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Gli innamoramenti di Javier Marías

Sì, tutti siamo imitazioni di persone che quasi mai abbiamo conosciuto, persone che non si avvicinarono o che tirarono dritto nella vita di quanti adesso amiamo, oppure che si fermarono ma si stancarono nel giro di poco tempo e sparirono senza lasciare tracce o soltanto la polvere dei passi che fuggono, o che sono morti per quelli che amammo procurando una ferita mortale che quasi sempre finisce per richiudersi.

María Dolz lavora in una casa editrice di Madrid. Tutte le mattine da anni, prima di andare a lavoro, si ferma a fare colazione al bar per avere l'opportunità di osservare con discrezione Miguel Desvern e sua moglie Luisa. Non conosce il loro nome, non ha mai parlato con loro, solo raramente i loro sguardi si sono incrociati nel corso degli anni. Sono evidentemente una coppia sposata che ha preso l'abitudine di concedersi un attimo di respiro insieme al bar, dopo aver accompagnato i figli a scuola, prima di separarsi e gettarsi nella rispettiva routine quotidiana dandosi appuntamento alla sera. Sembrano ancora innamorati l'uno dell'altro con la stessa freschezza e naturalezza del primo giorno. Sono il ritratto della coppia perfetta, la rappresentazione di un mondo in ordine, armonioso. Per María quella visione mattutina - la visione di loro due insieme, felici, sorridenti, mai impostati o indifferenti - è un momento di tranquillità e gioia prima di avere a che fare con le rogne della giornata.

Poi un giorno la coppia non si presenta più a fare colazione al bar, con grande dispiacere di María. Incredibile come le abitudini che si interrompono creano scompiglio e disagio anche nelle vite delle persone che non sono direttamente coinvolte. Adesso María si scopre più irascibile e intollerante, soprattutto nei confronti degli autori della casa editrice che la importunano tutti i giorni con manie e richieste sciocche.
Una mattina un'amica le comunica che Miguel Desvern è morto. In questo modo María viene a sapere il nome dell'uomo che amava osservare in compagnia della moglie. La sua famiglia è proprietaria dell'omonima casa cinematografica. È stato ucciso il giorno del suo cinquantesimo compleanno in strada, in modo cruento, accoltellato da un poveraccio che forse aveva sbagliato persona. Dopo questa scoperta, María sente il bisogno di mettersi in contatto con Luisa, per starle vicina e per aiutarla a superare il dolore per la perdita del marito. Luisa la invita a casa sua, e lì María conoscerà anche Javier Díaz-Varela, uno dei migliori amici di Miguel, di cui si innamorerà. Ma le basta poco per capire che Díaz-Varela è innamorato di Luisa e che sta aspettando che la donna superi il lutto per prendere il posto del marito. Alla luce di questo, anche la morte di Miguel Desvern assume un diverso significato.


Elliot Erwitt, California 1955
Come al solito, Marías ci getta davanti i fatti compiuti. Miguel è morto, è la prima cosa che veniamo a sapere. ""Auguravo loro tutto il bene del mondo, come ai personaggi di un romanzo o di un film dei quali si prendono le parti sin dall'inizio, ben sapendo che qualcosa di brutto accadrà loro, che qualcosa andrà storto a un certo punto, altrimenti non ci sarebbe romanzo né film"", dice la protagonista e voce narrante, alter ego dell'autore, nelle prime pagine. Ma la sua opinione cambierà molto nel corso del romanzo, quando la sua vita avrà direttamente a che fare con quella dei coniugi. I romanzi di Marías si costruiscono su un'indagine della realtà vissuta che svela qualcosa di nascosto, i motivi e le implicazioni di quel qualcosa che è andato storto, e rivela una nuova percezione di ciò che è accaduto. Se i fatti vengono raccontati in così tanti modi diversi, se le ragioni sono molteplici, dove sta la verità? Possiamo avere almeno certezza di quello che proviamo, dei nostri sentimenti? Qual è il senso dell'amore se tutto è precario? E la morte, quale ruolo gioca nelle vite di chi rimane?

Marías affida le sue intense e complesse riflessioni alla voce della sua protagonista - una donna stavolta, ma che si dimostra non meno cinica dei suoi uomini e non esita a fare il doppio gioco o a prodursi in calcolati ragionamenti.
Il discorso si sposta su piani molto diversi quando Díaz-Varela ricorda la vicenda narrata nel romanzo di Balzac Il colonnello Chabert. Cosa siamo disposti a fare per amore? Cosa siamo disposti a fare per la nostra felicità? Marías, attraverso una storia che si svela a poco a poco e tiene con il fiato sospeso e le sue analisi lucidissime e minuziose, seziona l'anima umana e ci porta in profondità, a scoprire un lato dove i sentimenti si confondono, che spesso nascondiamo, non accettiamo, ma che pure ci appartiene.


Tutto è più complicato di quello che sembra, questa è l'unica cosa di cui possiamo essere certi alla fine dei conti.

Ci uniamo a Einaudi nel ricordare Glauco Felici, traduttore (e amico) di Javier Marías ma anche di altri grandi come Mario Vargas Llosa, Octavio Paz, Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares, Federico García Lorca, José Lezama Lima, Paco Ignacio Taibo, Miguel de Unamano, solo per citarne alcuni. Glauco Felici, uno dei più importanti traduttori e ispanisti italiani, se ne è andato improvvisamente due mesi fa. Gli innamoramenti è dunque uno degli ultimi libri che ha tradotto.

Javier Marías - Gli innamoramenti
Titolo originale: Los enamoramientos
Traduzione di Glauco Felici
306 pagg., 20 € - Edizioni Einaudi 2012 (Supercoralli)
ISBN 978-88-06-21044-1


L'autore


03 dicembre 2012 Di Sandra Bardotti

Gli innamoramenti
Gli innamoramenti Di Javier Marías;

Luisa e Miguel sono la coppia perfetta: María Dolz, che lavora in una casa editrice di Madrid, da anni li osserva ogni mattina al caffè e dal quel rapporto fatto di sincera tenerezza e profondo affetto trae la forza per affrontare la propria assai meno perfetta vita privata e sentimentale, ma anche la insopportabile vanità dei suoi autori. Un giorno la donna scopre però che Miguel Desvern è stato ucciso, brutalmente accoltellato dal custode di un parcheggio, un balordo che vive in un'automobile. Dopo qualche tempo, Maria avvia una storia con Javier Diaz-Varela, il migliore amico del defunto, ma intuisce subito che questi è perdutamente innamorato della vedova: la morte di Miguel Desvern, all'apparenza casuale e inutile, le si presenta cosi sotto una nuova luce. La protagonista capisce via via ciò che il lettore di questo noir metafisico comprende da subito: che la storia è molto più complicata di quanto possa apparire. Dov'è la verità se di un avvenimento vengono proposte versioni sempre diverse, se appaiono inafferrabili persino i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre passioni? Cos'è l'amore se non la giustificazione per qualsiasi nostro atto, dal più nobile e altruistico al più scandaloso e deprecabile? Interrogativi e dubbi che in ultima analisi non troveranno soluzione perché raramente la lingua umana è in grado di agire in funzione della realtà e il più delle volte è solo strumento di continue, ulteriori mistificazioni.

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