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Il filo rosso che lega la letteratura al cinema di Stanley Kubrick

""L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un' arancia meccanica"" (Stanley Kubrick)

Il bacio dell'assassino, Rapina a mano armata, Orizzonti di gloria: un'occasione per tutti i fan di Stanley Kubrick di acquistare in un unico cofanetto i primi tre lungometraggi del regista americano.
Kubrick è sicuramente uno dei più importanti cineasti del secolo scorso, i suoi film dei veri e propri cult: da Lolita ad Arancia meccanica, le sue pellicole si contraddistinguono soprattutto per la capacità di staccarsi dai tradizionali canoni hollywoodiani, creando interessanti interazioni fra varie arti, in particolare fra pittura e musica: in Shining, Jack Torrance abbandonato sulla sedia di lavoro richiama Il sonno della ragione genera mostri, un'acquaforte del pittore Goya, così come in Barry Lyndon viene evocato Il bacio di Hayez.
É importante ricordare la passione di Kubrick per la fotografia, il regista ha iniziato la sua carriera proprio come fotografo per la rivista Look: leggendaria è la sua cura maniacale per le inquadrature, per la prospettiva, per l'illuminazione tanto che uno dei suoi più cari amici e colleghi, Steven Spielberg, dice di lui:


""Era uno che pensava a lungo alle cose. Ogni tanto mi diceva 'ti farò sapere', e poi non lo sentivo per una settimana. Quando mi telefonava, una settimana dopo, ci aveva davvero pensato su per sette giorni, e mi teneva al telefono per tre ore per discuterne nei minimi dettagli""

Il sonno della ragione genera mostri

Recentemente abbiamo ricordato il rapporto che unisce la letteratura e il cinema di Federico Fellini e di Bernardo Bertolucci.
Nel caso di Stanley Kubrick, il sottile filo rosso che lega il suo lavoro ai libri si fa più spesso, in quanto a partire da Rapina a mano armata del 1956 tratto libro omonimo di Lionel White, a eccezione di Paura e Desiderio del 1953 e Il bacio dell'assassino del 1955 tutti i film di Kubrick sono tratti da romanzi e racconti.

ORIZZONTI DI GLORIA (1957)
Orizzonti di gloria è tratto dall'omonimo romanzo di Humphrey Cobb. Il titolo del libro riprende un verso dell’ Elagy written in a country churchyard del poeta inglese Thomas Gray (“The paths of glory lead but to the grave”). La storia è ispirata a un fatto storico realmente accaduto durante la Prima Guerra Mondiale, quando cinque soldati francesi furono accusati di ammutinamento e fucilati.

SPARTACUS (1960)
Dall’omonimo romanzo di Howard Fast. Spartaco è un personaggio storicamente esistito, un gladiatore romano: capeggiò la rivolta degli schiavi contro il potere, una delle più impegnative guerre servili a cui Roma dovette far fronte. Per questo motivo fu definito “lo schiavo che sfidò l’impero romano” (citazione che richiama le parole dell'imperatore Commodo/Joaquin Phoenix nel film Il gladiatore, “Il generale che diventò uno schiavo, lo schiavo che diventò un gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore”). La regia del film fu inizialmente affidata a Michael Mann, successivamente licenziato da Kirk Douglas, protagonista e produttore, e rimpiazzato con Kubrick con cui Douglas aveva già lavorato nel precedente Orizzonti di gloria.

LOLITA (1962)

Sue Lyons, Lolita

Il film di Kubrick è tratto da uno dei più bei romanzi di Vladimir Nabokov, scrittore russo naturalizzato statunitense. Nabokov è l'autore della sceneggiatura del film, anche se questo è in parte vero: su invito di Kubrick lo scrittore realizzò una sceneggiatura giudicata dal regista troppo lunga, ed effettivamente il testo contava più o meno 400 pagine, quasi quanto il romanzo stesso! Anche se il nome di Nabokov compare nei titoli di testa del film come autore dello screenplay, Kubrick apportò numerosi tagli allo script originale. Deluso, lo scrittore rielaborò il suo testo e nel 1973 pubblicò la versione definitiva della sceneggiatura tratta dal suo romanzo (in Italia pubblicata da Bompiani).
La forza espressiva del film, sottoposto ai vincoli censori del tempo, fu decisamente penalizzata: l'ambiguo rapporto fra Humbert e Lolita, che costituisce il perno del libro, perde gran parte delle sue connotazioni erotiche. Più fedele al romanzo, da questo punto di vista, è il remake realizzato da Adrian Lyne nel 1997. La pellicola di Kubrick, comunque, vanta delle ottime interpretazioni in particolare da parte di Peter Sellers nei panni del commediografo Clare Quilty e di Shelley Winters, la nevrotica Charlotte Haze.  


