""- Io mi sono messa accanto a te. Poi il motoscafo è partito. E io e te siamo rimasti in cabina con l'odore della sentina e tutto che vibrava e sbatteva.
- Io e te?
- Sì -. Ha fatto un tiro dalla sigaretta. - Io e te.""
Un fratello e una sorella che quasi non si conoscono.
Sono figli dello stesso padre ma le madri sono diverse e anche le città in cui vivono.
Lei è più grande e da sempre scostante e ribelle. Lui è un quattordicenne, con i problemi tipici di questa età, che sembrano importanti, gravi, vitali sinché non si scontrano con qualcosa di più grande, drammatico e doloroso.
E se questo scontro avviene improvvisamente, inaspettatamente, tutto sembra essere stabilito da un fato dalle antiche origini.
Questo racconto lungo inizia con le frustrazioni adolescenziali che tutti abbiamo vissuto. Ognuno di noi almeno una volta si è sentito inadeguato, inadatto a un certo ambiente. Ognuno ha cercato di essere diverso, recitato una parte, indossato una maschera. Chi più chi meno ha fatto fatica a entrare nel gruppo dei più amati e invidiati al liceo, a diventare il leader.
L'attacco del racconto ci fa pensare che sia tutto lì, un tema molto sfruttato e sviscerato, un po' banale. Un ragazzino - Lorenzo - che racconta una bugia alla madre e si nasconde in cantina fingendo di essere ospite a Cortina da una compagna di scuola con altri amici (che non l'hanno invitato) per trascorrere lì una settimana, in libertà, senza regole e con una scorta di scatolette e bibite.
Ma man mano che leggiamo ecco apparire ben di più. Il male di vivere che arriva come un ciclone in quella cantina: la sorella tossicodipendente - Olivia - alla ricerca di danaro, che si rifugia lì in astinenza. E la presenza di quel ragazzino diventa un appiglio per provare a superare la crisi e le giornate più difficili senza l'eroina.
Lei lo trascina nelle varie fasi della sua sofferenza, difficili da sostenere anche per un adulto: l'aggressività, la violenza, il dolore fisico e mentale, la stanchezza, la voglia e la necessità di dormire per superare i giorni più difficili. Lui la segue in questi passaggi scoprendo via via una inaspettata forza in sé e un reale affetto nei confronti di questa sorella quasi sconosciuta.
La cantina sarà solo una finestra aperta su un possibile rapporto che Ammaniti ha scelto di richiudere. Ma quella cantina è come la buca in cui viene sequestrato il bambino di Io non ho paura e Lorenzo è il figlio dei sequestratori alla ricerca di una via d'uscita e come lui al termine della storia ""non ha più paura"" di affrontare la vita. La metafora del passaggio dall'infanzia alla vita adulta, ma anche il dolore che questo passaggio comporta.
Niccolò Ammaniti - Io e te
116 pag., 10,00 € - Edizioni Einaudi 2010 (Stile Libero. Big)
ISBN 978-88-06-20680-2un brano
""Perché dovevo andare a scuola? Perché il mondo funzionava così? Nasci, vai a scuola, lavori e muori. Chi aveva deciso che quello era il modo giusto? Non si poteva vivere diversamente? Come gli uomini primitivi? Come mia nonna Laura, che quando era piccola aveva fatto la scuola a casa e le insegnanti andavano da lei. Perché non potevo fare così pure io? Perché non mi lasciavano in pace? Perché dovevo essere uguale agli altri? Perché non potevo vivere per conto mio in una foresta canadese?""l'autore
28 ottobre 2010 | Di Giulia Mozzato |
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