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Due partite. Una commedia straordinaria sulle donne in cartellone a Milano e Roma di Cristina Comencini, con Margerita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Valeria Milillo


Cinque donne divertenti e affascinanti per la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo Due partite che sarà in scena a Milano sino all’1 aprile 2007 al Teatro Manzoni e dal 10 aprile al 6 maggio al Teatro Valle a Roma, dove è già stato rappresentato per 15 giorni nel 2006.
Ecco cosa ci hanno detto sul testo, sui personaggi e sulla messa in scena.


Le due dive dello spettacolo sono Margherita Buy, “lei è una diva – afferma Cristina Comencini sorridendo – è la vera diva del gruppo”, alla quale la regista autrice ha cucito addosso il ruolo di una donna impulsiva che ama troppo e Isabella Ferrari (che di strada ne ha fatta tanta dai film di cassetta sulle vacanze al mare anni Ottanta!) “una mamma - dice ancora la Comencini - ha fatto un sacco di figli e per questo ho voluto darle un ruolo uguale e diverso nello spettacolo” e l’idea è stata ottima tant’è che grazie a questa interpretazione Isabella Ferrari ha ottenuto il Premio Ennio Flaiano sezione teatro.
A fare la mamma “mammosa” è invece Marina Massironi, che sembra soddisfatta di questo ruolo di perenne ottimista, mamma felice, inconsapevole dei tradimenti del coniuge, e la “mangia uomini” sensuale (l’amante) è il ruolo che Cristina Comencini ha voluto dare a Valeria Milillo, che sembrerebbe la più timida - ma è evidente che è solo apparenza.
Sono tutte molto soddisfatte dello spettacolo e dei personaggi (due ciascuna) che interpretano, anche se affermano di aver più volte desiderato uno scambio di ruoli, pensando che il testo dell’altra potesse essere migliore… il divertente è che tutte l’hanno detto di ciascuna. Sarebbe bello e stimolante vedere un incrocio di interpretazioni: potrebbe essere davvero un’idea, anche se Isabella Ferrari è straordinaria nei panni della donna incinta piacentina piena di illusioni e Margherita Buy è perfetta in quella della pianista di successo aggressiva, la Massironi è credibile sia nei panni della mamma ideale che in quelli della non-madre frustrata e la Milillo incarna bene la madre passionale e femminile e la figlia fredda e androgina.


Cristina Comencini
Com’è nato questo testo?


Cristina Comencini
Ho scritto di getto questi due atti, che sono poi le due partite, con l’idea di scrivere una commedia su quattro donne che potrebbero essere donne di qualsiasi città. Un testo comico ma che nascondeva qualcosa di molto tragico. L’idea era proprio fare il punto sulla femminilità. Raccontare quattro donne che si riuniscono negli anni Sessanta, giocano a carte, non lavorano - ancora in quella fase in cui la donna faceva la mamma e la moglie - e poi rivedere le loro figlie oggi. La cosa interessante della messa in scena è che le attrici sono le stesse.
I personaggi raccontano un fallimento in maniera comica. Raccontano il fallimento di una rivoluzione femminile che pur c’è stata ed è stata importantissima, l’unica rivoluzione riuscita. Però al contempo dà conto di una disfatta perché l’hanno fatto al costo di una perdita enorme che è la perdita di una parola: “femminilità”.


Come è nata invece questa avventura teatrale?

Cristina Comencini
L'idea è cominciata con la scrittura nell’ambito di una associazione che abbiamo fondato a Roma e che voleva mischiare un po’ i talenti le drammaturgie del cinema, della televisione e del teatro, pensando che questa cosa (che avviene naturalmente in tutti i paesi, in particolare in quelli dove il teatro è molto vivo e le attrici passono tranquillamente dal cinema la teatro e viceversa) potesse essere interessante.
È un’associazione non a fini di lucro, tant’è che per questa commedia nessuno ha guadagnato nulla. Quando l’abbiamo messa in scena al Valle per quindici giorni è successa una cosa per noi un po’ inaspettata: questo testo ha avuto un enorme successo. Allora Roby Schiavoni l’ha rilevata e la sta producendo in questa tournée in due grandi città.


