Fino a non molti anni fa, in prima liceo scientifico, il primo giorno leggevo Virgilio, naturalmente in latino e con la metrica. Molti ragazzi non capivano, ma l'importante non era questo: avremmo studiato nuovamente quel testo negli anni successivi. L'essenziale era comunicare loro l'aspirazione a qualcosa di alto, di grande. Adesso, le circolari raccomandano di non fare lezione per almeno una settimana, dedicata invece all'accoglienza, a far conoscere l'edificio, a parlar d'altro...
Qual è la sua scuola ideale?
Una scuola utopica, dove ogni ragazzo, finite le lezioni e magari il pranzo consumato con i compagni abbia una piccola stanza tutta per sé dove starsene da solo, in pace, per almeno 3 ore, con la sola compagnia di penne, libri, quaderni e caso mai di un gatto che rilassa e rende sereni. Un'utopia, certo. Ma ai ragazzi di oggi manca molto la solitudine, il vuoto, lo studio individuale. Se non glielo restituiamo, perderemo la possibilità di farli imparare davvero. E, tutti, disperderemo il patrimonio di cultura che invece la scuola dovrebbe conservare.
I consigli di lettura dell'autrice
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