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Flavio Caroli: il ritratto dell'amore ideale nell'arte? I coniugi Arnolfini di Van Eyck

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Da docente universitario a ospite fisso alla trasmisisone televisiva Che tempo che fa, Flavio Caroli è un divulgatore perfetto che fa amare la storia dell'arte a tutti grazie al suo taglio originale di narrazione e analisi.
Lo stesso che utilizza per i suoi libri, l'ultimo dei quali, uscito da poco in libreria, si intitola Il volto dell'amore (ogni riferimento alla celebre canzone di Caterina Caselli è involontario...).
Ce ne parla con l'abituale eleganza e chiarezza.


Professor Caroli, sembra apparentemente una cosa semplice “dipingere l’amore” ma, una bocca sorridente e due occhi azzurri non possono bastare. Quali allora, sono le difficoltà?

La pittura si è posta da 2000 anni e più, il tema della rappresentazione dell’amore ed in questo senso è stata sfavorita rispetto alle altre arti,  soprattutto in confronto alla letteratura, alla musica ed al cinema, ciò è dovuto semplicemente al fatto che  queste ultime godono della possibilità di raccontare, attraverso la “dimensione tempo”, mentre la pittura si gioca tutto e soltanto in un’immagine singola.
Ed è per questo motivo che a partire dal mondo romano, attraverso la rielaborazione di passaggi e pensieri diversi, la pittura ha affrontato e continua ad affrontare, ancora oggi, il tema della rappresentazione dell’amore.


Come cambiano allora, a partire dall’epoca romana per giungere fino a noi, i sentimenti espressi in pittura?

Jan van Eyck Ritratto dei coniugi Arnolfini, 1434 - National Gallery di Londra
""Questo quadro può essere definito il primo dipinto di compiuta felicità coniugale""



Per quanto riguarda  il mondo romano, io parlo in particolare della pittura visibile a Pompei, la quale si esprime  guidata da una filosofia pagana, ossia dal pensiero del “carpe diem”.
Tutto cambia invece con l’avvento del mondo cristiano, perché la letteratura con il pensiero di Sant’Agostino, Dante Alighieri, Francesco Petrarca, mette a punto, in un contesto poetico, i modi per definire e  raccontare l’amore attraverso una propria intensità affettiva.
La pittura si ritrova così a reinventarsi tutto, e lo fa magistralmente attraverso il primo ritratto di Van Eyck con la moglie, opera nota come I coniugi Arnolfini, quadro che può essere definito il primo dipinto di compiuta felicità coniugale.
Ma ancora una volta un nuovo cambiamento, che arriva con Leonardo da Vinci,  porta ad evolversi l’idea della potenzialità della pittura; con lui comincia infatti - con la trattazione fisiognomica -  la creazione della psicologia moderna.
Da questo momento in poi l’Amore entra nel grande territorio della psicologia e, viceversa, la psicologia è spesso guidata dall’amore.
La rappresentazione dell’amore in pittura non si esprime, comunque, solamente nella dimensione carnale, ma è anche incredibilmente ricca per quanto riguarda la parte religiosa, ovvero l’amore di Dio che mi piace ricordare con un’opera del 1535-1540, di Gerolamo Savoldo che realizza una meravigliosa Maria Maddalena, conservata a Londra.
C’è poi anche l’amore familiare e mi riferisco, come esempio, a Sofonisba Anguissola che, assieme alla sua geniale famiglia ed alle sorelle pittrici cremonesi, si ritrova nel suo famoso quadro, del 1555 circa, un vero e proprio ritratto di famiglia, che Sofonisba dipinge nella Partita a Scacchi.
C’è anche l’amore rappresentato nel Seicento da Rubens, artista estroverso e malinconico, ed anche quello, sempre nel Seicento immortalato dalla mano di Rembrandt, personaggio introverso e dominato dalla tristezza.
Via, via si arriva al pensiero del Novecento, con Sigmund Freud, passando precedentemente prima da Cartesio nel Seicento, e da Diderot nel Settecento, per definire come, la raffigurazione del volto e del corpo, significhi “analisi delle emozioni o più precisamente delle passioni, la prima delle quali è naturalmente l’amore”.
Ma con l’arrivo della psicanalisi comincia anche la rappresentazione di un amore, non solo tormentoso, ma che spesso descrive i drammi e le profondità dell’amore del XX secolo.



Sofonisba Anguissola Partita a scacchi, 1555 - The Raczynski Foundation at The National Museum Poznan
""C’è poi anche l’amore familiare e mi riferisco, come esempio, a Sofonisba Anguissola che, assieme alla sua geniale famiglia ed alle sorelle pittrici cremonesi, si ritrova nel suo famoso quadro Partita a scacchi, un vero e proprio ritratto di famiglia

A questo punto si può parlare anche di una rappresentazione dell’amore che frequentemente  non viene subito percepita come tale, almeno dai profani, come per esempio quello rappresentato dalla pittura di Picasso?


Il XX secolo è questo.
Da un lato le complicate vicende sentimentali e pittoriche legate ad una delle tante storie sentimentali di Picasso, in particolare quella per Dora Maar, che è stata uno dei grandi amori della sua vita e che coincide con il periodo in cui viene commissionata all’artista l’opera Guernica.
Dall’altro lato l’amore incantato e sognatore di Marc Chagall, per la moglie, Bella Rosenfeld, che amerà ed alla quale resterà fedele per tutta la vita: amore che si esprimerà nel dipinto Compleanno che rappresenta i due sposi sospesi nell’aria.


Professor Caroli, quale per lei, allora, il ritratto che rappresenta l’amore ideale?

A mio parere è molto difficile poterlo stabilire. Penso al ritratto di Van Eyck con la moglie, perché siamo all’inizio della pittura moderna, ma come si può ignorare l’amore rappresentato da Edvard Munch, i tormenti che questo artista aveva nei confronti dell’amore ed ancora la dimensione per questo sentimento vissuta sia da Gustav Klimt che da Egon Schiele, difficile da identificare l’uno con l’altro, anche perché ognuno di noi assume nei confronti dell’amore, infiniti volti, infinite facce.


Marc Chagall Compleanno, 1915 - Museum of Modern Art di New York
""L’amore incantato e sognatore di Marc Chagall, per la moglie, Bella Rosenfeld, che amerà ed alla quale resterà fedele per tutta la vita""  


11 febbraio 2011 Di Iaia Barzani

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