Ecco una fotografia dalla Fiera di Fracoforte (che si è tenuta a ottobre) della situazione internazionale dei piccoli editori, in particolare di quelli statunitensi. Mentre in Italia l'attenzione verso la letteratura straniera è molto forte (basta visitare gli stand della Fiera di Roma Più libri più liberi per rendersene conto, anche se la percentuale assoluta è scesa dal 25% degli anni Novanta al 22,5%) all'estero non sempre è così. Vediamo perchè e scopriamo se la situazione è destinata a cambiare. Fiona McCrae, Greywolf Press Jill Schoolman, editore e redattore capo della Archipelago Books Anne-Solange Noble, responsabile diritti esteri Gallimard
Le piccole case editrici americane puntano sulla traduzione e cercano capolavori alla Fiera del Libro di Francoforte, l'annuale appuntamento dell'editoria internazionale
David R. Godine (guarda il catalogo), un piccolo editore indipendente di Boston, si è seduto allo stand di un editore francese alla Fiera del Libro di Francoforte, l’appuntamento annuale del mondo letterario internazionale.
“OK, cosa c’è di buono?”, ha chiesto.
Il signor Godine – che è risultato essere preveggente e fortunato quando uno degli autori che pubblica in traduzione, lo scrittore francese Jean-Marie Gustave Le Clézio, ha vinto in Premio Nobel per la Letteratura – fa parte di quella manciata di editori americani che regolarmente ogni anno scova libri da tradurre durante la fiera.
Si ritiene che agli americani non piaccia leggere autori che scrivono in lingue che non capiscono. Questa credenza persiste a Francoforte, dove gli editori da 100 paesi espongono uno pout pourri dei loro libri migliori – o quanto meno più venduti. Nel complesso, gli editori americani trascorrono la maggior parte della settimana nel Padiglione 8, l’enorme spazio espositivo dove gli editori di lingua inglese accolgono gli ospiti.
Sebbene si contino eccezioni tra le grandi case editrici, gli editori statunitensi di solito preferiscono fare offerte su altri titoli americani o inglesi anziché cercare letteratura ""nuova"" nei padiglioni internazionali.
Secondo Chad W. Post, il direttore di Open Letter (guarda il catalogo), una nuova casa editrice che ha sede nell’Università di Rochester e si dedica solo ai libri tradotti, 330 opere di letteratura straniera – poco più del 2 per cento del totale stimato in 15.000 titoli distribuiti – sono state pubblicate negli Stati Uniti quest’anno. Chad W. Post, direttore di Open Letter, Università di Rochester
Questa apparente penuria di narrativa tradotta negli States è stata l’oggetto dell’osservazione polemica di Horace Engdahl, il segretario permanente della Swedish Academy, l’organizzazione che ha assegnato il Premio Nobel, una settimana prima che il premio andasse a un autore non americano.
Gli Stati Uniti sono ""troppo isolati”, ha detto Engdahl in un’intervista con la Associated Press. “Non traducono abbastanza e non partecipano veramente al grande dialogo della letteratura”.
Si lascia per lo più ai piccoli editori il compito di frugare in cerca di tesori nascosti fuori dagli Stati Uniti, come ad esempio Godine, che nei grandi padiglioni si è perso tra gli stand dell’Europa dell’Est mentre andava da un editore italiano.
Mercoledì 15 ottobre 2008, quando Godine si è incontrato con Anne Bouteloup, responsabile dei diritti esteri per la sezione ragazzi della Gallimard, la casa editrice francese di Le Clézio, la Bouteloup gli ha mostrato Voyage au Pays des Arbres, un libro per bambini del nuovo vincitore del Nobel.
Godine ha sfogliato il libro. “Probabilmente lo faremo”, ha mormorato. Ha fatto scivolare il suo biglietto da visita dietro la copertina per ricordare alla Bouteloup che era interessato.
Circa il 10-15 per cento del catalogo di Godine è composto da libri tradotti, molti dei quali scoperti alla fiera ogni anno.
Godine, che conduce la sua casa editrice da 38 anni, ha detto che pubblica autori stranieri perché ciò le da credibilità letteraria. Ma ammette che ci sono anche ragioni economiche. “Quando vedi quanto si paga per un autore mediocre negli Stati Uniti e quanto devi pagare per ottenere un autore internazionale che è stato tradotto in 18 lingue, è ridicolo che le persone non investano comprando grande letteratura”. Un esempio? ""Ho comprato i diritti di un libro straniero per appena $2000"".