IL DOTTOR STRANAMORE (1964)

Peter Sellers, Il Dottor Stranamore

Liberamente tratto dal romanzo Allarme rosso del 1958 di Peter George, Il dottor Stranamore- ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba, è considerato uno dei più importanti capolavori di Kubrick, per l’ottima sceneggiatura, i dialoghi, le scenografie di Ken Adam, un Peter Sellers straordinario e perché, per citare Tempi Moderni, “Kubrick ha la felice intuizione di raccontare l'assurdità della distruzione mutua assicurata come una commedia nera, perché descrivere la fine dell'umanità e la distruzione del pianeta è impresa davvero ardua in chiave drammatica: le situazioni e le azioni perfettamente logiche conducono all'annientamento nucleare formando un meccanismo talmente perverso che si può descrivere con un humour nero, graffiante, acido, che raggela più che divertire”.


2001: ODISSEA NELLO SPAZIO (1968)
“Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio”.
Pellicola ispirata al racconto di Arthur Clarke La sentinella (lo scrittore ha poi a sua volta tratto dalla sceneggiatura del film un romanzo omonimo).
2001: Odissea nello spazio è considerato uno dei più bei film di fantascienza nella storia del cinema: l’ambientazione spaziale è riprodotta con assoluta fedeltà e tutti gli avvenimenti senz’aria si svolgono in silenzio o semplicemente con un valzer di Strauss in sottofondo.


ARANCIA MECCANICA (1971)
“Difendendo Arancia Meccanica, Kubrick disse che neanche con l'ipnosi si può costringere qualcuno a fare qualcosa di contrario alla sua natura” (Tiziano Sclavi).
Arancia meccanica è forse uno dei film più conosciuti e celebrati di Kubrick. La pellicola trabocca di citazioni letterarie e iconografiche, il tutto arricchito da una meravigliosa colonna sonora che fonde pezzi classici (L'ouverture del Guglielmo Tell, La gazza ladra di Rossini e il secondo e quarto movimento della Nona Sinfonia di Beethoven) all'allegro motivetto Singin' in the rain cantanto da Alex nella scena dello stupro.
Tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burges, la frase A clockwork orange è un’espressione comunemente usata a Londra per indicare qualcosa di apparentemente normale a prima vista ma internamente bizzarro e atipico. Nel 1986, Burgess scrisse un saggio intitolato A clockwork orange resucked chiarendo il concetto, affermando che un essere umano è un giocattolo a molla pronto a essere caricato da “Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente”, e la cui violenza latente può esplodere in qualsiasi momento. La violenza è proprio il tema centrale del film di Kubrick e scaturisce dal protagonista Alex De Large, che fa dell’omicidio, lo stupro e “dell’amata ultraviolenza” le proprie ragioni di vita, finché non viene arrestato e sottoposto a un programma di rieducazione, il Programma Ludovico.


BARRY LYNDON (1975)
Il film è tratto da Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thackeray. Altro capolavoro di Kubrick, vincitore di 4 premi Oscar, la pellicola vanta atmosfere suggestive ispirate a Il bacio del pittore Hayez (tra l’altro, il quadro viene riproposto in una scena del film tra Barry e una sua amante), e a dipinti di William Hogarth, Zoffany, Joshua Reynolds, Chardin e Antoine Watteau. Molto bella anche la colonna sonora, costituita dal raffinato repertorio classico di Mozart, Schubert, Vivaldi e Bach.

SHINING (1980)
Tratto dal celebre romanzo omonimo di Stephen King, il film è considerato il secondo miglior film horror della storia del cinema (battuto solo da Halloween- La notte delle streghe (1978) di John Carpenter) e ha il suo punto di forza nella straordinaria interpretazione di Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance, insegnante disoccupato e scrittore fallito in piena crisi creativa con seri problemi d’alcolismo, che accetta l'incarico come guardiano invernale all’Overlook Hotel nel quale si trasferisce insieme alla moglie Wendy e al figlio Danny.


FULL METAL JACKET (1987)
Ispirato al romanzo Nato per uccidere di Gustav Hasford, Full Metal Jacket è il penultimo film di Kubrick. Al centro della pellicola, la rigida educazione militare che miete una delle sue prime vittime in Leonard ‘Palla di lardo’ Lawrence; solo chi manterrà salde le proprie idee e la propria personalità riuscirà a non farsi schiacciare dagli eventi e dalla spirale di morte generata dalla guerra.

EYES WIDE SHUT (1999)
Ultimo film di Kubrick, tratto dal romanzo Doppio sogno di Arthur Schnitzler. Del libro il regista disse “esplora l'ambivalenza sessuale di un matrimonio felice e cerca di equiparare l'importanza dei sogni e degli ipotetici rapporti sessuali con la realtà"". Eyes Wide Shut contiene numerosi riferimenti ai precedenti film di Kubrick, da Rapina a mano armata a Shining.
Fondamentale è il concetto di erotismo: Kubrick riflette sulla banalità del sesso se considerato fine a se stesso, mentre l’eros reale è presente solo fra due persone che si amano. Le ultime parole del film, pronunciate dalla protagonista, sono quasi identiche a quelle del libro: “ È un bene essersi destati dai propri sogni, sarà meglio rimanere svegli a lungo”.



25 novembre 2010 Di Elena Spadiliero

Di Stanley Kubrick
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