Le notti chiare erano tutte un'alba
e portavano volpi alla mia grotta.
Valmorbia, un nome - e ora nella scialba
memoria, terra dove non annotta.
Eugenio Montale
Il primo conflitto mondiale sul fronte italiano fu una terribile carneficina, in cui persero la vita più di un milione di persone, tra militari e civili. Se consideriamo i morti, i feriti e i mutilati su base mondiale, arriviamo alla incredibile cifra di 37 milioni: un’ecatombe che ha spazzato via quasi un’intera generazione.
È su questa generazione, sui superstiti che riuscirono a raccontare la loro guerra, ma anche sui morti che lasciarono testimonianze scritte di questa terribile esperienza, che si basa questo coinvolgente saggio di Aldo Cazzullo.
La Prima guerra mondiale, vista attraverso gli occhi della gente comune che vi ha partecipato - senza addentrarsi eccessivamente nelle complesse vicende politiche in cui il nostro Paese venne coinvolto e senza le proiezioni tipiche dello storico -, diventa in queste pagine una incredibile e straziante avventura alla quale furono chiamati a partecipare migliaia di uomini, per lo più contadini, ignari del loro destino e delle sorti del mondo.
.
Fu una guerra di posizione, combattuta palmo a palmo nelle trincee del Carso, sui monti dell’Isonzo, a Coporetto. Un fronte caldissimo in cui il nemico austriaco era talmente vicino che nella notte se ne potevano ascoltare le voci e in cui, per l’avanzata di pochi metri, venivano sacrificati interi reggimenti.
Il freddo non fronteggiato dal cattivo equipaggiamento, la fame, le scarse condizioni igieniche, le malattie letali (tifo, colera e influenza spagnola che non risparmiò certo quelli che erano rimasti a casa), sconvolsero le nostre truppe più della mitraglia e del gas usato dal nemico.
Nei racconti allucinati dei superstiti lo spavento e la disperazione è tale che molti dei soldati andavano incontro alla morte quasi fosse una liberazione. Per codardia?
No. L’esercito italiano era fatto di contadini legati alla terra, che seppero difendere la loro terra e le loro montagne con grandissimo valore. Ma, spiega Cazzullo, vennero comandati da una manciata di generali impreparati e talvolta sadici, che non videro mai le linee nemiche e che decimarono i loro stessi uomini. Finché rimase al comando il generale Cadorna le licenze concesse ai soldati furono rare, mentre le punizioni esemplari per i disertori o i dissidenti furono frequentissime.
Solo con il passaggio al comando del generale Diaz, dopo Caporetto (quante domande ancora aperte su Caporetto!), le condizioni dei soldati migliorarono leggermente.
Sono moltissimi, e tutti interessanti, i punti di vista riportati in queste pagine. Dalle testimonianze rinvenute nei diari dei soldati semplici, e conservati con cura nel Museo storico di Trento e nel Museo della guerra di Rovereto, agli articoli apparsi sui giornali del tempo, in cui giornalisti raccontano i loro reportage dal fronte, fino ai racconti dei grandi poeti e scrittori italiani, tra tutti Carlo Emilio Gadda e Giuseppe Ungaretti, che raccontarono con un linguaggio nuovo e impressionante la loro guerra.
Soldati, contadini, ufficiali di nobile stirpe, ma anche donne, portatrici, prostitute, crocerossine; scrittori e poeti, prigionieri, dissidenti, patrioti, spie. Tutte le voci dei nostri nonni, da nord a sud, mescolate in un unico grido di dolore, strozzato. Il poeta Ungaretti scrive su fogli di carta nascosti nelle sue tasche sentimenti che l’uomo non aveva mai ancora provato e che, solo per un caso fortuito, per una morte evitata, possiamo leggere anche noi.
I nonni parlavano spesso delle vicende della prima guerra mondiale. Ad alcuni di noi spiace non averli ascoltati bene. Sembrava tutto scontato e talora le parole scorrevano via. Adesso ricerchiamo con interesse i racconti di quegli anni, nella speranza di ritrovare quelle stesse esperienze offuscate dal tempo. La fatica della trincea, i feriti, le munizioni, le bombe, il gas, i timpani perforati dai mortai... qui c'è tutto questo, ma anche la Storia con la esse maiuscola che i soldati al fronte non vedevano. Un dietro le quinte ancora ambiguo e pieno di contraddizioni che tutti possiamo contribuire a ricordare e tramandare.
recensione di Annalisa Veraldi
Aldo Cazzullo - La guerra dei nostri nonni
248 pag., 17,00 € - Edizioni Mondadori 2014 (Strade blu. Non fiction)
ISBN 978-88-04-62299-4
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini: i nostri nonni. Aldo Cazzullo racconta il conflitto '15-18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie. Perché la guerra è l'inizio della libertà per le donne, che dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine, prostitute, portatrici, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano quelle di alpini, arditi, prigionieri, poeti in armi, grandi personaggi e altri sconosciuti. Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, "La guerra dei nostri nonni" conduce nell'abisso del dolore. Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine, come quelle raccolte dall'autore su Facebook, restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell'Italia unita; e fu vinta. L'Italia poteva essere spazzata via; dimostrò di non essere più "un nome geografico", ma una nazione. Questo non toglie nulla alle gravissime responsabilità, che il libro denuncia con forza, di politici, generali, affaristi, intellettuali, a cominciare da D'Annunzio, che trascinarono il Paese nel grande massacro. Ma può aiutarci a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente