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Il viaggiatore del secolo di Andres Neuman

“Quanto più lavoravano insieme tanto più si rendevano conto delle similitudini tra l’amore e la traduzione, capire una persona e interpretare un testo, recitare una poesia in una lingua diversa e dare voce al sentire dell’altro. Tutte e due le missioni erano felici ma incomplete: restavano sempre dei dubbi, parole da cambiare, sfumature incomprese”.

Leggi l'intervista esclusiva a Andres Neuman


Roberto Bolaño ha dichiarato che “Andrés Neuman è toccato dalla grazia, e la letteratura del XXI secolo sarà affar suo e di pochi suoi fratelli di sangue”. E per il giovane autore de Il viaggiatore del secolo queste parole devono essere suonate come la benedizione di un padre al figlio che intraprende il cammino verso la maturità. Neuman non è nuovo sulla scena letteraria ispano-americana, pur essendo giovanissimo (classe 1977), e il suo primo romanzo, Bariloche, pubblicato nel 1999, fu inserito dal quotidiano El Mundo fra i dieci migliori dell’anno. La sua carriera di scrittore è stata avallata anche da due premi letterari, il Premio Alfaguara 2009 e il Premio de la Crítica 2010. E Granta lo ha inserito tra i migliori 22 scrittori Under 40 in lingua spagnola.
Sicuramente Il viaggiatore del secolo è un romanzo ambizioso, come pochi di questi tempi, e non solo per la scrittura impeccabile e la sensibile indagine psicologica dei personaggi, ma soprattutto per la capacità di ricostruzione e penetrazione nel complesso sistema di alleanze storiche e diplomatiche, di relazioni strategiche e politiche del XIX secolo. Sì - avete capito bene - siamo davanti a un romanzo ambientato nella prima metà dell’Ottocento, eppure sembra di essere ai giorni nostri e l’attualità della storia e dei personaggi è sconcertante. L’Ottocento letto con gli occhi del Duemila: non è anacronismo, è semplicemente rinnovata fede nell’antica lezione per cui il passato è il miglior laboratorio per capire il presente.


Hans giunge una sera a Wandernburgo, sulla via da Berlino per Dessau. Viaggiatore con un passato misterioso, uomo colto e affascinante, traduttore di professione, Hans pensa di fermarsi solo qualche giorno nella cittadina immaginaria tra Sassonia e Prussia. L’incontro con un saggio suonatore di organetto e con la bella Sophie Gottlieb tratterrano il giovane a lungo, trasformando quello che era un luogo di passaggio nella meta ultima del viaggio. In pieno clima post napoleonico e restaurativo, i salotti letterari della signorina Gottlieb e le taverne del luogo ospitano discussioni di carattere sociale, politico, economico e intellettuale. Neuman ricostruisce sapientemente l’atmosfera e il clima dell’epoca, con tutti i suoi colori, odori e costumi, e allo stesso tempo la desacralizza con lo sguardo del moderno. Così i dibattiti sono insieme perfettamente datati e attuali: all’epoca in cui è ambientato il romanzo così come oggi, le questioni sui nazionalismi, sulla letteratura, sulla tradizione, sul ruolo della donna ci riguardano da vicino.
Piano piano, dall’amore per la letteratura e la filosofia nascerà una passione travolgente tra Hans e Sophie, già promessa sposa di un ricco quanto gretto rampollo della città. Ma non è possibile opporsi al sentimento, e con la scusa di tradurre a quattro mani Hans e Sophie passeranno un’estate d’amore insieme, fino a un finale imprevisto e brillante.


