Le interviste di Wuz.it

Paul Whitehead: l'immagine dei Genesis

Con i suoi disegni ha contribuito alla storia del rock. Ecco l'intervista esclusiva di Wuz a



Le copertine di alcuni album hanno creato l'immagine dei Genesis, quella che tutto il mondo riconosceva a prima vita: da Foxtrot a Nursery Crime.


Ha segnato l'era Peter Gabriel del gruppo, nel momento in cui rappresentavano un simbolo del rock progressivo e in cui invece dei videoclip potevano le copertine...
È un disegnatore particolare, un artista molto originale che, oltre ad aver contraddistinto un'epoca con questi album e quelli altrettanto indimenticabili dei Van der Graaf Generator, ancora collabora con gruppi musicali in tutto il mondo, oltre a tutte le immagini e i poster per il grande tour/evento europeo dei Genesis.
Ecco cosa ha raccontato in esclusiva a Wuz.


Per i giovani degli anni Settanta l'immagine dei Genesis era più quella delle copertine da lei disegnate che le foto stesse del gruppo. Com'è nata questa collaborazione? Vi conoscevate già precedentemente o è stato solo un rapporto di lavoro? Siete tutt'ora amici?


Ero il direttore artistico della Liberty Recors e del periodico Time Out a Londra, perciò ero sempre “sulla scena” in giro per la city e tutte le band esordienti e più promettenti del momento arrivavano nel nostro ufficio per mettere delle inserzioni o per darci gli LP da recensire. 
A quel tempo avevo anche qualche mio disegno a penna e inchiostro esposto in una galleria di Londra e Peter Gabriel o John Anthony (non mi ricordo esattamente quale dei due) vide i miei lavori e pensò che sarei stato l’artista perfetto per disegnare la copertina di Trespass. Così, andai a trovare la band in casa discografica, la Charisma, e ci trovammo subito bene. 
Tony Stratton Smith (il manager) ci disse di andare avanti con il progetto e di tirarne fuori una copertina, qualsiasi cosa avremmo fatto non ci sarebbe stata alcuna censura!


I suoi disegni sono stati ispirati dalla musica dei Genesis? E comunque, come sono nate le idee per le immagini di quelle copertine?

Sì, mi davamo le canzoni e talvolta ero presente quando le suonavano per la prima volta o persino quando scrivevano le parti durante le prove
Poi – quando la band faceva una pausa - facevamo delle sessioni di brainstorming – avevo le braccia cariche di libri d’arte che ci stimolassero e così iniziavamo a campare idee in aria, niente veniva escluso finché non arrivavamo a un concetto che per tutti aveva senso. 
Una volta stabilito il concetto, io me ne andavo e realizzavo il disegno, spesso aggiungevo piccoli dettagli sullo sfondo. I ragazzi si divertivano a scovare questi piccoli scarabocchi nei disegni.


Con quale tecnica sono realizzate le sue opere di quegli anni? E da allora la sua tecnica è cambiata?

Alcune erano acquarello o pastelli su tela (quelle più “trasgressive”), le altre sono tutte olio su tela. La mia tecnica non è cambiata nel corso degli anni, però sono decisamente più bravo oggi, dopo tutti questi anni! Avevo 25 anni quando realizzai Trespass e 26 quando disegnai Nursery Crime – a volte guardo a quelle tele e penso che potrei rifarle, ma ormai sono come sono e va bene così.

Chi tra i componenti del gruppo era più attento alla grafica degli album? Ha collaborato in particolare con qualcuno?

Peter era quello più coinvolto, lavoravamo bene insieme; Mike e Phil erano molto interessati al processo di creazione ed erano sempre molto eccitati quando li chiamavo per comunicare che le copertine erano finite: le portavo in ufficio e le mostravo a tutti. 
Tutte le volte che finivo una copertina, facevamo una piccola “festa di presentazione” alla Charisma con tanto di champagne e io creavo una certa suspense prima di svelare il lavoro. Ogni volta era un successo. 


Com'è nata la storica copertina di Foxtrot?


Foxtrot era il seguto di Nursery Crime e l’obiettivo era di continuare a usare le immagini di copertina che prendevano in giro l’alta società britannica (quella stessa da cui provenivano Peter, Mike e Tony). 
La copertina di Nursery Crime mostrava un ritratto spaventoso del gioco del croquet, pezzo forte del divertimento dell’aristocrazia; così scegliemmo un'altra delle attività preferite dalle classi agiate, la caccia alla volpe, come tema principale del nuovo album. Per creare quella continuità che stavamo cercando, però, ho incluso anche una scena dell’album precedente – il torneo di croquet – sullo sfondo di queste nuove immagini. 

