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La donna della domenica: storia, luoghi e curiosità tra libro, film e televisione

la copertina dell'edizione 1977 del romanzo, negli Oscar Mondadori, uscita dopo il successo del film
Mentre Rai Uno trasmette uno sceneggiato in due puntate, si riaccende l'attenzione sullo splendido romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini del 1972 e sul film, altrettanto degno di nota, che Luigi Comencini realizzò nel 1975.

Ha dichiarato Carlo Fruttero:
""Ancora Torino, ancora La donna della domenica. Ci si chiede il perché di tutto questo attaccamento a una città considerata triste. Non lo era, non lo è, sotto molti aspetti si ride e si scherza fino alla fine, non ci sono vampiri, manca il serial killer.
Resta (sarà questo il vero motivo?) una bella e molto vivace storia di uomini e donne credibili che passano allegramente attraverso un mistero. Chi ha visto questa fiction me ne parla benissimo, alcuni sono addirittura entusiasti.""

Certo, il paragone è difficile: un giallo indimenticabile il libro, un capolavoro il film. La serie tv parte in ricorsa.

Un merito bisogna attribuirglielo subito: aver fatto riscoprire una storia che racconta la Torino degli anni Settanta - descrivendola meglio di molti saggi -, mentre narra con divertita leggerezza l'indagine in un caso di omicidio.
Il libro uscì nel 1972 per Mondadori nella collana Varia e fu subito successo, tanto che solo tre anni dopo Comencini girava il film con un cast d'eccezione.

Ora, in una Torino molto cambiata da quegli anni, ma che ha mantenuto eleganza e austerità, arriva il film per la tv, che andrà in onda in due puntate.
Bisogna anche sottolineare che La donna della domenica è l’ultima sceneggiatura firmata da Furio Scarpelli, morto il 28 aprile di un anno fa, insieme a Giancarlo De Cataldo, Giacomo Scarpelli e Graziano Diana che sottolinea come “la fiction sia più fedele al romanzo di quanto non fosse il film di Comencini, abbiamo potuto sviluppare parti tralasciate dal cinema, come il clima politico”.







LA STORIA - RIASSUNTO


la copertina della prima edizione 1972
L'architetto Garrone, persona ambigua, sgradevole con le donne e umanamente insopportabile, viene ucciso nella sua casa con un grosso fallo di pietra.
Incaricati delle indagini sono il commissario De Palma e il collega Santamaria, che si trova immediatamente in una situazione difficile: per vendicarsi due domestici licenziati portano in commissariato un biglietto stropicciato dove la padrona, la celebre e ricchissima Anna Carla Dosio, sottolineava la necessità di ""far fuori"" l'architetto Garrone.
Bisogna interrogare la donna, ma anche l'amico a cui il biglietto era indirizzato, Massimo Campi, erede di una famiglia prestigiosa della capitale sabauda. La spiegazione del biglietto che i due danno è originale: l'intendimento era eliminare Garrone dal loro giro di amicizie e dal diverbio sulla corretta pronuncia inglese della parola Boston.


Al momento sospettati, ma non trattenuti, Anna Carla Dosio, che vive nel lussuoso quartiere residenziale della Crocetta, e Massimo Campi, che risiede in una villa della collina, iniziano a interrogarsi sulla vicenda, indagando nella Torino-bene e non solo. La Dosio vive la vicenda come un gioco, più seriamente invece l'affronta il Campi, che racconta tutto al compagno, Lello Riviera, che, preoccupatissimo, comincia a sua volta a indagare.
Nel frattempo, un testimone oculare vicino di casa della vittima, il geometra Bauchiero, racconta di aver visto uscire dal palazzo quella sera una donna bionda, con un impermeabile, una borsa rossa con una stella bianca e un grosso tubo.


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Anna Carla Dosio ascolta dal suo parrucchiere il discorso di una donna sulla sessantina, Ines Tabusso, che lamenta la presenza continua di prostitute nel giardino della sua villa in collina, non lontana da quella del Campi. Virginia, la sorella della Tabusso, dichiara di aver notato anche la donna bionda con l'impermeabile e la borsa. Informato dalla Dosio, Santamaria fa rastrellare il giardino della casa e trova, oltre a numerose prostitute con i clienti, impermeabile e borsa abbandonati in un cespuglio, nonché il Riviera che, dopo essersi allontanato dalla casa di campi per un litigio, si trovava in quel terreno.
Nel frattempo si interrogano i conoscenti della vittima, e si scopre che quella sera Garrone aveva dichiarato di volersi occupare di pietre, mentre il Riviera procede con la sua personale inchiesta, tra i colleghi in comune sui permessi edilizi, tornando a visitare il giardino delle Tabusso, che lo scorgono in lontananza. Riviera si accorge anche che qualcuno lo sta seguendo con una vecchia macchina rovinata, arrivando sin sotto la sua casa, tra le vie della vecchia Torino del centro, e spingendosi forse sino a suonare al suo campanello. Santamaria, che non sospetta di lui ma anzi si preoccupa per le sue indagini, lo mette in guardia, ma Riviera gli conferma di essere vicinissimo alla soluzione e di voler andare avanti da solo per dimostrare all'amante di essere in grado di toglierlo dai guai.


Il sabato al Balôn, il mercato delle pulci cittadino, si ritrovano casualmente tutti i sospetti: il gallerista Vollero per acquistare quadri ""attribuibili"", l'americanista Bonetto con la fidanzata, Anna Carla Dosio per un macina pepe da regalare al commissario Santamaria che l'ha invitata a cena, il marito della Dosio e Massimo Campi per curiosare, Lello Riviera per indagare, altri per curiosità. Tra i banchi dei rigattieri, mentre viene rubato un pestello di bronzo, si consuma un nuovo delitto nel capannone del cimitero dei mobili. Questa volta il morto è Lello Riviera, sfuggito al controllo del poliziotto che, temendo un simile evento, Santamaria gli aveva messo alle costole.

