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Ezra Pound, il pensiero di un poeta simbolo dell'estrema destra

Dopo i tragici fatti di Firenze in cui sono rimasti uccisi due senegalesi e le notizie dell'arresto di cinque militanti di estrema destra a Roma, si apre una finestra sulla violenza neofascista in Italia. Non sembra possibile, eppure esiste, e si appoggia a formazioni organizzate da anni. Ce ne rendiamo conto solo quando succedono tragedie in piazza.
L'uomo responsabile della strage di Firenze frequentava CasaPound. Sul sito di CasaPound si leggono farfuglianti proclami privi di senso che inneggiano al nazionalismo, al razzismo e alla xenofobia. Ma ci sono anche dati inquietanti sul seguito registrato dall'associazione: duemila tesserati e migliaia di simpatizzanti, sedi su tutto il territorio nazionale, 15 librerie e 20 pub, 8 associazioni sportive, una web radio con 25 redazioni in Italia e 10 all‘estero, una web tv, un mensile, Occidentale, e un trimestrale, Fare quadrato. Quello di Firenze, dunque, non è stato un episodio di isolata follia. Ancora sul sito si legge che CasaPound prende il nome ""del poeta che cantò la bellezza e sfidò l’usura: Ezra Pound"". Ma chi era Ezra Pound? Un grande poeta. Un fascista, senza dubbio, come lo furono altri scrittori, poeti e intellettuali negli anni del fascismo. Ma il suo pensiero teorico era molto più profondo e negli ultimi anni della sua vita subì modifiche sostanziali, collocandosi fuori dalla storia, rifuggendo e rifiutando ogni associazione con movimenti che lo avevano eletto a modello.

Nel 1967 Pier Paolo Pasolini incontrò e intervistò Ezra Pound in un documentario televisivo, Un'ora con Ezra Pound, a cura di Vanni Ronsisvalle, per la rubrica Incontri della Rai. Pound aveva 82 anni, Pasolini 45. Il poeta dei Cantos appare molto stanco, estraneo al mondo a lui contemporaneo e alle sue avanguardie.
In quegli anni Pasolini stava approfondendo il discorso sul pensiero e lo sperimentalismo del grande maestro del modernismo anglo-americano. Fu un'intervista che fece bene a entrambi: Pound interruppe il lungo periodo del “tempus tacendi” che aveva iniziato nel 1958, al suo rientro in Italia dal manicomio criminale in cui lo avevano internato i suoi compatrioti americani, finita la guerra; Pasolini iniziò la bellissima stagione da lucido e profetico polemista corsaro. Non amato in gioventù, Pound subirà un importante processo di rivalutazione da parte di Pasolini e accompagnerà quest'ultimo nella sua ricerca sperimentale fino all'ultimo romanzo incompiuto.


26 ottobre 1967, Pier Paolo Pasolini intervista Ezra Pound a Venezia durante uno dei suoi tanti soggiorni italiani.


Pasolini si ritrova contiguo a Pound proprio nell'elaborazione di quelli che poi saranno i grandi temi della sua ultima produzione, da Trasumanar e organizzar a Petrolio. La poetica poundiana, infatti, è in stretto rapporto con quella crisi delle ideologie e del linguaggio che trasforma dall'interno, profondamente, il carattere dello sperimentalismo pasoliniano negli anni Sessanta e Settanta, che si muove verso l'idea di una scrittura aperta, frammentata, magmatica, illeggibile, iconica, figurativa. Nel clima di sperimentazione che permea quegli anni, Pasolini troverà nei Cantos e nell'ideogramma una via autorevole al proprio sperimentalismo.
Pasolini rimase affascinato soprattutto dal Pound dei Canti pisani (senza i quali, probabilmente, non sarebbe stata possibile nessun tipo di vicinanza), dove è testimoniata l'acquisizione di un concetto di pietas assente dal resto dei Cantos. Ma c'erano solide fondamenta ideologiche a unirli: l'uno legato al mito dell'Italia rurale e contadina, l'altro al mito dell'America dei pionieri, da cui scaturiva la feroce, conseguente avversione di entrambi alla guerra, all'usura, all'egoismo del capitalismo, nell'amore vivissimo per le espressioni nazionali, popolari e tradizionali, nella convinzione del valore della cultura e del potere dell'educazione.


