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Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo

Entro in un negozio di scarpe, perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46. Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero.
Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41.
E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta.
E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41.


Un formato piccolo, quello della collana Arcipelago Einaudi, per il nuovo libro di Francesco Piccolo, che parla di piccoli momenti di felicità quotidiana. Perdonerete il gioco di parole, cari lettori, ma siate certi che Francesco Piccolo apprezzerebbe. Un autore poliedrico, scrittore e sceneggiatore di film di gran successo (Il caimano, Caos calmo, La prima cosa bella), la cui penna ha il dono incredibile di far ridere e sorridere e di essere allo stesso tempo tagliente come una lama. 

Momenti di trascurabile felicità è una raccolta di ricordi e di piccoli momenti quotidiani. Un catalogo di abitudini e manie in cui ognuno di noi può riconoscersi, in tutto o in parte. Un variopinto mosaico di situazioni quotidiane, divagazioni piene di ironia, ragionamenti inutili sulle cose. Il tutto mescolato a una travolgente e innocente perfidia, a un delicato stupore di ragazzino.
Diciamoci la verità: chi non ha fatto almeno una volta pensieri maligni sul martello frangivetro che troviamo sulle carrozze dei treni? E soprattutto sul senso della bacheca di vetro che lo protegge?
Tutti i giorni accadono piccole cose che ci fanno sorridere, alleviando seppur momentaneamente la pesantezza che spesso la vita ci riserva. Sono questi i momenti di felicità, spesso considerati “trascurabili”, che invece sono assolutamente necessari per dare valore anche a giorni qualunque e per darci la forza di affrontare con serietà i problemi. 


Momenti di trascurabile felicità ci sorprende con una dichiarazione di debolezze, segreti inconfessabili, digressioni, intelligenze per le piccole cose, bugie impudenti, piaceri che illuminano di gioia improvvisa e passeggera un momento della giornata. E vi è dietro un umorismo sottile, diverso dalla comicità grossolana a cui siamo abituati oggi, che spesso si vela di un filo di vera, seppur bonaria, cattiveria, quando racconta cose che si fanno e non si ha il coraggio di dire. Come chiudersi a chiave nel bagno di una casa in cui non sei mai stato e curiosare sui prodotti che usano. O provare sollievo per la morte di un canarino di cui finalmente non dobbiamo più preoccuparci. C’è infatti anche il senso della perfidia nel libretto di Piccolo, che coraggiosamente confessa azioni che il buon senso considera riprovevoli. Perché la felicità è anche in questo, nel piacere incoffessabile della cattiveria che in alcuni momenti, naturalmente, si insinua in noi.
Insomma, quello di Piccolo è un libro che racconta la vita e l’allegria. Un libro divertente, di un'allegria contagiosa, scritto da un raffinato e tagliente umorista, che ci vuol ricordare l’importanza di saper ridere, prima di tutto, di se stessi. Perché la leggerezza (che non dobbiamo confondere con frivolezza o superficialità, come ci insegnò Calvino) è “vivere nella verità”, scrive Kundera citando Kafka, accettare i propri difetti, riconoscersi anche in essi e sentirsi sinceramente nei propri panni.
In un momento in cui è in auge una narrativa tutta concentrata sull’azione, sull’intreccio complicato, sulla sovrabbondanza dei soggetti e degli svolgimenti, Momenti di trascurabile felicità punta sulla digressione, sull’interesse per il concetto e il ragionamento, e può soffermarsi per pagine e pagine a discutere della provenienza di una bottiglia di vino. Si mescolano quindi interesse sociologico, autobiografico, ludico e romanzesco, e il tutto è raccontato con uno stile colloquiale che cattura il lettore e richiama alla mente l’affascinante Mi ricordo di Georges Perec. Ne viene fuori che la felicità trascurabile della vita quotidiana, quella che deriva dalla somma delle piccole cose che siamo e viviamo tutti i giorni, è raramente messa in luce. Forse siamo sempre troppo impegnati a inseguire solo le grandi felicità. Per questo motivo il libro di Piccolo viene in nostro soccorso. E sfido chiunque a restare incollato alla pagina senza pensare “questo ce l’ho”, “questo mi manca”, come quando ci scambiavamo le figurine tra i banchi di scuola.

Curiosità
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L'autore


12 novembre 2010 Di Sandra Bardotti

Momenti di trascurabile felicità
Momenti di trascurabile felicità Di Francesco Piccolo;

Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio? Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d'abbigliamento. Quando all'improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato. Per farti scoprire, ad esempio, quant'è preziosa quella manciata di giorni d'agosto in cui tutti vanno in vacanza e tu rimani da solo in città. Quale interesse morboso ti spinge a chiuderti a chiave nei bagni delle case in cui non sei mai stato e curiosare su tutti i prodotti che usano. A metà strada tra "Mi ricordo" di Perec e le implacabili leggi di Murphy, Francesco Piccolo mette a nudo i piaceri più inconfessabili, i tic, le debolezze con le quali tutti noi dobbiamo fare i conti. Pagina dopo pagina, momento dopo momento, si finisce col venire travolti da un'ondata di divertimento, intelligenza e stupore. L'autore raccoglie, cataloga e fa sue le mille epifanie che sbocciano a ogni angolo di strada. Perché solo riducendo a spicchi la realtà si riesce ad afferrare per la coda il senso profondo della vita.

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