Le interviste di Wuz.it

Noi leggiamo le storie Rocco Schiavone ma Antonio Manzini cosa legge?

Rocco Schiavone nei libri, Rocco Schiavone in tv. Noi lo amiamo. È ruvido, ha cattive abitudini, spesso non è politicamente corretto e non sempre empatico, ma noi lo amiamo. Il suo stesso autore lo descrive così: «Rocco è una persona scorretta, tratta male i sottoposti… però piace perché non è bugiardo. È uno che dice la verità, e poi ci rimette. Per questo sta simpatico: non mente. Nemmeno alle donne».
Ritrovarlo nelle pagine dei romanzi di Antonio Manzini o impersonato dallo straordinario Marco Giallini (che potrebbe tranquillamente affermare Rocco Schiavone c’est moi) è sempre un piacere. Un piacere che il suo autore non può provare (visto che queste storie le scrive…) ma allora, lui cosa legge se non può leggere Manzini?

  • Manzini: «Con Schiavone avevo voglia di raccontare un personaggio negativo» - Leggi l’intervista completa su Ibs!
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  • ""Tutti i libri in commercio di Antonio Manzini""

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Manzini lettore, a cosa si appassiona?

Mi stanno piacendo tantissimo i libri di Kader Abdolah, uno scrittore persiano-iraniano che scrive in olandese. I suoi testi dovrebbero essere ripubblicati, perché alcuni sono datati, ma nulla toglie che sia uno scrittore eccezionale.
Poi mi è piaciuto molto Una vita come tante di Hanya Yanagihara. È la storia di quattro amici americani e delle loro vite. Le vicende ruotano attorno al protagonista: Jude.
Un altro che mi sento di consigliare è La moglie di Jhumpa Lahiri, bellissimo!
Ho parlato solo di libri vecchi ma forse ultimamente non c’è niente che mi abbia sconvolto.

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Sei più un lettore da “classici”?

Ogni tanto vanno riletti perché a una certa età hanno un sapore completamente diverso. Recentemente mi sono cimentato con I promessi sposi, l’ho trovato differente da come lo ricordavo. Ho scoperto un Manzoni ironico, a tratti quasi comico. Rileggendolo ho avuto l’impressione che Manzoni amasse solo le persone nobili, mentre il popolo lo detestava.

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C’è un autore che hai scoperto “in ritardo”?

A 54 anni – vergogna a me! – ho scoperto Juan Carlos Onetti, un grande autore uruguagio. È uno scrittore non facilissimo, è tosto, ma è una lettura appassionante. È stata una bella scoperta, tardiva ma eccezionale.

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