Come sono finiti in fondo al mare?
Il nostro straordinario viaggio nel mondo dei Bronzi di Riace inizia centinaia, forse migliaia, di anni fa, a bordo di un veliero che cerca disperatamente di sopravvivere tra le onde di un mare in tempesta, il Mar Ionio.
Ogni opera d’arte racchiude in sé un mondo intero: le passioni e le aspettative del suo creatore, la realtà e i luoghi in cui è nata, il mistero del suo viaggio nel tempo.
È così anche per i Bronzi di Riace, protagonisti d’eccezione dell’inestimabile patrimonio artistico del nostro paese, capolavori che hanno attraversato i secoli mantenendo intatto il loro fascino originario.
Ce li racconta in questo suo nuovo libro Alberto Angela, divulgatore esperto e abile narratore, che traccia dei due eroi un ritratto, è davvero il caso di dire, “a tutto tondo”.
Immagina la loro creazione, ricostruisce le tappe della loro storia avventurosa, l’oblio, il fortunato e controverso ritrovamento e la “miracolosa” rinascita dopo un lungo restauro, trasformandoli nella metafora di un passato glorioso e di un presente troppo spesso diviso tra l’amore per il bello e l’incapacità di riconoscerlo e tutelarlo.
Da dove provengono queste due opere straordinarie?
Quando sono state realizzate?
Da chi e con quale scopo?
Chi raffigurano?
C’è chi ipotizza che siano stati gettati in mare dall’equipaggio di una nave in preda alla tempesta.
C’è che afferma che rappresentino i gemelli Castore e Polluce.
Altri vi hanno intravisto un guerriero e uno stratego.
Il mistero è fitto e forse non sarà mai possibile dissolverlo ma anche questa è una componente irrinunciabile del prepotente fascino che esercitano i due eroi di bronzo, della forza vitale che emanano.
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Come in un romanzo appassionante e pieno di colpi di scena Alberto Angela ci prende per mano e ci guida, sullo sfondo della storia antica di Atene e delle colonie della Magna Grecia, alla scoperta dei due colossi - sono alti quasi due metri e pesano quattrocento chilogrammi ciascuno, un’enormità per l’epoca - sia dal punto di vista artistico sia dal punto di vista scientifico.
Con l’aiuto di dettagliate fotografie a colori descrive le due statue fin nei minimi particolari e racconta le fasi del loro restauro che ha permesso di eseguire analisi accurate dei manufatti per valutarne l’età e le tecniche costruttive. Scopriamo così parecchie curiosità:
che paradossalmente la statua soprannominata Il Giovane è in realtà più vecchia dell’Uomo maturo
che molto probabilmente i due bronzi non erano monocromi ma abbelliti da colori sgargianti
che originariamente erano un po’ meno nudi di oggi perché corredati di elmi, scudi, lance e bracciali purtroppo perduti oppure trafugati.
Non è dato saperlo ma il capitolo dedicato al ritrovamento delle statue racconta le molte ombre che ancora aleggiano sull’episodio e che vorrebbero persino l’esistenza di un terzo fantomatico Bronzo.
Chissà se un giorno il mare ci restituirà anche questo.
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Alberto Angela - I bronzi di Riace. L'avventura di due eroi restituiti dal mare
177 pag., ill., 15,00 € - Edizioni Rizzoli 2014
ISBN 9788817075541
Fra tutte le statue che ci sono pervenute dal mondo antico, i due meravigliosi Bronzi di Riace sono quelle che più hanno colpito ed entusiasmato il pubblico. Perché? Certamente, all'origine del loro "successo" ci sono la bellezza straordinaria e la pregevolissima fattura del Giovane e dell'Uomo maturo. Ma non solo. A contribuire al loro fascino, è anche l'aura di mistero che tuttora li avvolge. Proprio partendo dalle numerose domande rimaste aperte, Alberto Angela prova in questo libro a farci rivivere, passo dopo passo, la storia dei Bronzi di Riace, come se la rivedessimo in un film. Ecco che, prendendoci per mano, ci accompagna nell'epoca e negli ambienti da cui presumibilmente provengono, va alla ricerca dei loro autori (evidentemente grandissimi artisti: forse proprio il leggendario Fidia?) e cerca di immaginare chi potessero raffigurare questi due splendidi personaggi maschili: Castore e Polluce? Un guerriero e uno stratego? E ancora: come furono forgiati? Con quale tecnica fu possibile renderne la capigliatura morbida o le vene che appaiono sotto pelle? Ma il percorso emozionante alla scoperta dei Bronzi non si ferma qui: in quali circostanze sconosciute finirono sul fondale del Mar Ionio? Vi furono buttati da una nave in una notte di tempesta? E la nave arrivò in porto o affondò? Quando accadde? Che lingua parlava l'equipaggio: greco, latino o addirittura goto?
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