Non era una normale estate irlandese: non era piena di sabbia umida e asciugamani appiccicosi, come le vacanze da piccoli. Tutto risplendeva, fragrante della nostra amicizia, delle cose belle che sarebbero accadute.
La penna di Catherine Dunne è riconoscibile già nella prima pagina di “La grande amica”, il suo ultimo romanzo. Il tocco leggero con cui sa dar voce alle emozioni, la capacità di analisi dei moti dell’animo tornano anche in questa nuova storia irlandese. Ancora una volta l’autrice si conferma maestra nel dar vita a personaggi femminili a tutto tondo, nelle cui fragilità e nei cui percorsi tante lettrici possono facilmente specchiarsi e riconoscersi. In molti dei precedenti libri di successo la Dunne ha scelto la casa come punto di partenza per un attento esame delle dinamiche familiari, di quei rapporti troppo spesso rovinati da rimpianto per le parole non dette, sentimenti non espressi.
La Rose di “La metà di niente” (1997) e di “L’amore o quasi” (2006) lottava per ricostruire una vita andata in pezzi dopo l’improvvisa fuga del marito; Julia di “Tutto per amore” (2011) si riscopriva capace di abbandonare marito e figli per compiere un avventuroso viaggio alla ricerca di se stessa; Lynda di “Donna alla finestra” (2010) dietro la facciata di protettiva madre di famiglia nascondeva molto altro. Immancabile, sullo sfondo, una Dublino un po’ enigmatica e sfuggente, in cui i personaggi si muovono seguendo percorsi imprevedibili.
Ne “La grande amica” sono ancora le donne le regine della narrazione ma questa volta la scrittrice esplora un’altra età della vita: l’adolescenza. La protagonista del romanzo è Miriam, sedicenne irlandese che lascia la famiglia per il primo lavoretto estivo. Un po’ impaurita parte per un paesino del nord stretto tra il mare e le distese di campi verdi, e lì trascorrerà le vacanze lavorando come cameriera in un albergo. Non sarà sola nella sua nuova avventura: ad accoglierla trova Marie-Thérèse, vent’anni, esperta, disinvolta e così bella da attirare sempre lo sguardo degli uomini. Le due ragazze condividono la stanza e diventano compagne di un viaggio che segnerà una grande maturazione nella protagonista.
La grande amica del titolo è proprio Marie-Thérèse, da subito complice, consigliera, maestra dell’ingenua Miriam che trova in lei tutta la vita, le possibilità, le eccitanti sensazioni che la aspettavano fuori dalla porta di casa, lontano da quella famiglia povera che l’ha sempre caricata di responsabilità e non le lascia nessuno spazio per esprimersi.
Tra le serate al pub, i ragazzi e una elettrizzante fuga in Cinquecento, Miriam diventa adulta, scopre una parte di sé che non aveva mai immaginato esistesse e conosce per la prima volta cosa voglia dire sentirsi traditi da una persona in cui si era riposta immensa fiducia.
Catherine Dunne racconta un’iniziazione sentimentale e il libro diventa occasione per riflettere sui temi dell’amicizia, dell’abbandono, del perdono. Il testo è continuamente percorso dal motivo del ricordo di quell’estate del 1973 che fitto si intreccia con squarci di vita della Miriam di oggi, donna matura che per la prima volta trova il coraggio di scrivere un racconto che somiglia a una lettera.
L’intimità del ricordo si trasferisce in una scrittura che ha i toni di una confidenza, di uno sfogo mai gridato ma, al contrario, pacatamente consapevole. Miriam si esprime in prima persona e continuamente si rivolge a un “tu” che è Marie-Thérèse ma che, per abilità dell'autrice, pare sia anche il lettore, stregato da questa storia di un’estate magica che, simile a “un’eco, un’ombra che si intravede appena, come un angelo sulla spalla"", ha accompagnato la protagonista per tutta la vita.
Claudia Consoli
Catherine Dunne - La grande amica
Titolo originale: Heart of Gold
Traduzione di Ada Arduini
108 pagg., 10,00 €, Ugo Guanda Editore
ISBN 9788823504103
Due amiche. Un'estate. Un inganno. Quando Miriam parte per la sua prima esperienza via da casa, un lavoro estivo in un albergo sul mare, crede di allontanarsi solo di pochi chilometri. Ma Marie-Thérèse, con cui condividerà una stanza, il lavoro e le sue prime avventure "da adulta", la condurrà molto più lontano dalla sua vecchia vita, e da se stessa. Di qualche anno più grande, bella, disinvolta, infinitamente più esperta, diventa la sua guida, la sua alleata, in poche parole la sua prima, vera migliore amica. Da un'inattesa serata al pub a un'indimenticabile vacanza in Cinquecento, Miriam spiega finalmente le ali. Ma volare significa anche poter cadere... Con uno sguardo delicato e profondo, Catherine Dunne trasfigura la storia di due ragazze in un ritratto dell'adolescenza e dei sentimenti struggenti e cangianti che la nutrono. Un racconto senza tempo sull'amicizia e sul cambiamento, sull'abbandono e sul ricordo.
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