A proposito di Pound Pasolini scrive, in un articolo apparso sul Tempo il 16 dicembre 1973 (poi raccolto in Descrizioni di descrizioni): ""Egli ha voluto, fermamente e follemente voluto, restare dentro il mondo contadino: anzi, andare sempre più in dentro e più al centro. La sua ideologia non consiste in niente altro che nella venerazione dei valori del mondo contadino (rivelatiglisi in concreto attraverso la filosofia cinese, pragmatica e virtuosa). In questo senso io ritengo che si possano sottoscrivere, anche politicamente, tutti i versi conservatori di Pound dedicati ad esaltare (con nostalgia furente) le leggi del mondo contadino e l'unità culturale del Signore e dei servi [...]"".
E ancora: ""il «nesso» dei Cantos consiste in una «marcia» all'indietro nel cuore del mondo contadino (di cui è simbolo l'antica Cina), dove i governi divengono sempre più tirannici e più illuminati; il mondo sempre più pratico e idealista […]"".


Negli ultimi anni della sua vita Pasolini muoverà verso una Destra utopistica, sublime, la stessa che Pound abbracciò in nome di un conservatorismo contadino dei valori della tradizione. Del resto, agli occhi di Pound, che arrivò in Europa da un'America in cui l'agricoltura era già industrializzata, desideroso di riscoprire le radici di una cultura nazionale americana, l'Italia fascista appariva un mondo contadino intatto, in cui anche la borghesia conservava il segno delle origini contadine. La retorica fascista, con la sua “ideologia «virtuosa» (puramente verbale e sciocca)” e il suo “progresso conservatore”, che intendeva “fare opere moderne nell'ambito di un mondo antico da rispettare nelle sue tradizioni”, esercitò un grande fascino su Pound. La sua adesione al fascismo fu quindi una scelta aberrante, ma non priva di logica. In definitiva fu “sia un modo per mascherare una sua inadattabilità” al mondo industrializzato, “sia un alibi per farsi credere presente”.
""Con un «gesto» puramente teatrale, Pound ha invece scelto il fascismo (a causa della sua dichiarazione esplicita di idealismo), fingendo di prendere per buona la sua retorica dell'antico. Tutta la politica di Pound (oltre che essere manifestamente pazzesca) è gestuale. Una volta fatto un «gesto» ogni sua giustificazione è superflua, per non dire impossibile. Il gesto si spiega da se stesso, ed è esaustivo. Le parole sono in più"", scrive Pasolini ancora nel 1973, mentre anche la sua opera inizia a spostarsi su un piano totalmente gestuale.


Pasolini trovò in Pound il poeta a cui attribuire una funzione simbolica, di portatore universale dei valori del mito contadino, che per quest'ultimo si identificò nel mondo contadino cinese e nella sua religione pratica. Per Pasolini, come era stato per Pound, l'utopia edenica si trasferisce in un altrove assoluto: nell'intatto mondo contadino della gioventù, nell'Italia medioevale, nell'antica Grecia, nella Cina di Pound. ""Pound ha capito, con abnorme precocità, che il mondo contadino e il mondo industriale sono due realtà inconciliabili: l'esistenza dell'una vuol dire la morte (e la scomparsa) dell'altra. Vivendo tale tragedia, in gioventù, in America, Pound non ne è forse stato consapevole. Forse perché laggiù l'agricoltura era già industrializzata, e la «vecchia agricoltura» era un substrato culturale. Venendo in Europa ha trovato il Luogo da cui i sottoproletari di un arcaico mondo contadino erano partiti portando con sé i loro miti (a comporre quel «substrato»). Ancora forse Pound non se n'è reso conto. La realtà alle volte è troppo più forte della cultura di cui si fa simbolo. Pound doveva accorgersi di tutto questo scoprendone il senso in un «altrove» così totale e assoluto da isolarlo come in laboratorio. Tale «altrove» è la cultura cinese, ossia la religione contadina del confucianesimo. Una religione contadina che poteva essere accepita da Pound meglio di altre religioni contadine, a causa del suo «pragmatismo» (a cui l'americano Pound era stato naturalmente educato). Scoperto nella sua perfetta purezza questo «altrove» contadino (e religioso; addirittura «virtuoso»), Pound ha messo tutto in confronto con esso"".


A lungo la cultura di destra ha strumentalizzato il nome di Pound sfruttando la sua adesione al fascismo, ma senza riuscire ad afferrare la complessità del suo pensiero. Il giudizio di Pasolini su Pound è sicuramente parziale, ma contribuì in maniera decisiva alla rivalutazione del grande poeta modernista, della profondità del suo pensiero, lontano da ogni banale futura strumentalizzazione proveniente dall'estrema destra. Scriveva ancora Pasolini: ""Pound non è potuto divenire mai, esplicitamente, appannaggio delle Destre: la sua altissima cultura, anche se, americanamente, un po' elementare […] l'ha preservato da una strumentalizzazione sfacciata: il serpentaccio fascista non ha potuto ingoiare questo spropositato agnello pasquale"".


14 dicembre 2011 Di Sandra Bardotti

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