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La scuola della Salamanca dalle Fiabe italiane di Italo Calvino

Raccolta a Spongano, in provincia di Lecce, questa fiaba è tratta da ""Fiabe e canzoni popolari del contado di Maglie in Terra d'Otranto"", raccolte e annotate da Pietro Pellizzari edito nel 1881.
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“La fiaba dell’allievo del mago è di origine indiana” scrive Calvino “e davvero ha l’aria di giungerci da un mondo così familiare e cose meravigliose da poter eraprpesnetare le metamorfosi più arbitrarie con la velocità e il ritmo d’un balletto”.

Troviamo fiabe analoghe nella raccolta dei Grimm (Il ladro stregone, fiaba n.68) e sempre Calvino cita anche L’arte magica di Afanasjev. Molto più popolare il brano della battaglia tra maghi de La spada nella roccia.
Una fiaba di formazione che vede protagonista un giovane intelligente e pronto a imparare e un Maestro molto preparato, ma altrettanto desideroso di tenere tutti i discepoli accanto a sé.
Un padre che vuole investire i suoi denari, come potrebbe farlo meglio che nella formazione del figlio? Una lezione di vita che non ha tempo... Scelto il Maestro giusto (quello della Salamanca) e dati i quattrini per gli insegnamenti di un anno intero, il problema sta nel riprendersi il figliolo. Il Maestro infatti pone una condizione: se il padre lo riconoscerà tra i tanti animali della scuola, potrà riprenderselo e con lui anche i soldi, viceversa il giovane rimarrà con lui per sempre. Un ragazzo intelligente sa mettere a frutto gli insegnamenti ricevuto e beffare il Maestro. Ma non finisce così. Per far davvero fruttare i denari è necessario usare la magia appresa, la capacità di trasformarsi in animali e cose e battere nuovamente il Maestro, al suo stesso gioco. Dopo varie peripezie il giovane vola come colomba fin sul petto di una principessa e si trasforma in anello per le sue dita, nascondendosi così per giorni nel castello. Quando il Re padre si ammala e viene chiamato un medico a guarirlo, il giovane capisce che si tratta di un inganno e che il Maestro nelle vesti di medico, vuole farsi ricompensare proprio con quell’anello per riprendersi l’allievo. In un classico duello di trasformazioni magiche, il giovane prima diventa melograna, poi, da chicco nascosto tra le vesti della principessa, diventa volpe e uccide il Maestro nel frattempo trasformato in gallo per beccare tutti i grani del frutto.
“Il discepolo era stato più bravo del Maestro! La volpe ridivenne un giovane, raccontò al Re la sua storia e l’indomani sparavano tutti i cannoni per le nozze della Reginella”.



Particolare del mosaico pavimentale della basilica di Otranto


22 gennaio 2010 Di Giulia Mozzato

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