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C'hai le sigarette? di Giancarlo Kalabrugovic

Pino dei Palazzi è una istituzione nel suo quartiere. Dove? A Milano. Cioè non proprio Milano Milano, diciamo Bollate. E anche lì non Bollate Bollate, diciamo Ospiate. Ma non centro centro: alla periferia, verso i Palazzi. Che è un posto così carino che se mettete ""Palazzi"" sul vostro navigatore, lui vi risponde: ""Ciccio, ti spiace se scendo e faccio l'autostop?"" Lì abita Pino. Se non lo vedete, basta seguire la sua voce: ""Mimmo, c'hai le sigarette? Morris c'hai le siga?"" Più o meno dovreste trovarlo. Magari mentre si dedica al suo hobby principale, la maggia: ""Mizzega, il motorino adesso c'è... cinque minuti di paura e il motorino non c'è più!!!"" Oppure lo potete incrociare mentre fa le penne davanti agli sbirri. E gli sbirri? Muuuuuuuti. Chiaro che Pino non se la passa tutto il tempo ai Palazzi. Quindi, se decidete di passare a trovarlo, controllate che la data non coincida con il derby del peperoncino, Atletico Badolato - Real Caporizzuto, perché di quei tempi è sempre in trasferta in Calabbria. In ogni caso, se chiamate i suoi ammici Mimmo, Vvito o Alloggio, loro di sicuro sapranno darvi qualche dritta. Un ultimo consiglio: se gli volete davvero bene - dovunque lo cerchiate - portatevi dietro le sigarette.


Inzia così il libro atteso dai fans del comico Giancarlo Calabretta, in arte Kalabrugovic, che impersona il filosofo metropolitano Pino dei Palazzi. Questo personaggio è arrivato nella prima serata di Zelig facendo il rumorista, scimmiottando i tipi di periferia che vivono sotto i palazzi...la sua frase mitica è ""tipo...c'hai una sigaretta?"". 
Il testo di Kalabrugovic edito da Kowalski, raccoglie le avventure di Pino dei Palazzi: “Pino dei Palazzi è un balordo delle case popolari. E' quello che quando passa col motorino lo soprassano gli alberi, il Tony Binarelli delle autoradio, l'ammico di Vvito e Alloggio. Nuove esilaranti vicende, in compagna di Dommario, e altre mascherine.” Come tanti altri libri di comici, C’hai le sigarette? ripropone sostanzialmente i copioni recitati durante la serata di cabaret, ma anche così Kalabrugovic ci fa divertire con le leggende metropolitane dei suoi strampalati ma reali personaggi.


Il “Kala” racconta di bocciature alla cresima, parenti calabresi, amici balordi, pensionati che piantonano lavori stradali, impennate davanti alla polizia eccetera e di tutte queste esperienze Pino dei Palazzi ne fa una filosofia di vita. 
Le storielle di Pino dei Palazzi sono introdotte da alcune vignette in cui vengono “messe in scena” particolari situazioni in cui si trova il protagonista e leggendo le sue battute non si può fare a meno di immaginare la parlata, la mimica e perfino la sua bizzarra acconciatura quando dice: ""Mimmoooooo, c’hai ‘na sigaretta? Moorrriiiisss… c’hai nà siga?"".

