Un trittico di delicati doodles dal sapore acquarellistico per commemorare un grande artista. Nell'ottantesimo anniversario della sua nascita, ricordiamo François Truffaut riproponendo ai nostri lettori biografia e filmografia dell'indimenticabile autore de I quattrocento colpi, Jules e Jim, Farenheit 451 e tanti altri bellissimi film.
François Truffaut nasce a Parigi nel 1932.
L'infanzia è molto travagliata e gli studi irregolari Il primo film che ricorda di aver visto è Paradis perdu di Abel Gance.
Giovanissimo, fonda il cineclub ""Cercle Cinémane"": per pagarne i debiti ruberà una macchina da scrivere e verrà internato nel riformatorio di Villejuif. Ma questa vicenda tuttaltro che piacevole gli permetterà di entrare in contatto con uno dei maggiori critici cinematografici del momento André Bazin, fondatore dei Cahiers du cinema, cui si rivolge con una lettera. La risposta non tarda a venire: Bazin, garantendo per lui, lo fa uscire dal riformatorio e diventa suo tutore.
Dovrà tirarlo fuori dai guai anche una seconda volta quando, arruolatosi per una delusione d'amore, Truffaut diserta dopo pochi mesi e viene rinchiuso in una prigione militare in Germania. Tornato a Parigi, inizia a collaborare con i Cahiers.
Un suo primo articolo (su di un film americano, So che mi ucciderai) esce su Les Cahiers du cinema nel 1953, ma è del gennaio 1954 il suo rivoluzionario Une certaine tendence du cinéma français che provocò grande scalpore.
Nel 1954 gira Une visite, un cortometraggio di 7 minuti e 40 secondi, che vede come operatore Jacques Rivette e al montaggio Alain Resnais. Nello stesso anno scrive una prima sceneggiatura di Fino all'ultimo respiro, che sarà poi realizzato da Jean Luc Godard.
È del 1956 la collaborazione con Roberto Rossellini per tre film che non saranno mai girati.
Fonda poi una sua casa di produzione, Les films du Carrosse, con cui produrrà tutti i suoi film, e gira un cortometraggio tratto da un racconto di Maurice Pons, Les Mistons, di cui Truffaut è regista e sceneggiatore, con cui vince numerosi premi internazionali.
Il primo lungometraggio, I quattrocento colpi, la cui sceneggiatura è della coppia Godard-Truffaut, vede tra gli interpreti anche il regista che si ritaglierà spesso un ruolo d'attore o almeno un cameo. Presentato al Festival di Cannes nel 1959 dove vincerà il Gran Premio per la regia, avrà anche il Premio Mélies, il Premio della Critica newyorchese e una nomination all’Oscar. Protagonista di questo film, e di un intero ciclo, è Jean-Pierre Léaud che interpreta il ruolo di Antoine Doinel, vero archetipo del mondo di Truffaut: in vent'anni sarà Antoine per ben quattro volte a segnare le diverse tappe della sua educazione sentimentale.
Seguiranno Sparate sul pianista che vede tra gli attori Charles Aznavour (premio della Nuova Critica in Francia e della fotografia in Germania).
Il 10 aprile 1961 inizia a girare Jules e Jim (con una straordinaria Jeanne Moreau), che vince il premio per la regia al Festival di Mar Del Plata e al Festival d'Acapulco, il Premio Cantaclaros 1961-1962 a Caracas (Venezuela), il Premio dell'Académie du cinéma (Etoile de cristal, come miglior film francese e il Gran Premio per l’interpretazione femminile a Jeanne Moreau), il Premio della critica al Festival di Cartagena, l'Oscar Danois ""Bodil 1963"" per il miglior film europeo dell'anno e il Nastro d’argento della stampa italiana come miglior film dell’anno. Antoine e Colette del 1962 vede la partecipazione di Henri Cartier-Bresson alla fotografia. Cinque episodi realizzati da François Truffaut (Francia), Renzo Rossellini (Italia), Marcel Ophuls (Germania), Andrzej Wajda (Polonia), Shintaro Ishihhara (Giappone). Il primo episodio (29 minuti), L’amore a vent’anni, che sarà poi il titolo complessivo in Italia, è firmato da Truffaut.
Seguono La calda amante, Farenheit 451, La sposa in nero (Jeanne Moreau è ancora una volta la protagonista), Baci rubati (Que reste-t-il de nos amours? di Charles Trenet è interpretato dall'autore), La sirene du Mississippi (in italia diventato La mia droga si chiama Julie, interpreti Catherine Deneuve e Jean-Paul Belmondo), Il ragazzo selvaggio, Non drammatizziamo… è solo questione di corna (pessima traduzione di Domicil conjugal), Le due inglesi, Mica scema la ragazza!, Effetto notte (protagonista il regista stesso e tra gli interpreti, Jacqueline Bisset, Valentina Cortese e Jean-Pierre Aumont), Adele H., una storia d’amore (Isabelle Adjani è Adele Hugo, figlia dell'autore de I miserabili), Gli anni in tasca (nel film la canzone Les enfants s'ennuient le dimanche di Charles Trenet è interpretata dall’autore), L’uomo che amava le donne (tra gli attori anche Suzanne Schiffman, collaboratrice storica per le sceneggiature di Truffaut).
Partecipa come attore a Incontri ravvicinati del terzo tipo di Spielberg, gira La camera verde (di cui è protagonista e regista), L’amore fugge, L’ultimo metro (con Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Jean Poiret, Andréa Ferréol, con cui vince il César), La signora della porta accanto (ancora con Gérard Dépardieu e con Fanny Ardant), Finalmente domenica (Fanny Ardant ne è la protagonista insieme a Jean-Louis Trintignant), che è il suo ultimo film.
Truffaut muore a Neuilly il 21 ottobre 1989.
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