Un vero evento, dunque.

Cristina Comencini
Beh, forse non un evento, ma certamente mettere insieme queste quattro attrici così impegnate non è facile e abbiamo potuto stabilire solo due piazze, Milano e Roma. Purtroppo non è possibile fissare una tournée nazionale. Penso di riproporre queste testo l’anno venturo, ma obbligatoriamente con altre quattro attrici di teatro.


Parliamo della recitazione.

Cristina Comencini
Mi interessa moltissimo la recitazione.
Nel primo atto abbiamo quattro donne degli anni Sessanta che giocano a carte, che stanno in casa. Le loro bambine giocano nella stanza accanto e non le vediamo.
Nel secondo atto queste stesse attrici fanno le figlie. 
Mi sembrava molto interessante per un'attrice recitare questi due personaggi.
Non c’è un crescendo drammaturgico nel senso che sono quasi due atti unici, però ovviamente il legame è enorme così come sono molte le occasioni di rapporto con la madre, sia nel senso della madre ""conosciuta"" che anche quella più nascosta (lo spettatore in qualche momento è a conoscenza di fatti che la figlia ignora). 
Ma il testo permette di raccontare anche gli uomini, il rapporto tra l’uomo e la donna e com’è cambiato dagli anni Sessanta a oggi. La cesura è stata quella generazione di mezzo che nella commedia non si vede.  Mi sembrava giusto fare i conti su questo tema in una commedia che lascia tutto aperto, perché così deve essere secondo me, in cui si ride e qualche volta ci si commuove e in cui posso pensare si identifichino non solo le donne ma anche gli uomini.
Nessun rimpianto per qualcosa che si è perso, ma per qualcosa che non c’è mai stato e cioè il posto adatto per la femminilità. In questo senso la commedia nasce dall'idea di comporre un canto, qualche volta anche un canto di morte, sulla femminilità che non trova spazio nella società e forse non l’ha trovato mai.


Leggi la recensione

Dopo la prima messa in scena “sperimentale” con giovanissime attrici, il testo è stato rappresentato a Roma, al Teatro Valle, con il medesimo cast che ora sarà in scena a Milano e ancora a Roma. Ci sono state varianti, modifiche lungo il cammino e il testo che leggiamo nel libro edito da Feltrinelli è lo stesso dello spettacolo?


Il testo è già il risultato del nostro lavoro: quello che troverete nel libro è identico a quello della messa in scena, frutto del dibattito collettivo.
Del resto ho iniziato con le giovanissime attrici della prima versione scenica, che avevano già apportato qualche modifica, seguita poi da altre nel lavoro collettivo con queste grandi attrici. Ed è ciò che accadeva ai testi in passato: prima di arrivare al risultato definitivo subivano vari cambiamenti.



Valeria Milillo

Otto personaggi per quattro attrici. Com'è stata questa esperienza e come sono le vostre donne?



Valeria Milillo

Noi siamo prima le madri poi le figlie. Lo stacco è grandissimo tra il primo e il secondo tempo, i personaggio sono veramente diversi, ci troviamo in una condizione esistenziale differente e per noi è stato molto interessante poter interpretare delle donne così lontane. Però in comune hanno il fatto che come sempre le donne riflettono, riflettono, riflettono, si confrontano, si raccontano, raccontano cose diverse, arrivano a conclusioni forse differenti però pensano, si scambiano le loro esperienze… questo le accomuna moltissimo.
Io interpreto i personaggi di Sofia e Rossana. La madre è una donna molto passionale, molto forte che vive la sua sessualità, il suo corpo senza paura e invece la figlia è una donna che ha messo da parte questo aspetto della femminilità è più compressa, è una donna in carriera, tutta proiettata verso l’esterno.


