Gli appunti scuola di Wuz.it

La fortuna del Mercante


""Non ha occhi un ebreo?"" (Atto III, scena 1)


Inizia così uno dei più celebri monologhi scritti da William Shakespeare.
A pronunciarlo è Shylock, l'usuraio ebreo de Il mercante di Venezia, (tragi)commedia tra le più moderne scritte dal Bardo.

In occasione della messinscena al Teatro Piccolo di Milano, con la regia di Luca Ronconi, ci siamo fatti aiutare da qualche libro per scoprire il perché di tanta fortuna letteraria, teatrale e, perché no, cinematografica...
  • Luca Ronconi sceglie Il Mercante di Venezia, un testo ambiguo, crudele e ""nero""
  • Leggi la trama dell'opera



Il successo letterario


Opera tra le più famose e fortunate di William Shakespeare, Il mercante di Venezia venne scritta dal 1596 e il 1598. Nel First Folio (la raccolta di tutte la drammaturgia shakespeariana pubblicata nel 1623) è inserita tra le commedie, anche se oggi è stata meglio definita come tragicommedia, considerati alcuni aspetti fortemente drammatici, come la figura dell’ebreo Shylock, che ha sempre attirato grandi attori ad impersonarlo. E’ proprio lui ad avere le scene più drammatiche e brillanti che Shakespeare abbia mai scritto: la scena del contratto (Atto I, scena 3), la scena dinanzi alla corte di giustizia (IV,1) ma soprattutto il celebre monologo sull’essere ebreo.


“Non ha occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti, passioni? Non s'alimenta di cibo? Non sente anche lui le ferite? Non è soggetto anche lui ai malanni? Estate e inverno non son caldi e freddi per un ebreo come per un cristiano? Se ci pungete, non facciamo sangue? Non moriamo se voi ci avvelenate? Dunque, se ci offendete e maltrattate, non dovremmo pensare a vendicarci? Se siamo uguali a voi per tutto il resto, vogliamo assomigliarvi pure in questo! Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo, come gli mostra la sua famosa carità? Con la vendetta! E se un cristiano offende un ebreo, come può questi dimostrarsi tollerante se non, sul suo esempio, vendicandosi? Io non faccio che mettere a profitto la villania che m’insegnate voi; e sarà ben difficile per me rimanere al disotto dei maestri” . Shylock (Atto III, scena 1)

Jessica
Alcune incongruenze e prolissità del dramma passano quasi inosservate nella felice costruzione complessiva. Il dramma ha carattere italiano non solo per nomi dei personaggi e qualche precisa allusione (menzione del Rialto, del “tranect” o traghetto che congiunge Venezia con la terra ferma, dell’esatta distanza tra Belmonte, cioè Montebello, a Padova), ma anche per qualità più generali che hanno fatto vedere a un critico (A. Quiller Couch) i due aspetti del Rinascimento, il mondo dei ricchi mercanti e la raffinatezza artistica dei costumi, simboleggiati in Venezia e Belmonte. Atmosfera italiana che non ha affatto la  qualità sinistra consueta nei dramma elisabettiani, benché il soggetto centrale (l’esazione della libbra di carne) sia in sé truce e tragico: ma Shakespeare abilmente ne distrae lo spettatore mediante le scene che si svolgono alla villa di Porzia.""


Porzia e Shylock
L’abilità con  la quale l’autore ha combinato motivi diversissimi e pittoreschi e la morale del dramma, che celebra la vittoria della carità sulla rigida giustizia, hanno esercitato per anni fascino sul pubblico teatrale di ogni tempo. Obiettivo raggiunto da Shakespeare è quello di intrecciare diversi motivi: quello fiabesco degli scrigni, quello del legame tutto rinascimentale tra due giovani amici (Bassanio e Antonio) e infine, più significativo, il motivo di Shylock e della libbra di carne, che ha una dimensione più ampia degli altri motivi della commedia e maggiori potenzialità drammatiche. Per la storia della libbra di carne Shakespeare si ispirò a una novella italiana (come gli è successo spesso) e all’esecuzione di Roderigo Lopez, ebreo di origine portoghese convertitosi al cristianesimo, che, divenuto medico della regina Elisabetta I, Lopez cadde in disgrazia e venne accusato di complottare contro la vita della stessa sovrana.
Nel creare Shylock, invece, si rifece a Christopher Marlowe che scrisse pochi anni prima “The Jew of Malta” (L’ebreo di Malta), “dramma dell’odio e della ribellione di un ebreo, Barabba, contro i cristiani: le tinte dell’opera sono caricate fino all’insopportabile e all’assurdo, il protagonista attinge il culmine della scelleratezza; tuttavia si ravvisa nei suoi tratti una grandezza sinistra, che in certi momenti tocca la tragedia” (Teatro, di Silvio d'Amico, Volume 2, Garzanti, Milano 1950). 
In Shylock non abbiamo semplicemnte un villain stlizzato, il malvagio straniero che è cattivo per il fatto stesso che non accetta la religione e le norme sociali dell'ambiente che lo circonda, ma anche una figura piena di forza e dignità, le cui parole e il cui comportamento, nonostante la malvagità convenzionale del personaggio, quasi lo redimono dandogli una dimensione tragica.


fonti:
-
Storia della letteratura inglese (A critical history of English Literature) di David Daiches, Volume I, Garzanti,1970 
- Dizionario Letterario delle opere e dei personaggi di tutti tempi e di tutte le letterature, Volume quarto, Bompiani, Milano, 1960


Il Mercante di Venezia a teatro

Il mercante di Venezia fu messo in scena, la prima volta, alla corte di re Giacomo I (il successore di Elisabetta) nel 1605 ma ci sono testimonianze scritte di appena due, tre repliche. Nel 1701 venne riproposto a teatro con il titolo “L’ebreo di Venezia”. La nuova versione prevedeva un ballo e una scena in carcere con Antonio e Shylock. Quest’ultimo subì il cambiamento più radicale: da figura tragica divenne prima comica, quasi clownesca, e poi un mostro di disumana crudeltà. Solo quarant’anni più tardi si tornò alla versione originale.    


Il processo


....e al cinema

Come quasi tutte le opere shakespeariane, Il mercante di Venezia ha avuto parecchie trasposizioni cinematografiche e televisive: nel 1914 fu il primo lungometraggio diretto da una donna, Lois Weber, mentre, tra coloro che si sono cimentati nei vari ruoli, Sir Laurence Olivier, Bing Cosby e persino un cast di attori maori (The Maori Merchant of Venice, 2002). 
Sicuramente la trasposizione  più famosa è la  più recente (2004) diretta da Michael Redford.
Girato nei pressi della vera Venezia, elegantissimo nei costumi e nella scenografia, il film vanta un cast eccezionale: Al Pacino (doppiato dal nostro Giancarlo Giannini) è l’ebreo Shylock mentre Jeremy Irons è Antonio. Accanto a loro il Bassanio di Joseph Fiennes (che fu proprio Shakespeare in Shakespeare in love) e l’esordiente -ma brava- Lynn Collins nei panni di Porzia.  



A cura di Jessica Fornasari



16 dicembre 2009  

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