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La colonna sonora del film Gatti persiani tra paura e indie rock

Ritmi, note, mescolanze che abbiamo già sentito, in altre lingue e lungo altri meridiani e paralleli. La voglia, la forza, le idee, il coraggio di giovani musicisti che vogliono comunicare ad altri giovani creatività e talento, ma rischiano molto a farlo.

  • Gatti persiani: tutto sul film


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Parole da misurare attentamente, perché qui nessuno scherza. È l'Iran, ragazzi.
È l'Iran in cui quasi il 70% della popolazione ha meno di trent'anni, è quell'Iran che trent'anni fa - e questi giovani non erano neppure nati - non doveva nascondersi, ma che dopo la Rivoluzione del '79 ha visto chiudere bar e i luoghi d'incontro.
L'Iran in cui le forze di polizia possono fare irruzione anche nelle feste private arrestando e denunciando i ragazzi, che in seguito a questo vengono eslusi dall'università o licenziati e con un precedente penale perdono anche i diritti civili.
Nell'intervista L’indie rock clandestino di Teheran di Raffaella Giancristofaro pubblicata da RollingStone (potete leggerla on-line sul sito rollingstonemagazine.it) Bahman Ghobadi, il regista di No One Knows About Persian Cats racconta come sia stata un'esperienza personale a dargli lo slancio per realizzare questo film:






""Per 30 anni la vita e l'arte underground era stata nascosta, clandestina. Ho registrato anche un album, ho cantato. Andando a cantare, ho conosciuto più a fondo questa realtà e in particolare l'energia di questi ragazzi e ho deciso di filmarla anche se sapevo di non poter rimanere in Iran. Infatti il film è stato realizzato illegalmente, in tempi rapidissimi: da una parte perché Negar e Ashkan sarebbero dovuti effettivamente partire per l'estero, ma anche perché lavorare alla lunga sarebbe stato pericoloso, potevamo essere scoperti e denunciati"".



Negar e Ashkan - i protagonisti - sono due ragazzi appena usciti dal carcere, che vogliono dare vita a una band e lasciare l'Iran.
Dunque uno dei temi portanti della storia è proprio la musica, la voglia di comunicare con la musica in una moderna Teheran dove per suonare bisogna nascondersi e le band sopravvivono solo se clandestine.
Grazie a questi ragazzi scopriamo un'immagine di Teheran diversa da quella diffusa in Occidente.



In Iran ci sono, secondo i dati forniti dal regista, più di 3.000 band come questa in attività, ma alcuni hanno scelto di lasciare il paese.
In particolare l'hanno fatto Negar - cantante e autrice di testi - e Ash Koosha - chitarrista e compositore imprigionato per alcuni giorni a causa proprio della sua attività musicale con un'altra band iraniana, i Font - fondatori dei Take It Easy Hospital, che ora vivono in Inghilterra.

La colonna sonora si divide tra il rock di Negar e Ashkan e l'hip-hop (come il rap, bellissimo, d'apertura Ekhtelaf del celebre rapper Hichkas presente anche come attore nel film, dove interpreta la parte di se stesso), e Ghobadi sottolinea come, a Teheran come altrove, la frontiera che separa questi due generi musicali sia la stessa che divide i giovani intellettuali da quelli che appartengono alle classi sociali più popolari. Tutti comunque preoccupati di raccontare il loro Paese, la difficile condizione giovanile e le molte contraddizioni della politica ufficiale.

Per saperne di più
Mark LeVine - Rock the Casbah! I giovani musulmani e la cultura pop occidentale, Isbn edizioni 2010


la tracklist


Ecco la tracklist, l'elenco dei brani inclusi nella colonna sonora del film

1.     Hichkas - Ekhtelaf       
2.     Take It Easy Hospital - Human Jungle     
3.     Ash Koosha - They Sing     
4.     Ash Koosha - Chasing the Sun     
5.     Take It Easy Hospital - Me and You     
6.     Take It Easy Hospital - My Sleepy Fall     
7.     Mirza - Emshab     
8.     Darkoob - DK     
9.     Shervin Najafian - Opening Title     
10.   Hamed Seyed Javadi - Fekr  
11.   Mahdyar Aghajani - Gereftari (featuring Bahman Ghobadi)





19 aprile 2010 Di Giulia Mozzato

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