Le prime pagine

Io, Kalabrugovic già Calabretta

Quando giro per strada, mi accorgo che la gente è sempre un po' imbarazzata. Il loro problema è che non sanno mai come chiamarmi. Qualcuno mi chiama Pi­no, qualcuno mi chiama Kalabrugovic, qualcuno mi grida: ""C'hai le sigarette?!?"" Io, in realtà, non mi chia­mo né Pino, né - men che meno - C'hai le sigarette? Ma ci sono abitutato. E non mi chiamo nemmeno Giancarlo Kalabrugovic. Cioè, Giancarlo sì, ma di co­gnome faccio Calabretta, tipico di molte famiglie della zona da cui provengo originariamente: il Sud Tirolo. Sono sudtirolese fin dentro il midollo: un mio trisavolo era il Maestro di Peperoncino alla Corte di Francesco Giuseppe e ancora oggi in casa mia i miei nonni tra lo­ro parlano tedesco del Sud. Per esempio:
Vogghju u essen (mi piacerebbe mettere qualcosa sotto denti)
I essa (mangio)
Vogghju u drìnken (mi farei volentieri un bicchierino)
I drinka (massi, perché no?)
Vogghju i schlafen (ti andrebbe di fare l'amore con me?)
Brausete! (e farti piuttosto una doccia ghiacciata?)
Tuttavia, alla fine della Seconda guerra mondiale la mia famiglia è dovuta emigrare in Calabbria alla ricer­ca di un lavoro. Sono partiti da Calibrixen (Calibressa-none) con una valigia di cartone. Non voglio nemme­no pensare come li guardasse la gente sul treno, mentre riempivano i portabagagli di cesti di canederli e speck. E da allora i Calabretta vivono al Sud, ma non abbiamo mai tradito le nostre origini: mio nonno è di­ventato il primo Shutzen dell'Aspromonte. Dovreste vederlo: fiero con i suoi pantaloni alla zuava da assi­stente del Mago Zurlì, il cappelline con la penna di fa­giano in cima e la perenne espressione da pirla di un tacchino in mezzo a un cenone di Natale. 
E mia nonna? Be', mia nonna semplicemente conti­nua imperterrita a preparare uno strudel da favola, con il peperoncino di Badolato al posto dei pinoli. Non solo, ha integrato i piatti tipici delle sue terre con quelli del posto, come la celebre pasta ca' muddhìca, che lei realizza con la mollica di canederli e alici del Tirolo; e serve in tavola accompagnata da succo di me­le e crauti.


© 2008 Kowalski

Giancarlo Kalabrugovic - C'hai le sigarette?
120 pag., ill., 10,00 € - Kowalski 2008
ISBN
9788874967643


L'autore


Giancarlo Kalabrugovic, alias Giancarlo Calabretta, nasce nel 1966 all'ospedale di Bollate (Mi). In linea con il motto di famiglia ""O studi o impari un mestiere"", si iscrive ben presto a un corso di elettricista impiantista, con conseguenze catastrofiche per l'intera economia nazionale. Dopo anni e anni di disoccupazione, la grande svolta: un corso di taglio e cucito che lo consacra leader del rammendo, in tutta la periferia ovest di Milano. Fino al giorno in cui Kala partecipa timidamente a un corso di teatro: sarà l'alba della sua terza fulminante carriera.
Nel 2007 Giancarlo approda a Zelig Off e poi a Zelig Arcimboldi con il personaggio di Pino dei Palazzi: ormai nessuno dubita più che nel taglio e cucito poteva fare meno danni.





12 novembre 2008 Di Paola Pedrinazzi

C'hai le sigarette?
C'hai le sigarette? Di Giancarlo Kalabrugovic;

Pino dei Palazzi è una istituzione nel suo quartiere. Dove? A Milano. Cioè non proprio Milano Milano, diciamo Bollate. E anche lì non Bollate Bollate, diciamo Ospiate. Ma non centro centro: alla periferia, verso i Palazzi. Che è un posto così carino che se mettete "Palazzi" sul vostro navigatore, lui vi risponde: "Ciccio, ti spiace se scendo e faccio l'autostop?" Lì abita Pino. Se non lo vedete, basta seguire la sua voce: "Mimmo, c'hai le sigarette? Morris c'hai le siga?" Più o meno dovreste trovarlo. Magari mentre si dedica al suo hobby principale, la maggia: "Mizzega, il motorino adesso c'è... cinque minuti di paura e il motorino non c'è più!!!" Oppure lo potete incrociare mentre fa le penne davanti agli sbirri. E gli sbirri? Muuuuuuuti. Chiaro che Pino non se la passa tutto il tempo ai Palazzi. Quindi, se decidete di passare a trovarlo, controllate che la data non coincida con il derby del peperoncino, Atletico Badolato - Real Caporizzuto, perché di quei tempi è sempre in trasferta in Calabbria. In ogni caso, se chiamate i suoi ammici Mimmo, Vvito o Alloggio, loro di sicuro sapranno darvi qualche dritta. Un ultimo consiglio: se gli volete davvero bene - dovunque lo cerchiate - portatevi dietro le sigarette.

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