Il Natale 2009 si tinge di nero: dopo il Dorian Gray gotico di Oliver Parker, anche il regista Robert Zemeckis privilegia il lato più dark nel suo A Christmas Carol in 3D. Tratto dal celebre racconto di Charles Dickens, tra spaventosi fantasmi e una Londra oscura, primeggia Jim Carrey, l'ultimo di una lunga serie di attori a portare sul grande schermo l'avaro Scrooge.
Il Natale quest’anno arriva con un po’ di anticipo. Torna nelle sale cinematografiche l’avarissimo Ebenezer Scrooge, protagonista del classico di Charles Dickens, il Canto di Natale, portato sullo schermo dalla Disney per la terza volta, dopo Festa in casa Muppet e il Canto di Natale di Topolino.
Scrooge, che ha le fattezze di un ingobbito e arcigno Jim Carrey, odia il Natale e tutto quello che comporta: festeggiamenti in famiglia, allegre canzoni per strada, festoni colorati e regali. Come prosegue la storia lo sappiamo tutti quanti: Ebenezer passa la vigilia di Natale a snobbare il nipote Fred, tratta male il povero segretario Bob Cratchit ed infine caccia dall’ufficio chi gli chiede qualche penny per beneficenza. Ecco però che improvvisamente compare il suo defunto collega Marley, che lo ammonisce e lo intima a non seguire la sua strada se non vuole trascinarsi, dopo la morte, i beni materiali che sta accumulando dimenticandosi del prossimo.
A Scrooge viene data un’altra possibilità per cambiare vita e diventare buono: riceverà, infatti, la visita di tre fantasmi e da loro guidato, viaggerà nei Natali passati, presenti e che ancora devono arrivare
A dirigere questa nuova versione di A Christmas Carol è il regista Robert Zemeckis, che non si è mai tirato indietro di fronte a nuove sfide cinematografiche: fu, infatti, papà del coniglio animato Roger Rabbit, che recitava al fianco di attori in carne ed ossa. Con A Christmas Carol completa un’ideale trilogia animata, a cui si affiancano Polar Express (2004) e La leggenda di Beowulf (2007).
Tutti e tre i film sono, infatti, girati con la tecnica del perfomance capture, grazie alla quale l’attore non si limita a doppiare il cartone animato, ma ne assume anche le sembianze fisiche.
Jim Carrey si fa in quattro, in tutti i sensi. È lui il vero mattatore del film, a cui è affidato non solo il ruolo del protagonista Scrooge ma si trasforma anche nei tre fantasmi del Natale: una fiammella che illumina il passato, un gigante che “somiglia un po’ a Babbo Natale” e un l’oscuro ombra del futuro “che non sarebbe troppo bello avere intorno”, commenta Carrey divertito.
Accanto a lui, in parti piccole ma significative, Colin Firth, Robin Wright Penn, Bob Hoskins e persino Gary Oldman.
Grazie all’ormai avanzata tecnica del 3D il pubblico vola sulla città di Londra e cammina tra le strade innevate, seguendo Scrooge nel suo viaggio verso la redenzione. Una raccomandazione: questa versione è decisamente più adatta ad un pubblico di adulti che ai più piccini. Zemeckis ha infatti esaltato la parte più gotica e dark del racconto originale, con fantasmi che urlano il loro dolore e ombre oscure che affollano il futuro che deve ancora venire, ma può ancora mutare. Dimentichiamoci le atmosfere ben più allegre del film con i Muppet o quelle fiabesche dell’altro grande classico Disney, con Topolino e Zio Paperone.
Sarà comunque difficile uscire dal cinema senza venire toccati da questo magico racconto senza tempo (venne scritto nel 1843) che, nonostante le numerose trasposizioni cinematografiche e televisive (se ne contano quasi un centinaio), è un po’ come il presepe o l’albero: un classico natalizio irrinunciabile. Non scappate subito appena si accendono le luci: sui titoli di coda canta Andrea Bocelli che, per l’occasione, ha inciso la canzone inglese “God bless us all” anche in italiano e spagnolo.
10 dicembre 2009 | Di Jessica Fornasari |
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