Si tratta di una fiaba raccolta a Venezia da Dom. Giuseppe Bernoni nel suo Fiabe popolari veneziane (1893).
La principessa della storia è un'osservatrice del comportamento animale, in particolare dei pesci, ma è anche coraggiosa e intraprendente. Una donna moderna, si potrebbe dire. E il padre si adegua.
""Fiaba piuttosto rara, in un'originale versione, tutta acquatica"" ci dice Calvino nella nota al testo.
In effetti si tratta di una storia in cui l'acqua e il mare hanno una grande importanza.
La prima parte della vicenda vede protagonista un povero pescatore squattrinato che non riesce a dare da mangiare alla famiglia e che spera, avendo trovato un grosso granchio, di venderlo al Re e ricavarne una bella cifra. Finirebbe in un nulla di fatto, se non arrivasse la Principessa, appassionata di animali acquatici, e chiedesse al padre di acquistarlo per la sua peschiera. La vasca ha sotterranei collegamenti e la giovane, grazie all'intervento di un vagabondo, scopre che il granchio ogni giorno nuota in queste gallerie per arrivare in un luogo in cui una fata gli permette di trasformarsi momentaneamente in uomo e mangiare. La principessa, ormai innamorata dell'uomo (in realtà un giovane principe) si infila nella scorza vuota del granchio e lo sorprende quando rientra. Di nascosto dalla fata si accordano per liberare il principe dall'incantesimo: lei dovrà cantare sugli scogli e quando la fata, amante del bel canto, uscirà dal mare e le chiederà di proseguire lei dovrà farlo a patto di ricevere in cambio il fiore che ha tra i capelli. Così il giovane sarà liberato dall'incantesimo. Naturalmente così fanno, la principessa organizza il concerto con otto damigelle e si impossessa del fiore. Alla fine verranno in pompa magna i genitori del principe a chiedere la sua mano.
""Il Re ci restò un po' male perché era all'oscuro di tutto; chiamò la figlia e questa arrivò correndo e si buttò tra le braccia del Principe: - Questo è il mio sposo, questo è il mio sposo! - e il Re capì che non c'era altro da fare che combinare le nozze al più presto.""
22 gennaio 2010 | Di Giulia Mozzato |
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