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Marinai, profeti e balene: viaggio sulle tracce della grande letteratura nel nuovo doppio cd di Vinicio Capossela

""L'oceano nel quale ci muoviamo è un oceano di carta. Tutto viene dalla letteratura"". Così esordisce Vinicio Capossela circondato da un'insolita coreografia di balene di stoffa all'Acquario di Milano, il posto scelto per la presentazione alla stampa del suo nuovo doppio album Marinai, Profeti e Balene .




Un doppio disco per festeggiare i vent'anni di carriera. Un formato insolito, di natura anfibia, a metà tra disco e dvd, per questo concept-album che va ascoltato come se si stesse leggendo un libro. Infatti, molti sono i richiami alla grande letteratura di viaggio, e non solo, presenti nei due cd. In questo modo, Capossela firma il suo tributo a una tradizione letteraria e culturale vastissima, che da Occidente approda in Oriente, unita nel fertile immaginario del grande cantautore come fosse un corpo unico in movimento nelle acque di un solo mare ancora da esplorare. Marinai, Profeti e balene è, dunque un viaggio - simbolo per eccellenza della sfida lanciata dall'uomo all'infinito, percorso iniziatico che consente, attraverso un cammino difficile e tormentato, di arrivare alla conoscenza del mondo e di se stessi -, nel tempo e nello spazio. Ma è anche un viaggio reale: quello intrapreso da Capossela e dai suoi musicisti, perché una parte dell'album è stata registrata in esterno, fuori dagli studi, a partire da Ischia, dove Capossela ha fatto issare un pianoforte a picco sul mare al Castello Aragonese, passando per Berlino e Creta, fino a Milano.


Forse non ci troviamo di fronte al Capossela di sempre. Forse c'è qualcosa di più in questo burattinaio che muove le sue marionette - personaggi emblematici presi in prestito alla poesia o all’epica per essere smitizzati e svelati - e gioca con immagini e parole, distaccandosi dallo stile ""tarantolato"" di molti suoi lavori precedenti. Per questo viaggio verso l'ignoto, lontano dalla terraferma, nel tentativo di comprendere meglio il significato di ogni esistenza, Capossela attinge a inedite sonorità mediterranee e arcaiche dai contrasti forti, avvalendosi di grandi musicisti: Vincenzo Vasi e Alessandro Asso Stefana, i 'vecchi' compagni di viaggio Jimmy Villotti, Ares Tavolazzi e Antonio Marangolo, le guest star Marc Ribot e Greg Cohen, parecchi solisti della Scala, i patafisici catalani Cabo San Roque, e soprattutto Psarantonis, leggenda della musica cretese. E poi ci sono i cori, mai usati prima ma adesso presenza costante e importante, a sottolineare la dimensione universale del viaggio in cui tutti ci siamo imbarcati. Una complessa architettura musicale nella quale è centrale anche l'utilizzo di strumenti insoliti come il santur, le onde Martenot, il theremin, le percussioni indonesiane gamelan: emblemi di una ricerca musicale iniziata da Capossela anni fa e sempre portata avanti con determinazione.


Un album denso, insomma, che rivela il talento onnivoro di Capossela, capace di reinventare la letteratura e farne una poetica tutta personale.
19 tracce da esplorare come continenti sconosciuti. Nella prima parte i riferimenti letterari sono soprattutto a Melville e Conrad, oltre che alla Bibbia. ""Nella mia barca ho voluto mettere in salvo la Bibbia, molto presente in questo disco nel quale si avverte la nostalgia dell'Uno al quale è impossibile tornare ma che ci attira"", ha dichiarato Capossela.
Il Grande Leviatano indica già la precisa rotta musicale del primo disco, alternando la voce solista ai cori e mescolando sonorità classiche e popolari, ritmi giocosi (L'Oceano Oilalà) e atmosfere opprimenti (La Bianchezza della Balena). Trova posto qui il blues lento di Billy Budd, la suggestiva prison song dell'innocente che non è in grado di difendersi dalla giustizia ingiusta degli uomini. Pryntyl si stacca dall'ordito musicale con il suo inaspettato swing, ritorno ideale agli esordi di All'una e trentacinque circa.
Nella seconda parte, invece, l'atmosfera è decisamente più omerica. ""Il viaggiatore solo è quello che arriva più lontano, come l'Ulisse di Dante che non fa mai ritorno"", prosegue Capossela. Dominano l'atmosfera della ballata, come in Le Sirene, Aedo e Le Pleiadi, giocate su ammalianti intrecci di voce e strumenti, quali il pianoforte, l'arpa e il contrabbasso. L'ombra di Ulisse si muove in molte delle composizioni, soprattutto in Nostos, descrivendo la solitudine e i rischi di un viaggio verso la conoscenza che Capossela avverte come necessario.

