Tutti dobbiamo imparare a cambiare il nostro concetto di noi stessi. E' un grosso passo verso la libertà. Siamo tutti attori, Otis. Ma a volte dobbiamo ripensare ai nostri ruoli. Se devi interpretare un ruolo sul palco, non significa che devi interpretarlo sempre. Questi ruoli ci impediscono di scoprire ciò che siamo veramente, ed è un male. Devi conoscere te stesso per poi imparare a volerti bene.
Quattro anni fa James Mangold portava sugli schermi la vita di Johnny Cash nel film Walk the line, tratto dalle due autobiografie del musicista Man in black e Cash: an authobiography. Il film era piaciuto, si era arrivati agli Oscar 2006 con quattro candidature tra cui quella di Joaquin Phoenix nel ruolo del protagonista. Niente da fare: nonostante l'impeccabile performance, l'imperatore Commodo si è visto ""rubare"" la statuetta da un altrettanto bravo Philip Seymour Hoffman, protagonista di Truman Capote: a sangue freddo.
Qualche anno dopo, il genere ritorna. Altro film con protagonista un musicista country che come Cash si ritrova a fare i conti con il lato oscuro della celebrità. Scott Cooper decide di adattare cinematograficamente lo straordinario libro di Thomas Cobb, Crazy heart, in cui si racconta la storia di Bad Blake, vecchia leggenda del country giunto alla fine della sua carriera, con seri problemi d'alcoolismo e parecchi conti con il passato rimasti in sospeso. Per il ruolo viene scritturato Jeff Bridges che, al contrario di Phoenix, la statuetta per il Miglior Attore Protagonista se la porta a casa.
Oscar più che meritato. Jeff Bridges è un grande attore, ne avevamo già avuto prova ne Il grande Lebowski. Alzi la mano chi non ha simpatizzato con Jeffrey ""Il Drugo"", con il suo tappeto ""che dava un tono all'ambiente"", i suoi innumerevoli White Russian e i trip cosmici sulle note di Just dropped in (to see what condition my condition was in) di Kenny Rogers e The man in me di Bob Dylan.
Stavolta, però, la scena è diversa: non siamo più nella Los Angeles surreale e onirica dei fratelli Cohen; il Lebowski è invecchiato e l'America descritta da Cobb nel suo libro è estremamente tangibile e concreta.
Il NY Times Book Review ha sottolineato la capacità di Cobb di ""rendere piacevole la storia di un fallimento"", il fallimento della vita di Bad Blake. Ed è effettivamente così: il libro non ci lascia amareggiati, non proviamo compassione per l'esistenza del protagonista. Bad Blake ha in sé un' insospettata vitalità che gli deriva dal suo amore per la musica perché a lui piace il suo lavoro ""e non è poco, c'è un mucchio di gente che fa un lavoro che non gli piace e non gli è mai piaciuto"".
Da giovane Bad era famoso, ricco, pieno di donne. Ma beveva, beveva davvero troppo. E se da una parte egli vive la vita scintillante della star, dall'altra parte colleziona fallimenti nel privato. Ha quattro matrimoni falliti alle spalle, un figlio che non vede da vent'anni, grossi problemi di salute e una sorta di rassegnazione alla sua dipendenza dall'alcool. Adesso, a cinquantasei anni, in piena fase di declino, suona in piccoli bar di provincia, ripete sera dopo sera il suo vecchio repertorio musicale senza riuscire a comporre nessuna nuova canzone. Un giorno incontra Jean Craddock, giovane giornalista che si offre di intervistarlo e con la quale presto stringe una relazione sentimentale. Sarà l'affetto per la donna a spingerlo a un cambiamento, o almeno a provarci. Ma si sa: i ""cuori pazzi"" sono indomabili e prima o poi rivendicano il loro bisogno di libertà. In seguito a un piccolo incidente, il rapporto fra Bad e Jean si incrina e Bad ritorna alle sue vecchie e dannose abitudini.
Vi consiglio caldamente la lettura di questo libro, è semplicemente straordinario. Lo stile di Cobb è scorrevole, fluido, una volta iniziato il racconto vi appassionerà e coinvolgerà completamente. Arrivati all'ultima pagina avrete la consapevolezza che di Bad Blake non vi dimenticherete più. A tutti coloro che cercano di redimerlo, Blake ricorda che lui è quello che è, che nonostante tutto ha trovato se stesso, e che a modo suo he walks the line.
Thomas Cobb - Crazy heart
Titolo originale: Crazy heart
Traduzione di Cristiana Mennella
Pagine 281, Euro 18- Edizioni Einaudi 2010 (Stile libero big)
ISBN: 978-88-06-20489-1L'autore
15 ottobre 2010 | Di Elena Spadiliero |
Dopo una rispettabile carriera come musicista country, Bad Blake si ritrova, a cinquantasette anni, semi-alcolizzato e con quattro matrimoni falliti alle spalle. Bad, con dieci dollari in tasca, gira il Paese a bordo del suo scassatissimo pick-up per esibirsi in locali che ormai non sono nulla piú che sale da bowling o piccoli bar di provincia. Quando sembra ormai che la sua discesa sia inarrestabile, ecco apparire sulla sua strada una giovane giornalista, Jean Craddock, intenzionatissima a intervistarlo e forse anche a dare ancora una chance al suo "crazy heart"...
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