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Una lezione di Kamasutra la poesia di Mahmud Darwish scelta da Schnabel per il film Miral

""Una lezione di Kamasutra"" la poesia di Mahmud Darwish tratta dalla raccolta Il letto della straniera (Epoché, 2009) apre una delle scene più intense di Miral, il film di Julian Schnabel che ha commosso il Festival del Cinema di Venezia

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Così presenta Roberto Mussapi questa importante raccolta di poesie:


""Straordinarie immagini di voli, parole che sembrano scritte dalla rosa, dal fiume, un turbinio inarrestabile ma vigilato, armonizzato dal senso del canto e della voce.
Il dialogo tra il poeta e l'amata immediatamente legato al mito di Romeo e Giulietta, la storia di due che vollero perdere ognuno il proprio nome per essere sillabati e baciati in quello dell'altro.
Il senso cosmico, whitmaniano, dell'unità che cancella la solitudine, l'amore per Derek Walcott che di questa solitudine inaccettata e vocante l'unità ha fatto poema.""





Dalla raccolta la poesia del film Miral


  Una lezione di Kamasutra

Con la coppa incastonata d’azzurro
aspettala
vicino alla fontana della sera e ai fiori di caprifoglio,
aspettala
con la pazienza del cavallo sellato,
aspettala
con il buon gusto del principe raffinato e bello
aspettala
con sette cuscini pieni di nuvole leggere,
aspettala
con il foco dell’incenso femminile dappertutto
aspettala
con il profumo maschile di sandalo sui dorsi dei cavalli,
aspettala.
E non spazientirti. Se arriva in ritardo
aspettala,
se arriva in anticipo
aspettala
e non spaventare gli uccelli sulle sue trecce,
e aspettala
chè si sieda rilassata come un giardino in fiore,
e aspettala
chè respiri un’aria estranea al suo cuore,
e aspettala
fino a che non sollevi il suo vestito scoprendo le gambe
nuvola dopo nuvola,
e aspettala
e portala su un balcone per vedere una luna annegata nel latte,
e aspettala
e offrile l’acqua prima del vino e non
guardare il paio di pernici che le dormono sul petto,
e aspettala
e accarezza lentamente la sua mano
quando poggia la coppa sul marmo
come se sollevassi la rugiada per lei,
e aspettala
e parlale come il flauto
alla coda spaventata del violino,
come due testimoni di ciò che il domani vi prepara,
e aspettala
e leviga la sua notte anello dopo anello,
e aspettala
fino a che la notte non ti dica:
Al mondo siete rimasti soltanto voi due.
Allora portala dolcemente alla tua morte desiderata
e aspettala….!

(M. Darwish, Il letto della straniera, introduzione di Roberto Mussapi, traduzione e nota biografica di Chirine Haidar, Milano, Epoché Edizioni, 2009)



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15 settembre 2010  

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