Le interviste di Wuz.it

Geraldine Chaplin racconda se stessa e il padre ad Oriana Fallaci

Intervista esclusiva del 1964 da Limelighters di Oriana Fallaci

Leggi l'intervista a Sydney Chaplin
Se non fosse figlio di...l'inchiesta di wuz

Dagli estratti di questa intervista di Oriana Fallaci a Geraldine Chaplin emergono una serie di sensazioni autentiche, palpabili di ciò che può voler dire crescere come figli di personaggi che hanno fatto la storia del mondo culturale odierno. Geraldine, in quanto figlia di Charlie Chaplin, si sente una bella responsabilità sulle spalle e spesso le accade di averne abbastanza di tutte le pressioni e i sentori di sconfitta contro i quali deve lottare ogni giorno. Oriana Fallaci non riesce solamente ad addentrarsi negli aspetti meno evidenti della personalità di Geraldine, ma anche a farsi raccontare i lati sconosciuti della personalità di Charlie Chaplin e del loro rapporto di padre e figlia.



ORIANA FALLACI
: Certamente ti rendi conto, Geraldine, che questa intervista è dovuta solamente ad un nome, ad una relazione: praticamente al fatto che sei la figlia di Charlie Chaplin. Questo potrebbe sembrare scortese e forse lo è, però la curiosità e l’interesse che ti viene dimostrato da tutte le parti è dovuto allo stesso motivo, ammettiamolo. Le maggiori testate giornalistiche diffondono notizie su di te, famosi registi cinematografici ti contendono, orgogliose contesse ti fanno la corte e finora non si può certo dire che tu ti sia distinta in niente di particolare: il tuo è il tipico caso di una persona che diventa qualcuno prima di aver ancora fatto nulla e...


Oriana Fallaci
GERALDINE CHAPLIN : Fatto nulla?!?  Prima di aver fatto tutto, vuoi dire. Senti, ho vent’anni e vent’anni potrebbero non essere molti, ma non sono nemmeno pochi: ci sono molte persone che già a vent’anni hanno fatto tantissime cose e io non ho fatto un bel niente a parte essere la figlia di Charlie Chaplin. Non è giusto, lo so, è semplicemente ridicolo. Infatti mio padre è arrabbiato, molto arrabbiato e ha ragione. Per esempio, pensa a ciò che accadde quando sono apparsa la prima volta in nel balletto Cenerentola. Avevo solo due particine di un minuto, o anche meno, ma il teatro era tutto pieno e I giornali erano pieni di fotografie. Tutti volevano intervistarmi e tutto era così sproporzionato e imbarazzante. Dio solo sa cosa avranno pensato le persone in sala. Capisci? Ogni volta che una ballerina faceva un solo, veniva scambiata per me e la gente applaudiva.  Quando finalmente entrai io per fare le mie due o tre pirouette e divenne chiaro che la piccola Chaplin avrebbe fatto solo questo, il loro disappunto mi colpi come una folata di vento. Mi pareva di sentirli mentre dicevano, tutto qui? Mi sentii mortificata, umiliata. Pensavo mi avessero presa perché ero brava e ora scoprivo che mi avevano presa con lo scopo di farsi pubblicità con il mio nome.


Questi sono i problemi causati dall’eredità, Geraldine. Tu stessa l’hai ammesso nella tua alquanto originale affermazione: ‘Molte persone ereditano ricchezza o un titolo. Io ho ereditato un cognome.’ E quando erediti qualcosa devi sempre pagare una tassa: più grande è l‘eredità e più alta è la tassa. Comunque, come ci sono le tasse, ci sono anche i vantaggi.

Sono d’accordo. I vantaggi sono rilevanti. Se vuoi avere una carriera e il tuo nome è Chaplin, non avrai la minima difficoltà e tutti ti riveriranno. Nonostante ciò, gli svantaggi sono ugualmente notevoli, credimi. Se il tuo nome è Chaplin, le persone si aspettano molto da te. Si aspettano troppo e tu devi essere brava perché se non lo sei ti offendono e ti prendono in giro. Il loro rispetto si trasforma in disprezzo e poi, se sei brava, lo danno semplicemente per scontato. Qualsiasi cosa accada, non sai mai se sia per merito tuo o per il tuo nome. Oh! È odioso pensare che se hai l’opportunità di fare qualcosa, è dovuto solamente al tuo nome. È odioso pensare che se sbagli verrai schiacciata dal peso della vergogna, a causa del tuo nome. A volte penso che sarebbe più facile avere un nome sconosciuto.