Aggiungendo una nuova dimensione al tema della caccia alla volpe, ho sistemato le quattro figure principali sul lato sinistro come libera interpretazione dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse. 
“La morte cavalca un cavallo bianco” – noterete che il personaggio sul cavallo bianco sta piangendo – e ha anche un’enorme gobba sulla spalla (probabilmente è l’unico personaggio ad essere nominato nella Bibbia)! Questi personaggi hanno inseguito la volpe fino alla sponda dell’oceano; poiché le volpi sono conosciute per la loro astuzia, questa si è travestita con un vestito rosso ed è fuggita ai cacciatori e ai loro cani rifugiandosi su una banchisa di ghiaccio. 
A quel tempo in America le belle ragazze erano chiamati “volpi” e questa è un’altra delle ragioni per cui ho scelto di dare un tocco femminile all’astuta fuga della volpe. Visto che cercavamo sempre di fare qualcosa per far sorridere e sfuggire il controllo della censura, sono particolarmente fiero di come in questo disegno siamo riusciti a compiere quest’impresa. Probabilmente avrete visto questa copertina centinaia di colte, ma scommetto che non avete mai fatto caso a quanto sia entusiasta il quarto cavallo (quello più a destra, cavalcato dal cacciatore con la faccia verde) di essere così vicino alla volpe...
Ancora oggi vinco le scommesse con persone che hanno visto e rivisto il dipinto, ma non si sona mai accorte di questa piccola astuzia prima!


Io e la band trovavamo importante includere anche immagini che riflettessero lo stato del mondo e del pianeta a quei tempi
Nell’angolo in alto a destra si può vedere un sottomarino americano che rappresenta la presenza della marina americana poco lontano dalle coste della Scozia.  Molti in Gran Bretagna – anche membri del Parlamento – erano scontenti del fatto che gli Stati Uniti mantenessero una flotta di sottomarini nucleari a pochi passi dall’Unione Sovietica.
I due delfini e il pesce che emergono dall’oceano rappresentano il notevole incremento dell’inquinamento (causato dalla presenza dei sottomarini?) e il suo effetto su tutti gli esseri viventi, mentre l’uomo con la testa sepolta dalla sabbia (a sinistra dei santi) rappresenta il “mercato musicale” che da quel momento in poi avrebbe dovuto considerare la band con maggiore rispetto.

Altre due immagini sono un po’ più personali e illustrano degli episodi che avevo condiviso con la band:  sullo sfondo a destra del dipinto si vede una persona in bicicletta – piuttosto barcollante (se provate a farlo, vedrete che è impossibile pedalare sulla sabbia) – Peter voleva andare agli appuntamenti in bicicletta, ma non era ben fermo sulla sua bici, così… 
L’hotel sullo stile dell’Holiday Inn sullo sfondo, invece, era il mio modo di illustrare ai ragazzi che sarebbe stato bene che si abituassero all’idea di stare in posti come quello – un’altra notte, un’altra città, un altro hotel – perché presto avrebbero iniziato a girare per il mondo - il che si rivelò abbastanza vero!


Ha realizzato alcune mostre in Italia. Com'è stata l'attenzione del pubblico italiano verso il suo lavoro?

Sono stato accolto molto bene in Italia e ho fatto alcune esposizioni molto belle – soprattutto al nord. 
Ho sempre conservato un posto speciale per l’Italia nel mio cuore, fin da quando, nel 1963, io e un compagno d’università – stavamo girando a piedi per l’Europa - riuscimmo a farci dare un passaggio fino a Istanbul.


Ci sono artisti italiani che l'hanno influenzata? Quali sono in generale i suoi artisti di riferimento?

Il mio artista preferito, quello che ha avuto maggiore influenza su di me, è sicuramente Magritte, il surrealista belga, ma mi piacciono molto anche De Chirico e Boldini.

Ha collaborato con altri gruppi musicali?