Fiona McCrae, direttore ed editore della Graywolf Press (guarda il catalogo), una casa editrice nonprofit con sede a Saint Paul che ha avuto un clamoroso best seller - Out Stealing Horses, romanzo dello scrittore norvegese Per Petterson -, ha dichiarato che i piccoli editori non possono permettersi di comprare libri dei migliori autori negli Stati Uniti, ma che possono ottenere opere da bravissimi autori se cercano all’estero.
“Philip Roth non sarà improvvisamete pubblicato da Greywolf”, ha detto la McCrae dopo l’incontro con un agente di Barcellona che le ha proposto diversi titoli spagnoli. “Così vedi chi è il Philip Roth d’Italia o chi è un interessante scrittore fuori dalla Svezia”.
La McCrae inoltre ha specificato che Greywolf ha il sostegno dei sussidi che mirano in modo specifico alla pubblicazione di titoli stranieri. Per stimolare più traduzioni, agenzie culturali sponsorizzate dal governo in Europa e altrove sovvenzionano – o coprono interamente – il costo della traduzione di libri in inglese.
In un meeting mercoledì 15 ottobre 2008 con il Flemish Literary Fund, Jill Schoolman, l’editore e redattore capo della Archipelago Books (guarda il catalogo), una casa editrice nonprofit di Brooklyn che si occupa di opere tradotte, ha esposto il suo piano per lanciare Wonder, un romanzo di Hugo Claus, scrittore belga più volte candidato al Nobel prima della sua morte per eutanasia all’inizio di quest’anno.
Greet Ramael, manager per i sussidi della prosa al Flemish Fund, le ha consegnato il modulo per il rimborso della traduzione del romanzo di Claus.
“I costi di traduzione sono spesso un deterrente o un motivo per non tradurre un libro”, ha affermato la Ramael.
Alcuni dei più grandi editori americani dicono che i redattori monolingue hanno paura di prendere rischiose decisioni di acquisto basandosi su piccoli estratti tradotti del testo.
“È già abbastanza difficile pubblicare un libro quando hai letto tutto quanto e sapere se ti piace”, ha detto Michael Pietsch, editore di Little Brown (guarda il catalogo), quando si è seduto allo stand della sua società ad aspettare il prossimo appuntamento.
Non dimentichiamo poi la famosa massima americana che i libri tradotti non vendono...
Anne-Solange Noble, responsabile dei diritti esteri alla Gallimard in Francia, ha detto che gli editori americani non hanno dato sostegno ai libri tradotti con budget di marketing e poi si sono lamentati quando le vendite non sono state soddisfacenti. La Noble si è detta divertita – ma sembrava anche irritata – mentre raccontava di aver incontrato un editore che, la prima sera della fiera, aveva descritto Le Clézio come uno “scrittore sconosciuto”.
“Gli editori americani stanno privando i loro lettori della diversità culturale attraverso la traduzione di cui hanno diritto”, ha fatto notare la Noble. “È quella che io chiamo la povertà dei ricchi”.
La Noble ha affermato che non stava discutendo la qualità degli scrittori americani, molti dei quali – tra cui Philip Roth e Claire Messud – sono pubblicati dalla Gallimard in Francia e le cui foto erano esposte ben in vista nello stand.
Gli editori americani dediti alla traduzione dicono che non mancano gemme.
Giovedì 16 ottobre 2008 il signor Post di Open Letter si è tuffato entusiasta in uno dei padiglioni internazionali, strappando brochure di estratti di traduzioni inglesi dagli stand delle agenzie culturali di Croazia, Lettonia, Polonia, Cina e Corea. Post a Francoforte rinnova i contatti con le persone del cui giudizio si può fidare e che possono aiutarlo a setacciare le centinaia di titoli di cui sente parlare alla Fiera e altrove.
Mentre Godine ha detto che Francoforte gli ha fatto scoprire, fra molti altri, il vincitore del Premio Nobel Le Clézio; “perfino uno scoiattolo cieco alla fine qui trova una noce”.
Fonte: Translation Is Foreign to U.S. Publishers, New York Times di venerdì 17 ottobre 2008.
Traduzione di Paola Pedrinazzi
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01 dicembre 2008 |
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