Mese dopo mese, un disegno dopo l'altro, passa il tempo in compagnia di un illustratore d'eccezione.
E se vi sembra di riconoscere quel tratto essenziale, o i colori accostati con gusto e inventiva, beh, forse avete ragione: provate a dare uno sguardo alla vostra libreria, magari nello scaffale dedicato ai libri di Sepulveda...
![]() |
Il calendario Scarabottolo compie 15 anni.
Per chi abbia dimestichezza con le copertine delle edizioni Guanda, il nome di Scarabottolo è sinonimo di eleganza, raffinatezza cromatica, intelligenza figurativa.
Per tutti gli altri, quella che si presenta con l'edizione 2014 del calendario è un'occasione per avvicinarsi all'opera di uno degli artisti forse più ""involontariamente"" influenti fra quelli emersi negli ultimi anni nel panorama della grafica editoriale.
Perché ""involontariamente""? Beh, Scarabottolo parla spesso della propria arte all'insegna dell'understatement, sempre sottolineando la natura essenzialmente artigianale del mestiere che fa, invece di.
Sentite, ad esempio, in che termini il nostro racconta il calendario:
“Farlo è una cosa da contadini: raccolgo i frutti di quello che ho ""seminato"" durante l'anno, quelli che mi sembrano più promettenti, e li mostro, li porto al mercato, direi, se la parola non fosse divenuta così odiosa. È anche un modo di capire se l'annata è stata buona ed è un modo di difendersi dal passare del tempo, abbandonando quello lineare per quello ciclico, che si lascia sopportare meglio.” ![]() |
Già, un'opera costante, che conferma la propria bontà anno dopo anno, e ha finito per identificare in modo inequivocabile una certa narrativa in uno di quei connubi fra immagine ed identità editoriale così rari a trovarsi al giorno d'oggi.
È ancora Scarabottolo a raccontare della genesi di questa fortunata intuizione: ""Nato nel 2000, l’anno in cui il futuro è passato, su sollecitazione di Adriano Mei Gentilucci, della galleria milanese l'Affiche, con la collaborazione di Cristina Piccioli, la mia agente italiana, (entrambi mi affiancano ancora nell'impresa) è diventato un appuntamento fisso con i molti amici che seguono il mio lavoro"".![]() |
""La realizzazione del calendario è un esempio piuttosto longevo di autoproduzione, un modo di lavorare che, più che una moda, sta diventando una necessità, un passaggio obbligato per molti"".
La tiratura sfiora le tremila copie, la stampa è quella delle Arti Grafiche Lucini, poi c'è Fedrigoni che aiuta a chiudere il cerchio con la sua splendida carta.
""Si può trovare, il calendario, ma bisogna cercare un po'"".
Così chiosa, enigmatico, l'artista. ![]() |
E allora cosa stiamo aspettando?
È vero, mancano ancora quindici giorni al 2014, ma Scarabottolo gode di un seguito di cultori piuttosto ampio, e c'è da scommettere che fra di loro ci sarà chi si è già messo all'opera per trovare il calendario, non prima di aver ricavato uno spazio davanti alla scrivania, nel proprio studio, oppure in corridoio, a casa, fra una libreria e l'altra, pregustando i toni caldi con cui l'artista avrà commentato i mesi estivi e le tinte glaciali con le quali avrà certamente saputo condensare le atmosfere invernali nei paraggi di ""Gennaio"" o ""Febbraio""...
Un anno passa in fretta. E ora che ci penso: anche quindici anni corrono discretamente. Sembra ieri, che ho appeso il mio primo calendario Scarabottolo in camera!