Margherita Buy





Margherita Buy

Io sono Gabriella nel primo atto, una donna che non lavora ma che aveva un grande talento come musicista a cui rinuncia per la carriera di suo marito, anch’egli musicista, e vive un po’ il rimpianto della sua carriera mancata.
La figlia invece è totalmente dedita al suo successo professionale e ha un uomo che è una specie di ""tappetino"" a cui in fondo vuole bene, ma con cui certamente non ha un rapporto paritario, giusto: è sicuramente una donna infelice in questo senso, ma molto contenta della sua carriera attraverso la quale è riuscita a sconfiggere in qualche modo il fantasma della madre che non aveva mia lavorato.


Isabella Ferrari

Isabella Ferrari

Io sono invece Beatrice nel primo atto e Giulia nel secondo. Beatrice è la maternità, il desiderio della vita, una donna che ama la vita, che ama il marito, forse anche un po’ ingenua per questo. È piacentina perché non ho potuto fare altro che pensare a mia madre e in qualche modo le ho dedicato questo ruolo, così come lo dedico a tutte le donne che ho conosciuto quando stavo a Piacenza, quelle che frequentava mia madre. Ringrazio Cristina perché per la prima volta mi ha dato la possibilità di affrontare la commedia e di far ridere, e adesso non posso più farne a meno.
Poi invece affronto il secondo atto con questa donna che vive un lavoro che è una gabbia, in ufficio, non ha figli e non ha un marito, ha un uomo che non la vuole sposare, che vuole fare l’amore con lei in posti un po’ asettici non dove ci sono le sue cose in giro per non sentirla troppo familiare, tropo vicina. È una donna che vive il lutto della madre e insieme il fardello dell’utopia della madre.
È un atto per me più doloroso da recitare ma sempre molto forte, intenso.
Amo moltissimo questa commedia e soprattutto mi sembra di riscoprirla ogni volta che sono in scena. È come se continuassi a scoprire questo testo, che mi lavora dentro e non mi molla mai. E allora vedo nelle altre donne, nelle cose che dicono, cose in cui mi riconosco, e poi riconosco mia sorella e poi riconosco un’amica... ed è continuamente una scoperta non ci annoiamo mai! È veramente una grande esperienza.


Marina Massironi

Marina Massironi

È molto bello essere in questa orchestra, che poi è un quartetto con una partitura molto precisa e molto carina da affrontare. Cristina ha scritto una pièce con una musicalità davvero particolare, che è il divertimento forse più grosso di questo spettacolo.
Il mio personaggio è Claudia nel primo tempo, “la madre”, madre di tre figli, apparentemente molto felice. È una brava moglie, molto compresa nel suo ruolo di madre perfetta, assolutamente organizzata e precisa. In realtà deve scontare il tradimento del marito con un’altra donna e il soffocamento di un suo lato nascosto molto fantasioso che però non riesce ad esplodere in questo ruolo di madre ma esploderà più tardi e lo scopriremo raccontato dalla figlia.
La figlia è Cecilia ed è, al contrario della madre, una non-madre. Semplicemente non ha figli, non ha neanche uno straccio di fidanzato, ma fondamentalmente non gliene frega neanche molto di questo fidanzato. Il problema è che vorrebbe un figlio a tutti i costi e in questo senso il suo desiderio si scontra con la realtà.




Milano

Dal 6 marzo al 1 aprile 2007
Teatro Manzoni, Via Manzoni 42
Prenotazione biglietti al numero 800-914350 (prevendita anche online)

Roma
Dal 10 aprile al 6 maggio 2007
Teatro Valle, Via del Teatro Valle 21
Prenotazione biglietti al numero 06-68803794 (prevendita anche online)


I film in dvd di:

Margherita Buy
Isabella Ferrari
Marina Massironi
Valeria Milillo

Cristina Comencini



12 marzo 2007 Di Giulia Mozzato

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