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Lang Lang: una vita estrema, una biografia straordinaria


Lang Lang fotografato da Hiroyuki Ito per The New York Times

Ha trovato il modo per far conoscere ai giovani la musica classica, ha suonato con tutte le orchestre e i direttori più importanti del pianeta, ha scoperto il pianoforte con i disegni animati di Tom & Jerry, quando i due personaggi di Hanna e Barbera suonano insieme la Raspodia Ungherese n.2 di Liszt. Nato nel 1982, è oggi il vero outsider dei concertisti. Tanto da diventare già protagonista di una biografia pubblicata dalla prestigiosa Random House. Scopriamolo con un collage di interviste (leggetele qui) e un articolo di Anthony Tommasini pubblicato dal New York Times nel novembre 2008 che ne racconta la biografia personale e professionale.



Tom & Jerry interpretano la Rapsodia ungherese n.2 di Liszt




A 26 anni il pianista Lang Lang registra il tutto esaurito in giro per il mondo, attirando le folle ai suoi concerti all’aperto e permanendo in vetta alla classifica con la Deutsche Grammophon.
Per quanto sia un artista zelante, scrupoloso, Lang Lang allo stesso tempo, quando gli si presenta l’occasione giusta, rivela una personalità molto più estroversa, come accadde anche l’estate scorsa alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Pechino davanti ad un pubblico di 36 milioni di persone.

Come trapela da commenti fatti durante le interviste, o alcuni passaggi dal suo ultimo libro Journey of a Thousand Miles: My Story, scritto a quattro mani con David Ritz e pubblicato da Random House (già tradotto in 8 lingue), il signor Lang sembra provare rammarico per le costanti critiche ricevute, specialmente da molti recensori.

Nessuno mette in discussione la sua strabiliante abilità tecnica e il fatto che dimostri un istinto musicale innato e una forte passione nel comunicare emozioni ad ogni performance. Tuttavia, come un attore troppo ostentato, Lang ha tende ad esagerare nell’interpretazione. La sua performance può essere tanto espressiva da portarlo a contorcere alcune sezioni, le strutture musicali, e riempire le sue esecuzioni di ricercatezze maldestre, dispersive.
Negli ultimi anni ha cercato dei mentori e ha lavorato con musicisti eminenti come il pianista e direttore Daniel Baremboim e collaborato con importanti ed esperti direttori d’orchestra. 




Lang Lang interpreta la Rapsodia ungherese n.2 di Liszt



La sua ultima incisione (appena uscita con la Deutsche Grammophon) di due concerti di piano di Chopin con Zubin Mehta, direttore della Filarmonica di Vienna (Concerti per pianoforte n.1 e n.2), è stata consacrata quasi come la prova di un Lang Lang nuovo, più maturo. Infatti ci sono qualità ammirevoli nell’esecuzione vibrante, sensibile e spesso poetica di Lang Lang.

Anche se non è destinata a rientrare nel firmamento letterario, la biografia di Lang Lang rivela la storia di un ragazzo dotato di enorme talento che fu spinto con insistenza da un padre prepotente dentro a un regime di costrante disciplina e pratica.
A nove anni venne strappato dalla sua casa a Shenyang, in Cina, lasciandosi alle spalle una madre che adorava, e venne portato a Pechino dal padre, dove studiò con un insegnante spinoso e severissimo, al quale, nel suo libro, attribuisce l’appellativo di Professor Angry (professone arrabbiato).
Fare di suo figlio il “Numero Uno” invocato costantemente come se fosse un titolo formale – era il seccante obiettivo del padre. Il libro racconta che Mr Lang, fin dai primi anni, percepisse il pianoforte come valvola per sfogare quei sentimenti che non poteva esprimere.

C’è ora un nuovo Lang Lang più maturo?
Sì e no, direi, basandomi sugli ultimi concerti che ha tenuto a New York: il primo solo di piano di Tchaikovsky, diretto da Alan Gilbert e la filarmonica di New York in un concerto estivo a Central Park e il primo solo di piano di Beethoven con Christoph Heschenbach e la filarmonica, che ho sentito il sette novembre al Avery Fisher Hall.

Ma cosa c’è nell’esecuzione di Mr Lang  che continua ad infastidire alcuni ascoltatori?
L’analogia con l’attore ostentato è quantomeno azzeccata.
Lo stile dell’esibizione evolve nel tempo, così come i gusti cambiano.
Nelle prime decadi della loro esistenza, nei film era di norma la recitazione flamboyant e maestri come John Barrymore la praticavano con impeto. Tuttavia, il pubblico cinematografico odierno è si abituato ad un approccio più leggero dell’attore. Barrymore rimarrebbe probabilmente confuso dalla performance di un contenuto Tobey Maguire. Possiamo immaginare il suo commento: “ma questo giovane non sta facendo niente!”.

Anche nella musica classica si sono successi diversi stili di performance.
Già all’inizio degli anni '40 Valdimir Horowitz, che proveniva dalla scuola romantica russa, venne definito dal critico e direttore Virgil Thomson “maestro di distorsione ed esagerazione”. Un’affermazione un po’ dura forse, ma non infondata. 


