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Bravo, burro! di John Fante e Rudolph Borchert

Esce in Italia Bravo, burro!, un libro per ragazzi di John Fante firmato a quattro mani con Rudolph Borchert, pubblicato negli Stati Uniti nel 1970 da Hawthorn Books (New York) e mai ripubblicato, né proposto in Italia. Lo pubblica adesso Einaudi, con la cura e la traduzione di Francesco Durante, uno dei massimi esperti italiani di John Fante, e le illustrazioni di Marilyn Hirsch, che corredavano anche l’edizione inglese.

Come ha osservato Stephen Cooper, Bravo, burro! è il libro meno conosciuto di Fante. Forse perché si tratta di un libro per ragazzi ed è per questo considerato un’opera minore all’interno della grande produzione letteraria dell’autore. Eppure Bravo, burro! è eccezionalmente inseribile nel corpus di Fante sia per stile che per temi: l’infanzia, il rapporto difficile con il padre, la povertà, l’amore per gli animali, il senso religioso. Inoltre, esso rappresenta indubbiamente una fase cruciale della biografia di Fante.
Borchert fu vicino di casa di Fante a Malibù intorno ai primi anni del Sessanta. Sincero ammiratore dell’opera fantiana e scrittore per passione, Borchert iniziò una stretta frequentazione con Fante, che in quel periodo pensava a un progetto di romanzo incentrato sulla figura dell’asinello che aveva portato a Betlemme la Vergine Maria. A questo punto una serie di coincidenze si susseguono: Borchert aveva trascorso un periodo della vita in Messico, e lì aveva sentito il racconto di un bambino e del suo asinello coraggioso. Inoltre, nel 1941 Fante era stato coinvolto da Orson Welles nel progetto documentaristico di It’s All True, con il compito di scrivere una storia ambientata in Messico incentrata sull’amicizia tra un ragazzino e un toro. Il progetto di Welles fu poi abbandonato e mai realizzato, finendo nel dimenticatoio, travolto anche dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Fu così che le storie si incrociarono di nuovo all’inizio degli anni Sessanta. Lavorando con Borchert, allora, Fante scrisse un nuovo trattamento cinematografico in cui c’erano il ragazzo, l’asino, il toro, e un nuovo elemento, fondamentale per chi conosce la biografia fantiana: un padre alcolizzato e alla deriva, che finalmente trova la forza di imboccare la strada della redenzione. Fu intitolato Black Mountain, il nome del toro, e depositato nel 1965. Fante pensò poi di rielaborare il progetto e farne un libro per ragazzi. Ci vollero 5 anni, ma alla fine ne venne fuori un bellissimo libretto, a cui furono aggiunte le illustrazioni della Hirsch, che oggi finalmente possiamo leggere in traduzione italiana.


Illustrazioni di Marilyn Hirsh

La storia è quella di Manuel, un ragazzino di spiccata intelligenza e buon cuore, che vive con il padre nell’hacienda di don Francisco, in un Messico da favola, pittoresco e festevole. Suo padre, Juan Cabriz, era stato un tempo un valoroso torero, fino a quando la corrida non divenne l’ossessione della sua vita e lo costrinse a darsi alla fuga durante un debutto in arena davanti a un toro che lo caricava. Un giorno Manuel incrocia il suo cammino con un asinello coraggioso, sfuggito eroicamente da un combattimento con un puma affamato.

Ti chiameremo El valiente. Sì, è un bel nome per te. Neanche i grandi cavalli di don Francisco avrebbero avuto il coraggio di affrontare un puma. No, sarebbero scappati soltanto a sentirne l’odore. In tutta questa hacienda ce n’è solo un altro che sarebbe rimasto a combattere come hai fatto tu: Montaña Negra. Ma lui è molto più grosso di te, Valiente, e ha pure un paio di corna appuntite. Il tuo cuore è coraggioso come il suo.

Montaña Negra è un toro da record, il vanto di tutto il Messico, fiero, di una forza sovrumana, invincibile. Quando la situazione finanziaria della hacienda si mette male, don Francisco si convince a malincuore a vendere a peso d’oro il toro a don Castillo. Un giorno, ubriaco di tequila, Juan appicca involontariamente il fuoco alla tenuta e il Montaña Negra scappa via. Per redimere il padre, considerato un buono a nulla, Manuel andrà alla ricerca del toro col suo fedele El Valiente e con tenacia tenterà di riportarlo indietro.

Bravo, burro! è una bellissima e toccante storia di amore, amicizia e fede. Credere nell’impossibile, affidarsi a Dio, fidarsi di un nostro simile: questa è la fede, che davvero, con la forza della sua coerenza, può smuovere le montagne. Ed è questo che fa del racconto di Fante una storia meravigliosa e non scontata, un capolavoro nel suo genere,  per grandi e per piccini.

L'autore


01 dicembre 2010 Di Sandra Bardotti

Bravo, burro!
Bravo, burro! Di John Fante;Rudolph Borchert;

È la storia, allegra e toccante, di un bambino e del suo asinelio coraggioso. E di una formidabile alleanza che permetterà di ricondurre al suo recinto un meraviglioso toro da combattimento e redimere un padre alla deriva. Ambientata in un Messico da favola, bonario e festevole, trafelato e pittoresco e, in fondo, anche un po' "italiano", in origine avrebbe dovuto servire da base per un episodio di It's All True, il grande progetto cinematografico interrotto di Orson Welles, e fu scritta da Fante in collaborazione con lo sceneggiatore Rudolph Borchert e arricchita dalle illustrazioni di Marilyn Hirsh. Un Fante "diverso", in apparenza. In realtà, un testo che più fantiano sarebbe difficile immaginare: centrato, come nella saga di Bandini, sul difficile rapporto tra padre e figlio, e di pieno umorismo, di commovente umanità.

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