E allora, perché non cambi nome Geraldine? Molte persone nella tua situazione l’hanno fatto e lo continuano a fare. Perché continui ad usarlo?

Perché ne sono fiera, ovviamente: molto fiera. Sono felice di essere la figlia di Charlie Chaplin e sarebbe inutile cambiare nome, è troppo tardi. Ora sanno già tutti chi sono e tutti mi riconoscono, anche perché assomiglio molto a mio padre e mia madre.  Dalla fronte al naso ho il viso di mia madre e dal naso al mento quello di mio padre e non solo! Fin da quando ero bambina sono stata fotografata con loro e se mi chiamassi Geraldine Smith, sai che cosa direbbero? Direbbero: Geraldine Smith, la figlia di Charlie Chaplin. La definizione di figlia di Charlie Chaplin mi seguirà per sempre, anche se cambiassi il mio nome una dozzina di volte. E così, mi conviene semplicemente continuare a tenermi il mio nome, come fa anche Jane Fonda , ad esempio, figlia di Henry Fonda, o Susan Strasberg, la figlia di Lee Strasberg. E potrei anch’io avere successo come loro. Il solo problema, a parte l’obbligo di avere successo, è che non sai mai se le persone ti diano un contratto perché credono in te o perché sei figlia di Chaplin .


Una domanda forse un po’ indiscreta, Geraldine: non ti ha aiutata e non ti sta aiutando economicamente tuo padre? Dovevi davvero vivere con venti sterline a settimana e nient’altro quando facevi la ballerina?  

Mio padre mi manteneva quando vivevo con i miei genitori a Londra e recentemente pagava l’affitto dell’appartamento dove vivo da quando mi sono trasferita a Parigi. Però mio padre pensa che una ragazza di vent’anni dovrebbe mantenersi da sé e io sono d’accordo. Ovviamente potrei sempre chiamare a casa dicendo che sono nei casini e chiedendo di mandarmi un assegno, ma non l’ho mai fatto e non ho intenzione di farlo.

E cosa ti dice tuo padre riguardo alla tua carriera futura, Geraldine? Credo che nessuno possa consigliarti meglio di lui.

Mi dice…no, non dice niente. È vero che neanch'io gli chiedo niente. Non perché non siamo in buoni rapporti, come si dice in giro, al contrario; non appena posso vado sempre a casa, ma non parliamo mai della mia carriera. Lui non vuole interferire, così come io non voglio sapere cosa pensa del fatto che sto diventando un’attrice. Penso che lui mi stia aspettando al varco per potermi giudicare… certo, se fallirò, dovrò affrontarlo e dirgli con calma: “papà, ho fallito”.


Geraldine, da quanto tempo non vedi tuo padre?


Da molto tempo. Avrei dovuto incontrarlo a Londra in occasione dell’uscita del suo libro, ma non potevo perché il mio cane Boris era malato. Pensavo che il mio Boris stesse per morire, perciò ho dovuto scegliere tra lui e il libro di mio padre. Scelsi Boris. Non so nemmeno se a mio padre sia piaciuto il mio primo film. Lui non viene in Spagna, non ci mette mai piede e poi, non è che io trovi molto facile parlare di me con mio padre. Non perché ha settantacinque anni e io venti, mi trovo molto bene con persone di ogni età, non è un fatto generazionale, ma è perché lui è così severo, così difficile…però, sì,  forse anche l’età gioca il suo ruolo.

Sei stata molto sola da piccola Geraldine?

Oh, no! Non si può essere soli quando si hanno sette fratelli e sorelle. I bambini hanno una vita molto felice in casa Chaplin: giocano, ridono, cantano, fanno sempre molto chiasso. E poi, succeede sempre qualcosa: una discussione, una disputa, finché arrivano mia madre, che dà grande attenzione a tutti, e mio padre, che li ama moltissimo. I bambini non sono mai infelici, mai soli in casa Chaplin, una casa molto semplice mentre sei piccolo. È dopo che diventa più complicata e cominci a pensare a te stessa e a decidere di lasciare il nido.

