Il libro edito da Fazi
Cari Drughi di tutto il mondo, estimatori del più favoloso film che sia mai stato proiettato in una sala cinematografica; tutti voi che avete trovato nel Grande Lebowski un'illuminazione destinata a cambiare la vostra vita e avete sempre avuto la sensazione di essere i soli a tenere la barra dritta in un mondo che pare obbedire a regole folli, sappiate che sbagliavate, e smettetela di subire: non siete soli!
Già, perché gli adepti del dudeismo crescono ogni giorno di più, e i duecentomila drughi che, sparsi in ogni dove, regalano buone vibrazioni a questo pazzo, pazzo mondo non sono che la punta dell'iceberg di un movimento che promette di rivoluzionare la nostra vita.
... o almeno il nostro rapporto con tappeti, cocktails e palle da bowling.
Sono passati già quindici anni da quando i fratelli Cohen regalarono alle major (che, per inciso, avevano investito un bel mucchio di quattrini) un fiasco sonante, offrendo in cambio a tutti i drughi del mondo un modello cui ispirarsi nei momenti bui, in quelli luminosi e in tutte le zone grigie che stanno nel mezzo.
Sì, ""Drugo"" Lebowski era un personaggio più cool e pacifico di qualunque surfista hawaiiano; un vero gentiluomo in accappatoio e infradito, ma con in più il supporto di una fantastica colonna sonora, un cast di comprimari favolosi, e tutta l'ironia di cui i fratelli d'oro del cinema USA sono capaci nei loro momenti migliori.
Ma evidentemente, in quel film c'era qualcosa di più dei semplici (anche se rari) ingredienti capaci di trasformare un flop commerciale in un trionfante cult artistico.
Già, perché il Drugo (traduzione italiana del ""Dude"", appellativo con cui era conosciuto il personaggio interpretato da un Jeff Bridges in stato di grazia) ha ispirato frotte di imitatori prima, e ... sacerdoti poi!
Esatto, cari drughi! Il culto dudeista fa proseliti un po' dappertutto.
Come ogni religione, però, anche il dudeismo ha bisogno di libri nei quali riversare i propri saggi precetti, e poter ispirare così gli adepti di ogni epoca e luogo.
E dunque quale occasione migliore della pubblicazione italiana de ""Il vangelo secondo Lebowski"" per toccare con mano l'essenza del dudeismo e rispondere a un po' di punti interrogativi?
Noi abbiamo spedito le nostre domande in forma di messaggio in una bottiglia all'autore del libro, che guarda caso è anche il fondatore della chiesa dudeista: Oliver Benjamin, ex giornalista e pubblicitario americano che nel 2005 ha mollato storyboard e riunioni di marketing per ritirarsi fra le sabbie dorate di Chiang Mai, in Thailandia, e da quel luogo amenissimo invia dispacci di pace via internet a chiunque abbia orecchie per ascoltare e cuore per agire (o meglio: non agire) di conseguenza.
La risposta è tornata nella stessa bottiglia dalle placide rive thailandesi a tempo di record, a dimostrazione che un buon white russian può essere il miglior lubrificante per ungere i cardini delle porte girevoli che separano questo emisfero del globo terracqueo dall'altro. Quello con le spiagge e tutto il resto.
Siete pronti, cari drughi? Sdraiamoci sul nostro tappeto, e partiamo per un bel viaggio in compagnia del Lama Drugo!!!
Un drugo alfabetico - ""A"" sta per ""Accettazione""... come potrebbe andare avanti, un alfabeto dudeista?
Il Lama Drugo - ""B"" come ""Bowling"", il più antico fra gli sport, ""C"" sta per ""Caucasian"", non la razza ma il cocktail... un altro nome per il White Russian - bevanda davero deliziosa e nutriente - ""D"" come ""Drugo"", colui che tiene assieme la nostra filosofia, ed ""E"" è come ""Everything"" (Ogni cosa), perché anche se sembra solamente una strana, sballata commedia, ""Il grande Lebowski"" è in realtà una storia sull'intera condizione umana. Direi di fermarci qui.
Un non ancora drugo - ""Tutto quel che avevo bisogno di sapere, l'ho imparato dal Grande Lebowski"". Perché ritiene che quel film abbia avuto un simile impatto sulla sua psiche? Qual è il senso della vita che vi ha letto dentro?
Il Lama Drugo - Il film è un ologramma della condizione umana. Da un lato, contiene allusioni e lezioni tratte praticamente da ogni filosofia rilevante che sia esistita nella cultura umana sin dall'alba della civiltà: taoismo, buddismo, epicureismo, stoicismo, cinismo, giudaismo, cristianesimo, illuminazioni varie, strutturalismo, esistenzialismo, nichilismo, postmodernismo, trascendentalismo e pragmatismo.
Sono certo di aver dimenticato qualcosa.
Ma il dudeismo è composto di spizzichi e bocconi di ciascuna di queste filosofie: gli spizzichi e i bocconi migliori. Quindi quasi ogni cosa degna di essere appresa può utilizzare il Grande Lebowski come un'allegoria.
La cosa più importante che ho imparato dal film è che quando si tratta della vita, non vincerai mai. Anche i cosiddetti ""vincitori"", infatti, sono incasinati e pieni di conflitti.
Non esiste una ""illuminazione"" in quanto tale, ma solo una ""maggior Illuminazione"".
Questo per dire che un percorso spirituale non dev'essere troppo serioso e si rivela spesso commedia degli errori.
Il punto è che bisogna godersi ogni passo, rinunciando all'ansia di dover arrivare ad un traguardo particolare.
Un drugo pessimista - Quindici anni sono passati dalla ""prima"" del film... e il mondo non ha smesso di girare un attimo! Molte cose sembrano addirittura essere peggiorate, in una prospettiva drughista. Sono tempi duri per chi vuole vivere pacificamente, non trova?
Il Lama Drugo - Sì, sembra che la rivoluzione tecnologica che avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni, un grande equalizzatore, abbia finito col portare benefici una élite ristretta.
Ora gente scaltra e senza troppi scrupoli può fregare il sistema con tecniche finanziarie bizzarre, e consolidare il proprio potere in modi che quarant'anni fa erano semplicemente inimmaginabili.
Quando il magnate del porno (nel film è interpretato da Ben Gazzara - Ndr) dice ""Avanguardia del futuro! 100% elettronico, Drugo!"", il Drugo risponde ""Beh, io mi faccio ancora le seghe a mano"".
Questo simbolizza una sua preveggente avversione per il feticismo tecnologico che avrebbe prevalso di lì a qualche anno, minacciando di sabotare la nostra felicità.
È spiacevole come messaggi che incutono timore o populismi di vario genere siano più popolari su internet dei contenuti che valorizzano e portano ad esempio valori umanistici e altruismo.
Sembra che internet stia amplificando le nostre debolezze più che le nostre forze. È solo la mia opinione, ovvio...
Ma - sì - è difficile essere un drugo, se il tuo telefono continua a trillare tutto il tempo per la pubblicità o le noiosissime foto di pranzi e cene dei tuoi amici.
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