© Foto di Pepe Marin

Il viaggiatore del secolo non è solo un romanzo storico, né solo un romanzo di formazione, né solo un romanzo d’amore. È tutte queste cose messe insieme e sfugge abilmente a ogni definizione di genere. Il romanzo storico ricrea, Neuman invece ha uno sguardo più profondo, problematizza il passato da un punto di vista semantico e formale, e diluisce la storia nelle avventure dei personaggi. Il romanzo di formazione presuppone un’evoluzione morale e sociale di un personaggio, ma nel nostro caso Hans è già un uomo fatto, stabile nelle sue convinzioni, con un pensiero decisamente moderno. La storia d’amore con Sophie, poi, è solo un tassello ulteriore di un percorso ben più complesso. Per questo, Il viaggiatore del secolo è un romanzo totale, una summa enciclopedica, un ponte fra la storia e i problemi del nostro presente, che attraversa il tema della migrazione, del nazionalismo, dell’emancipazione femminile. Un romanzo prospettico, sia dal punto di vista psicologico che narrativo, arricchito da numerose angolazioni di osservazione e narrazione, anche se c’è un narratore onnisciente che tiene le redini del racconto nelle sue mani. Neuman riesce così a minare le fondamenta della forma moderna di pensare, introducendo l’incertezza tipicamente postmoderna, di cui Hans è un perfetto rappresentante.
Attraverso una selva di nomi parlanti, Il viaggiatore del secolo si fa anche romanzo allegorico. Sophie Gottlieb (gott-lieb, divinità affettuosa) è la sapienza, la dea dell’amore che guida Hans nel suo percorso verso la conoscenza; Wandernburgo (wandern-burg, città viaggiante) è una città mobile, i cui confini slittano continuamente e le strade si spostano, sospesa tra realtà e sogno; la locanda degli Zeit (zeit, il tempo che passa) affianca una confusione temporale a quella spaziale. Infatti, il tempo del romanzo ha forma mutante e fluttuante: all’inizio alcuni fatti indicano che siamo intorno agli anni dieci dell’Ottocento (si parla del consolidamento della quadruplice alleanza, dell’anniversario della cancelleria di Metternich), poi si parla del 1823 come già passato e della seconda fase del pensiero di Hegel, dopo la conversione al cattolicesimo. Eppure tutta l’azione si svolge nell’arco di qualche mese. Neuman non sbaglia, ma relativizza e mette in prospettiva un’epoca intera, scardinando le categorie tradizionali di tempo e spazio per renderle funzionali al tema centrale del romanzo: la vita come viaggio e destino.
Neuman si ricollega alla grande tradizione romanzesca dell’Ottocento e del Novecento, richiamando Goethe, Tolstoj, Mann (Hans, infatti, si ispira evidentemente al protagonista de La montagna incantata di Mann, Hans Castorp), Musil, fino alle Le città invisibili di Calvino. Eppure il suo romanzo ha un respiro ampio e universale, e riflette sul concetto della modernità a tutto tondo, citando non a caso il Don Chisciotte. “Un’opera non finisce né comincia con il suo autore, fa parte di un insieme molto più ampio”: per questo un romanzo non è mai un organismo statico, chiuso nell’epoca in cui è scritto, ma in continuo movimento, aperto alle interpretazioni e alle traduzioni dei lettori di ogni tempo e paese. Così come “nessun libro è esattamente lo stesso nel corso degli anni” perché “i lettori di ogni epoca lo trasformano”, ogni epoca è destinata a una continua reinterpretazione, e la lettura del passato dovrebbe essere parte integrante di ogni riflessione sul presente.

L'autore


02 novembre 2010 Di Sandra Bardotti

Il viaggiatore del secolo
Il viaggiatore del secolo Di Andrés Neuman;

Germania, XIX secolo. Nella sperduta cittadina di Wandernburgo approda una notte Hans, giovane traduttore giramondo. Quella che sembra una tappa nel suo viaggio si trasforma nella più inesorabile e splendida delle trappole: l'incontro con un circolo letterario e con un saggio suonatore di organetto; una catena di misteriosi delitti; e soprattutto l'amore memorabile per Sophie, donna profondamente sensuale e intellettualmente stimolante, un amore che farà "tremare letti e libri": tutto lo trattiene in questo luogo bizzarro e senza confini, dove le strade cambiano sempre posizione e da dove nessuno sembra sia mai riuscito a ripartire. Facendo eco a Goethe, Borges, Calvino,"Il viaggiatore del secolo" propone un ambizioso esperimento: leggere l'Ottocento con lo sguardo del ventunesimo secolo. Vero e proprio dialogo fra il grande romanzo ottocentesco e le moderne avanguardie, questo "romanzo totale" è un ponte fra la storia e i temi del nostro presente globale: le migrazioni, i nuovi nazionalismi, l'emancipazione della donna.

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