Jean-Louis Trintignant (Massimo Campi) e Jacqueline Bisset (Anna Carla Dosio) in una scena del film di Comencini del 1975

Portati tutti in questura e interrogati da Santamaria i sospetti gli chiariscono una frase in dialetto che il commissario non essendo torinese non riusciva a comprendere: la grama lavandera a treuva mai na bo'na pera, cioè una cattiva lavandaia non trova mai la pietra giusta per lavare (perché non lo vuol fare).
Santamaria capisce così che l'omicidio dev'essere legato alle pietre delle quali Garrone sembrava essere interressato e, grazie alla collaborazione ""forzata"" del geometra Regis, un vojeur amico di Garrone, scopre che quest'ultimo stava ricattando qualcuno per un permesso di lottizzazione su un terreno vincolato per la presenza di un antico lavatoio di pietra.


Santamaria e De Palma risalgono alla casa delle Tabusso, dopo aver capito che la colpevole dev'essere Ines Tabusso che non solo è proprietaria del terreno da lottizzare ma anche di una vecchia 1500 Fiat cui è stata fatta una multa al Balôn proprio nel momento in cui Riviera veniva ucciso con un pestello. Garrone le aveva chiesto un'ingente somma di danaro per far passare in comune il suo progetto di lottizzazione, ma la sera dell'omicidio le aveva chiesto altri soldi. La Tabusso, presa dall'ira l'aveva ucciso con il primo oggetto pesante trovato, un fallo di pietra, una beffa data la fama di molestatore di Garrone. Inoltre aveva dovuto uccidere Riviera che aveva palesemente scoperto tutta la storia.

L'affascinante commissario Santamaria, che nel frattempo ha iniziato una relazione con la bellissima Anna Carla Dosio, capisce che la donna si è già stancata di lui. E la Torino bene riprende la sua vita indifferente, fredda ed elitaria, accanto a quel microcosmo di squallide figure che cercano di trarne qualche profitto.


Gigi Ballista (Vollero) e Claudio Gora (Garrone) in una scena del film di Comencini


IL FILM di Comencini del 1975


Il film viene girato negli anni Settanta da Luigi Comencini in una Torino d'agosto.
Molte scene sono girate tra via XX Settembre e via Barbaroux e nella piazza Palazzo di Città, dove lavora Lello Riviera.
La villa di Anna Carla Dosio alla Crocetta è Villa Nasi.
La villa di Massimo Campi in collina è in zona Mongreno.
L'incontro tra il commissario Santamaria e Lello Riviera è girato all'interno del Museo d'Arte Moderna.
Le scene del Balôn sono girate davvero nel mercato del sabato, tra le via Lanino, Mameli, Andreis e Borgo Dora. 

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La scena finale del film, in cui Anna Carla Dosio offre un passaggio a Massimo Campi - che non guida la macchina - è girata in corso Galileo Ferraris, e si vede il monumento a Vittorio Emanuele II sullo sfondo.
Le musiche sono di Ennio Morricone.

Il cast


Marcello Mastroianni - Commissario Salvatore Santamaria
Jacqueline Bisset - Anna Carla Dosio
Jean-Louis Trintignant - Massimo Campi
Aldo Reggiani - Lello Riviera
Lina Volonghi - Ines Tabusso
Claudio Gora - Garrone
Pino Caruso  - Commissario De Palma
Franco Nebbia - Bonetto
Maria Teresa Albani - Virginia Tabusso
Gigi Ballista - Vollero
Gilles Cagnè - il coiffeur
Tina Lattanzi - la madre di Massimo Campi
Antonino Faa di Bruno - il padre di Massimo Campi




LA FICTION su Rai Uno del 2011



Giampaolo Morelli (il commissario Santamaria) e Andrea Osvart (Anna Carla Dosio) in una scena del film per la televisione

La regia è di Giulio Base.
Per la prima volta un set è entrato nell’ex Caserma Cavalli, in via Borgo Dora, dove è ambientato il commissariato:un grande e suggestivo edificio in disuso, parzialmente riattato per ospitare esposizioni, con sacchi di macerie abbandonati nelle stanze vuote. La troupe ha sgombrato, imbiancato e arredato gli uffici del commissario Santamaria-Giampaolo Morelli (ovvero l’ispettore Coliandro) e del collega De Palma-Nini Bruschetta.
Tra i luoghi: piazza Castello, la Galleria Subalpina, via Po, piazza Palazzo di Città, la Cavallerizza Reale.
La musica è di Andrea Morricone, figlio di Ennio che fece la colonna sonora del film di Comencini.
Abbiamo chiesto a una protagonista, Laura Curino (e vedendo il film tv capirete quanto protagonista...) quali siano le sue letture... oltre La donna della domenica.


IL CAST

Giampaolo Morelli
- commissario Santamaria
Andrea Osvart
- Anna Carla Dosio
Nini Bruschetta
- commissario De Palma
Laura Curino
- Ines Tabusso
Paola Rota
- Virginia Tabusso
Sara Tommasi
- Dalia, una prostituta
Franco Castellano
- Garrone
Roberto Zibetti
- Massimo Campi
Fabrizio Bucci
- Lello Riviera
Gabriele Vacis
- Signor Mattei
Mario Zucca - Vollero



Mario Zucca (Vollero) e Franco Castellani (Garrone) in una scena del film tv di Giulio Base



11 aprile 2011 Di Giulia Mozzato

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