Riportiamo, dunque, una rassegna di luoghi ed echi letterari che possiamo riscontrare traccia per traccia. Troveremo una galleria di personaggi legati tra sé, a partire dal titolo: MARINAI (Ulisse, Achab, Lord Jim, Billy Budd, ma anche tutti i naviganti de La Madonna delle Conchiglie), PROFETI (Tiresia, Giobbe, Omero) e BALENE (Il Grande Leviatano, Moby Dick, le sirene).


Disco 1

Jackson Pollock, Blue (Moby Dick), 1943

1. Il Grande Leviatano: i riferimenti letterari sono soprattutto a Melville, all'inno The Ribs and Terror in the Whale, Moby Dick, nella traduzione italiana di Cesare Pavese pubblicata per Adelphi nel 1987. Il Leviatano è una creatura biblica, un mostro marino dalla forza leggendaria. Melville cita più volte questa figura mitologica incarnandola, per proporzioni e potenza, nel capodoglio.

2. L'Oceano Oilalà: anche qui il testo è tratto liberamente da Moby Dick.

3. Pryntyl: il testo è ispirato dalla favola nera Scandalo negli abissi di Louis-Ferdinand Céline, aspra denuncia del disastro della fauna marina e dei massacri delle foche. Pryntyl è una sirenetta amata da Nettuno, trasformata in essere umano da Venere, gelosa del suo sposo, e così allontanata sulla terraferma, dove diventerà ballerina.

4. Polpo d'Amor: è una rivisitazione del polpo in cerca di compagna nell'ultimo disco dei Calexico, che al movimento dei suoi tentacoli avevano dato la musica.

5. Lord Jim: ispirato al romanzo di Joseph Conrad, Lord Jim. La sua figura, segnata dal mistero, è tormentata dal rimorso di un'azione indegna e ansiosa di riscatto, ed è prossima al nostro sentire di moderni per la umana debolezza che dimostra nel momento della verità.

6. La Bianchezza della Balena: testo liberamente tratto da Moby Dick.

7. Billy Budd: testo tratto dalla ballata Billy in the darbies di Melville, primo nucleo del racconto Billy Budd, che racconta la storia di un marinaio accusato ingiustamente e condannato a morire da martire come se dovesse espiare il peccato di essere giovane e innocente.

8. I Fuochi Fatui: testo liberamente tratto da Moby Dick di Melville.

9. Job: il testo è liberamente tratto dal Libro di Giobbe nella traduzione di Guido Ceronetti, pubblicato da Adelphi nel 1972.

10. La lancia del Pelide: si inaugura qui, a chiusura del primo disco, l'atmosfera omerica che pervade tutta la seconda parte dell'album.


Disco 2

Herbert James Draper, Ulisse e le Sirene, 1909

1. Goliath: Ulisse, Moby Dick, la Bibbia sono i principali riferimenti riscontrabili nella canzone.

2. Vinocolo: narra la storia di Ulisse e Polifemo, culminata con l'accecamento del ciclope stordito dal vino.

3. Le Pleiadi: il riferimento è alla mitologia greca. Secondo una versioni le Pleiadi erano le compagne vergini di Artemide, la dea della caccia. Orione, il famoso cacciatore, le inseguiva per tutta la terra fino a quando gli dei si mossero a compassione trasformando le ragazze in colombe e immortalando in seguito la loro figura nelle stelle. Sono le stelle che appaiono in cielo nei momenti più opportuni per i naviganti.

4. Aedo: l'aedo è una figura fondamentale nella trasmissione della memoria in epoca omerica. Egli canta le gesta di dei ed eroi, ed è spesso raffigurato cieco, ispirato direttamente dalla divinità, come Omero o Demodoco nell'Odissea.

5. La Madonna delle Conchiglie: è una preghiera alla Madonna dei Marinai, ispirata alla santa Restituta venerata in Ischia e alle tante madonne protettrici di naviganti.

6. Calypso: è la ninfa che Ulisse conosce sull'isola di Ogigia, di cui si innamorerà e con la quale passerà 7 anni, prima di imbarcarsi di nuovo in mare alla volta di Itaca.

7. Dimmi Tiresia: è una ballata ancestrale, omerica, per scavare una fossa nella terra, versarci del sangue, fare apparire i morti e interrogarli. L'apparizione del grande indovino Tiresia, che paga il prezzo del suo conoscere con la solitudine, è l'occasione per chiedere se è meglio sapere o non sapere, se la nostra donna ci è fedele, se è bene partire o tornare.

8. Nostos: è il viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca. Il testo è pieno di riferimenti danteschi, in particolare al canto XXVI dell'Inferno.

9. Le Sirene: Le sirene sono figure mitologiche, cantatrici marine che abitano in un'isola presso Scilla e Cariddi, le quali incantavano, facendo poi morire, i marinai che incautamente vi sbarcavano. La loro seduzione sta nel metterci davanti tutti il mistero della nostra vita, con le sue alternative, le scommesse e gli errori.



03 maggio 2011 Di Sandra Bardotti

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