Geraldine e Julie Christie sul set di Dottor Zivago

Ti hanno mandata a studiare in convento Geraldine?!? Strano che Charlie Chaplin mandi le sue figlie in convento. Di certo non si può dire che lui simpatizzi con la chiesa! Perché mai dovrebbe mandarti in un convento a studiare?


Per la disciplina. Mio padre è un fanatico della disciplina e lo sono anch’io. In questo ci assomigliamo molto. Oltretutto ero così selvaggia quando avevo dieci anni che non so cosa sarebbe successo se non mi avessero educata le suore. Le suore erano severe come mio padre, ma, allo stesso tempo erano così amabilmente docili che sono molto contenta di aver passato quegli anni con loro. E poi, le suore mi diedero qualcosa che mi mancava: la religione e… vedi: noi bambini Chaplin non siamo mai stati battezzati a nessuna religione. Questo è ciò che vuole e voleva mio padre; non l’abbiamo mai sentito parlare di Dio, mai sentito una preghiera e, bene, ora ti racconto una cosa molto sciocca e assurda. Il primo giorno di scuola tutte le ragazze stavano pregando in piedi. Io non sapevo niente della preghiera e pensai stessero recitando una lezione. Il secondo giorno si alzarono di nuovo e recitarono la stessa cosa, perciò pensai che fosse strano perché avevano già esposto la stessa lezione il giorno prima. Mi girai verso una delle ragazze e le chiesi: cosa state facendo? Stiamo pregando, rispose lei. Pregando? Pregando chi? Chiesi. Pregando Dio, disse. Che Dio? dissi. La ragazza mi guardò stupita e smise di parlare. Quindi, terminata la lezione, andai dalle suore e chiesi chi fosse Dio: era il preside dell’istituto? Le suore mi risposero di sì, che era anche il rettore della scuola. Allora chiesi se potevo incontrarlo e loro risposero che lui era molto buono e si stava prendendo cura di me, perciò, se avessi parlato con lui, mi avrebbe ascoltata e, bene, era come una favola, solamente molto più bella e io ci credevo… Se dovessi scegliere una religione, sceglierei il cattolicesimo. Infatti, prima o poi la sceglierò e mi farò battezzare.


Ora ti faro un’altra domanda, e ti prego di rispondermi sinceramente perché credo sia importante. È una domanda che, ovviamente, riguarda tuo padre. Hai paura di lui?

Certamente. Ho paura di mio padre.… certamente. Molta, molta paura. E non solo perché lui è così inflessibile, così difficile, così severo, non solo perché alla fine lui ha sempre ragione, qualsiasi cosa dica o faccia, ma perché…perché…come dire…sento…sì, sento che solo quando non vivrò più costantemente nella sua ombra, come tutti noi, quando non avrò più paura di lui, solo allora sarò in grado di fare io stessa qualcosa di importante.

Geraldine nel 2003


In una dichiarazione molto più recente rilasciata all’India’s National Newspaper nel marzo 2003, Geraldine racconta anche l’esperienza lavorativa a fianco del padre, non omettendo particolari sul carattere di Chaplin che riportano indietro all’intervista con Oriana Fallaci:

Era un perfezionista, perciò sul set c’era sempre una certa tensione. Non voleva che nessuno dei suoi figli diventasse un attore, ma lo siamo divenuti tutti! Voleva che avessimo delle professioni “decenti”. Chaplin era un mattacchione: una volta ordinò un grande pesce e poi, una volta arrivato a tavola, lo alzò e disse “Emma, mia cara, non mi sarei mai aspettato di incontrarti qui”.  Amo molto mio padre, ma sono sempre stata un po’ troppo intimorita dalla sua autorità per scrivere su di lui o girare un film. Mi imbarazzano le imitazioni fatte su mio padre, ma devo dire che la migliore è stata quella di Brigitte Bardot per un giornale francese. E, nonostante la vita con mio padre fosse uno spasso, lui era comunque molto disciplinato e un disciplinatore e ci puniva se non riuscivamo a soddisfare le sue aspettative.


I film con Geraldine Chaplin in DVD
I film di Charlie Chaplin in DVD


15 aprile 2009 Di Anna Zizola

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente