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Finale di partita: natura morta con bidoni della spazzatura


Per la prima volta il regista Massimo Castri affronta un testo di Samuel Beckett. Sceglie uno dei capolavori del drammaturgo irlandese, Finale di partita, e il suo spettacolo trionfa ai Premi Ubu 2010. In tournée in tutta Italia, a partire da marzo 2011.

Finale di partita è un atto unico di Samuel Backett, composto tra il 1955 e il 1957. Il titolo è ispirato al modo in cui viene chiamata l'ultima parte di una partita a scacchi, gioco di cui Beckett era appassionato, quando sulla scacchiera non rimangono che pochi pezzi. Gli scacchi, simbolo dell'intelligenza, del gioco della vita, ma anche semplicemente del teatro.
Protagonisti in scena sono Hamm (fin dal nome, un Amleto ridotto a relitto), un anziano signore cieco e condannato a trascorrere i suoi giorni su una sedia a rotelle, e il servo Clov. Il rapporto tra i due è conflittuale, basato su continui litigi, agonismo, moti di ribellione, ma anche su una reciproca dipendenza. Clov vive nell’eterna tentazione di andarsene, ma pare non esserne capace. In scena sono presenti anche i due vecchissimi genitori di Hamm, Nagg e Nell, che sono privi di gambe e vivono in dei bidoni della spazzatura sul fondo della scena.
L’incalzante botta e risposta tra Hamm e il suo servitore richiama l'alternarsi di mossa e contromossa tipico del gioco degli scacchi. Lo stesso Beckett, nel corso di alcune prove dello spettacolo allo Schiller Theater di Berlino, spiegò: ""Hamm è il re in questa partita a scacchi persa fin dall'inizio. Nel finale fa delle mosse senza senso che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta soltanto cercando di rinviare la fine inevitabile"".


Finale di partita è forse il testo più duro e spietato di Beckett, lancinante metafora della solitudine umana. Come in Aspettando Godot, anche qui tutto si fonda sull'attesa di qualcosa di indefinito quanto inevitabile. Ma se nel primo si intravede ancora un’ambientazione quasi realistica, Finale di partita si svolge in uno scenario nudo, anti-naturalistico, che testimonia un'avvenuta catastrofe che ha cancellato pressochè ogni traccia di vita sulla terra. Un bunker anti-atomico o una scatola cranica, con due alte finestre centrali come occhi da cui penetrano a un tratto voci dall'esterno che i protagonisti non sembrano nemmeno sentire. E sono inequivocabilmente voci di bambini, che testimoniano la presenza di un altro inferno fuori, in cui si prospetta un'agonia forse migliore e più vitale di quanto si creda. Forse, dunque, anche il teatro può ancora sperare di aprire un dialogo con il pubblico.


Questo Finale di partita (prodotto da Ert-Emilia Romagna Teatro, Teatro di Roma, Fondazione Teatro Metastasio) è forse uno degli spettacoli più rigorosi di Castri, che si muove tra lettura simbolica e psicanalitica, alleggerendo la materia tragica con un umorismo grottesco che smorza i toni da melodramma, perché non c'è niente di più comico dell'infelicità. Ne viene fuori una grande partitura musicale, vibrante in ogni battuta.
La scena di Maurizio Balò è un nudo salone vittoriano, quello che di esso rimane dopo il crollo del dramma borghese, in cui svetta il bianco e nero di un pavimento trasformato in una grande simbolica scacchiera dove gli accaniti giocatori si sfidano nella loro ultima partita.
Immobile nella sua sedia a rotelle come da copione, occhialoni neri da cieco, Vittorio Franceschi interpreta Hamm con una ricchezza infinita di sfumature, con toni beffardi quanto alla fine terribilmente umani.
Straordinario anche Milutin Dapcevic nei panni di Clov, dal passo lento e claudicante e dai movimenti a tratti burattineschi.



Scheda dello spettacolo

Una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Teatro Metastasio Stabile della Toscana
FINALE DI PARTITA di Samuel Beckett
traduzione di Carlo Fruttero
con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic, Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra
regia di Massimo Castri
scene e costumi Maurizio Balò
luci Robert John Resteghini
suono Franco Visioli
regista assistente Marco Plini
direttore tecnico Robert John Resteghini
macchinista Andrea Bulgarelli
costruzioni scena D. ex M. srl
realizzazione costumi Nuvia Valestri
foto di scena Marcello Norberth


Calendario

10-11 marzo 2011 Casalecchio di Reno
12-13 marzo 2011 Terni
15-20 marzo 2011 Napoli
22-27 marzo, 29 marzo-03 aprile 2011 Roma
5-6 aprile 2011 Crotone
7-8 aprile 2011 Rende
12-17 aprile 2011 Genova
26-30 aprile, 2-8 maggio 2011 Catania
10-15 maggio, 17-22 maggio 2011 Milano



19 gennaio 2011 Di Sandra Bardotti

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