SAPPIAMO DAL VANGELO
CHE QUANDO FU CHIESTO
A GESÙ CHE COSA FOSSE
LA VERITÀ,
LUI NON RISPOSE.
Giulio Andreotti
“Se fa girare i pollici significa che lei sta dicendo cose intelligenti, se si gira la fede al dito, vuol dire che non è d'accordo con quello che lei sta dicendo. Se i polpastrelli cominciano a toccarsi ad intervalli regolari significa che entro cinque minuti lei sarà congedata.” così la segretaria di Giulio Andreotti (Toni Servillo), la Signora Enea (Piera degli Esposti) ci svela un trucco per decifrare il pensiero del suo enigmatico datore di lavoro.
Il Divo si concentra proprio sui personaggi e sui particolari più minuti che contraddistinguono la vita privata del Senatore, permettendo al regista di aggiungere elementi non reali e di enfatizzare quelli reali, velando il tutto con una sottile ironia.
Viene raccontato il declino del settimo governo Andreotti, dal 1992 fino al processo per associazione mafiosa. La vita pubblica funge da sfondo a quella privata e riemergono eventi che hanno segnato la nostra storia: l'arresto di Totò Riina, il caso Moro, gli omicidi politici, lo scandalo di Tangentopoli. Vengono messe a fuoco le mancate reazioni del “Divo”, al quale tutto questo sembra scivolare addosso con naturalezza. Il suo cinismo, la sua inespressività e le battute sagaci lo rendono impenetrabile perfino a sua moglie Livia (Anna Bonaiuto).
L'abilità estetica di Sorrentino sta nella scelta di una fotografia suggestiva che molto spesso comunica senza aver bisogno dei dialoghi. Viene data molta importanza agli sguardi in macchina, specialmente nelle inquadrature soggettive, in cui lo spettatore vede i fatti attraverso gli occhi dei personaggi. In una delle scene iniziali, quando i vertici della DC giungono al Quirinale, la loro immagine viene filtrata dal punto di vista della signora Enea e i quattro ci appaiono maligni, sornioni, ma allo stesso tempo comici, grazie al fischio da film western che si sente in sottofondo. Il ricorso al grottesco permette al regista di enfatizzare la mimica dei politici, in particolare i loro sorrisi ambigui e il tono arrogante delle voci, a cui si aggiunge la scelta della ripresa dal basso all'alto, come suggestione della loro sete di superiorità.
Un momento di grande cinema è rappresentato dal monologo finale, in cui il Divo Andreotti riassume il suo modo di percepire la politica e dichiara:
“La nostra inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta e invece è la fine del mondo. E noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta”.
È uno sfogo incalzante, ripreso dal basso all'alto, con abili movimenti di macchina, per evidenziare maggiormente l'ira e lo sgomento di un uomo che dopo anni di dominio assoluto, si ritrova con le mani legate da accuse infamanti. In questo caso, Sorrentino utilizza abilmente la figura del “divo Giulio” per incarnare il concetto stesso di Potere e spiegarne le finalità e i tratti peculiari.
A PENSAR MALE
DEL PROSSIMO SI FA PECCATO,
MA CI SI INDOVINA
Giulio Andreotti
Cast Artistico
Toni Servillo è GIULIO ANDREOTTI
e con
Anna Bonaiuto - LIVIA ANDREOTTI
Giulio Bosetti - EUGENIO SCALFARI
Flavio Bucci - FRANCO EVANGELISTI
Carlo Buccirosso - PAOLO CIRINO POMICINO
Giorgio Colangeli - SALVO LIMA
Alberto Cracco - DON MARIO
Piera Degli Esposti - SIGNORA ENEA
Lorenzo Gioielli - MINO PECORELLI
Paolo Graziosi - ALDO MORO
Gianfelice Imparato - VINCENZO SCOTTI
Massimo Popolizio - VITTORIO SBARDELLA
Aldo Ralli - GIUSEPPE CIARRAPICO
Giovanni Vettorazzo - P.M. SCARPINATO
Cast Tecnico
Regia - PAOLO SORRENTINO
Fotografia - LUCA BIGAZZI
Montaggio - CRISTIANO TRAVAGLIOLI
Musiche - TEHO TEARDO (Edizioni Musicali Emi Music Publishing Italia)
Organizzazione generale - VIOLA PRESTIERI, GENNARO FORMISANO
Scenografia - LINO FIORITO
Arredamento - ALESSANDRA MURA
Costumi - DANIELA CIANCIO
Acconciature - ALDO SIGNORETTI
Trucco ed effetti speciali - VITTORIO SODANO
Fonico di presa diretta - EMANUELE CECERE
Montaggio del suono - SILVIA MORAES
Fonico di mixage - ANGELO RAGUSEO
Aiuto regista - DAVIDE BERTONI
Casting - ANNAMARIA SAMBUCCO
Consulenza alla sceneggiatura - GIUSEPPE D’AVANZO
Una produzione INDIGO FILM, LUCKY RED, PARCO FILM
In coproduzione con BABE FILMS, STUDIOCANAL E ARTE FRANCE CINÉMA
In collaborazione con - SKY
Con il contributo del MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI - DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA
Con la partecipazione del CENTRE NATIONAL DE LA CINÉMATOGRAPHIE
Con il sostegno di EURIMAGES
Con la collaborazione della FILM COMMISSION TORINO PIEMONTE
Con il contributo della REGIONE CAMPANIA - ASSESSORATO AL TURISMO E AI BENI CULTURALI
Con la collaborazione della FILM COMMISSION REGIONE CAMPANIA
Prodotto da NICOLA GIULIANO, FRANCESCA CIMA, ANDREA OCCHIPINTI
Coprodotto da MAURIZIO COPPOLECCHIA, FABIO CONVERSI
Produttore Associato STEFANO BONFANTI, GIANLUIGI GARDANI
04 luglio 2008 | Di Anna Zizola |
Agli inizi degli anni novanta, Giulio Andreotti avanza inarrestabile verso il settimo mandato come Presidente del Consiglio. Andreotti, uomo freddo e imperscrutabile, ha a che fare continuamente con battaglie elettorali, con stragi terroristiche e con accuse infamanti. Tutto ciò fino a quando il contropotere più forte dell'Italia, la mafia, decide di dichiarargli guerra.
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