Nel caso di Lang Lang, non è la provenienza da una scuola di musica che favorisce la libera interpretazione. Il suo modo di “pasticciare” con la musica a volte può risultare volontario e auto-indulgente, ma non ultimamente.

Nel luglio 2008, ha trionfato con Tchaikovsky al concerto della Filarmonica del Central Park a New York, suonando con impeccabile comando ed energia contagiosa.
Anche se per me la sua performance era ancora un po’ frivola, Lang ha lasciato uscire voci interiori e complessità ritmiche che non si sentono spesso.

Qualche tempo fa alla Filarmonica di Avery Fisher Hall, si è rivelato di nuovo auto-indulgente durante la performance del Primo solo di piano di Beethoven, diretto da Eschenbach.
[...] Sembra proprio che Lang abbia qualche problema a contenersi di fronte al pubblico. 


la scheda del libro su IBS Books
Un drammatico incidente
Nei suoi memoir, Lang ricorda di un orribile incidente dovuto a un momentaneo esaurimento nervoso di suo padre, Lang Guoren, quando Lang Lang aveva solo 9 anni.
Lui e suo padre vivevano insieme a Pechino, mantenuti dalla madre che viveva a Shenyang, dove lavorava come operatrice telefonica.
A quel tempo, Lang Lang stava studiando privatamente presso il professor Angry, sperando di guadagnarsi il primo posto nella dura selezione per essere ammessi al conservatorio per cui avevano fatto domanda quasi 2000 studenti, mentre c’erano solamente 12 posti disponibili.
Per ragioni ancora inspiegabili al ragazzo, l’insegnante gli voltò le spalle e lo abbandonò. Quando Lang tornò da scuola – perché il coro che accompagnava, attività che gli dava soddisfazione, aveva una lunga sezione di prove – Lang Guoren urlò tanto forte che sembrava completamente impazzito, scrive Lang. “hai perso quasi due ore di prove e non le recupererai mai!” gridava Lang Guoren “è tutto rovinato!” “Sei un bugiardo e sei pigro!” continuò “ la tua vita è inutile!”
Lang Guoren tentò di far ingoiare una scatola di antibiotici al figlio e quando egli si ribellò, gli ordinò di gettarsi fuori dal balcone dell’undicesimo piano.  Ribollendo della rabbia repressa verso il padre, Lang Lang cominciò a dare forti pugni sul muro gridando “io odio le mie mani!”. Questo gesto fece uscire il padre dal suo delirio. Scoppiò a piangere e si affrettò a fermare il suo unico figlio. Per tre mesi Lang Lang non gli rivolse più la parola e si rifiutò di suonare il piano. È impressionante che, nonostante questa sua infanzia, Lang Lang dedichi la sua biografia ai suoi genitori, che vivono in Cina e vanno spesso a fargli visita “ non posso immaginare come sarebbe la mia vita senza di loro” scrive Lang. 


Nel 1995, quando aveva 12 anni, partecipò ad un concorso in Giappone, determinato a suonare il Secondo concerto per pianoforte di Chopin come primo pezzo.
Il suo insegnante al conservatorio di Pechino pensava che il ragazzo non fosse abbastanza maturo, perciò Lang decise di far ascoltare il pezzo alla professoressa Zhu Ya-Sen, l’amata insegnante della sua giovinezza, una signora gentile che gli diede coraggio. Disse a Lang Lang che non avrebbe avuto alcun problema da un punto di vista tecnico, ma che, nell’esecuzione avrebbe anche dovuto sentire il desiderio e il dolore ed esprimere emozioni profonde senza paura e senza imbarazzo.
Assolutamente.
Tuttavia ogni grande performance deve presentare un equilibrio tra l’intelletto e l’aspetto emozionale.
Nella registrazione di questo concerto, Lang suona i movimenti melanconici e lenti con meravigliosa delicatezza e sonorità incantevoli. Per tutti i lirismi sognanti e la bellezza eterea della sua esecuzione, la linea melodica elegantemente arrangiata perde tensione lirica perché Lang non può fare a meno di dare colpi bruschi alle strofe ed portare al limite la libertà ritmica.
Si sofferma troppo nel tentativo di rendere il pezzo più espressivo possibile piuttosto che controllarsi un po’ e lasciare che la musica acquisti espressività da sé.
Questo non è per dire che Mr Lang dovrebbe attenersi alla moda corrente che vuole un approccio più lieve alla performance. Ci sono innumerevoli pianisti contemporanei intrepidi nell’interpretazione, tra cui Martha Argerich, Krystian Zimerman e Piotr Anderszewski, ma sono anche musicisti intellettualmente diligenti, che applicano ragionamenti analitici a ogni esibizione.

Da ricordare che Lang Lang si occupa di volontariato sociale e ha dato vita a una fondazione per finanziare l’insegnamento della musica ai giovani.
Oggi cinquanta milioni di bambini studiano musica in Cina, tra i quali 36 milioni studiano pianoforte, come ci riferisce con orgoglio Lang nel suo libro.
Ci si può solo augurare che non stiano tutti impazzendo per diventare i numero uno!

Traduzione di Anna Zizola



13 febbraio 2009  

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