Sì, molti. Ho appena finito la copertina per il disco di una band italiana, i Waterline – l’autore e compositore è Alex Carpani, vive e lavora a Bologna. Ho anche concesso una delle mie immagini a una band americana, gli Holding Pattern, il cui Cd sarà presto in commercio. 
Sono sempre al lavoro su qualche progetto musicale e continuo a lavorare volentieri con i musicisti.


Traduzione di Sara Marchesi

Chi è Paul Whitehead


Ecco come lui stesso racconta il suo percorso artistico.

La maggior parte di voi mi conoscerà come l’artista che ha realizzato le copertine per  i Genesis e i Van der Graaf Generator negli anni ’70. Scegliere il termine “artista” per descrivere il proprio lavoro è come concedere a se stessi il permesso di trascorrere la propria esistenza creando e prendendo la vita così come viene – da artista.

Sono nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale a Dartford; il Kent in quel periodo era una zona periferica gravemente danneggiata dai bombardamenti nella zona sud orientale di Londra. Quando iniziai la scuola a cinque anni sapevo già come disegnare e dipingere. I miei lavori venivano sempre scelti dall’insegnante per essere esposti in classe: i miei compagni pensavano che fossi un esibizionista e mia madre mi diceva sempre “dai una sistemata a questo disordine che la cena è pronta”. Io ignoravo quello che mi diceva e mi mettevo nel mio angolino divertendomi un mondo a disegnare tutto quello che riuscivo a immaginare. Questo mi aiutava anche a evadere dal rigore dell’apprendimento scolastico, e studiavo quel tanto che bastava per passare l’anno.  

La mia reale educazione abbe inizio a Londra negli anni ’60: un periodo di grande cambiamento, vitalità e immense creatività. 
Disegnai la mia prima copertina nel 1967 per Fats Domino e divenni una sorta di disegnatore interno per la Liberty Records a Londra. Poco dopo mi trovai ad essere nel posto giusto al momento giusto e divenni direttore artistico per il magazine “Time Out”, una sorta di guida per tutto ciò che andava di moda a Londra. Naturalmente ogni band – sia gli esordienti pieni di speranza che quelle realmente di successo – arrivava a bussare alla nostra porta per avere una recensione dell’ultimo LP. Spesso venivano richieste le mie capacità artistiche ed è così che incontrai i Genesis.


Andammo subito d’accordo e grazie all’approccio visionario della Charisma ci fu data la massima libertà di creare le copertine dei tre album di cui abbiamo parlato.
Altre band che lavoravano per la Charisma con cui ho collaborato sono: Van der Graaf Generator, Peter Hammill (nel suo progetto da solista),  Lindisfarne & Trevor Bilmus
Presto fui conosciuto come l’artista che lavorava con le band rock, una buona "nicchia" in cui essere incluso, credo. A queste seguirono collaborazioni con Renaissance, IF, High Tide, Mott the Hoople, Matthews Southern Comfort, Colin Scott & Steamhammer.

Poi immigrai negli Stati Uniti e infine mi sistemai a Los Angeles. Continuai a creare disegni per le copertine e presto lavorai con Tom Fogarty e Le Orme che vennero a L.A. per realizzare Smogmagica
La maggior parte dei lavori che ho creato è stata per gruppi rock progressive anche se ho fatto anche copertine per tutti i generi, dal R&B alla New Age al funk.


Le copertine, comunque, sono solo una parte del lavoro che svolgo; ci sono molti altri "livelli" di Paul Whitehead artista. 
Per esempio: lo sapete che sono nel Libro del Guinness dei primati per aver realizzato il murales più grande del mondo? Oppure che ho ideato e organizzato l’”Eyes & Ears Billboard Art Show”, la prima galleria d’arte su strada a Los Angeles?

Ho disegnato diversi loghi aziendali e per tre anni sono stato il direttore grafico all’Universal Studios Theme Park a L.A. 
Questa esperienza ha fatto nascere in me l’interesse per la stesura di sceneggiature e ho scritto una mezza dozzina di copioni su vari soggetti. Inoltre, ho fatto musica per conto mio.
Mi piace quando mi vengono assegnate imprese creative impegnative, quelle che posso considerare come delle vere e proprie sfide, e, ovviamente, amo dipingere.

Il sito ufficiale 

Per ammirare tutte le opera di Paul alla RockPop Gallery, visitate il sito
 http://rockpopgallery.easystorecreator.com/items/paul-whitehead/list.htm?1=1      

Traduzione di Sara Marchesi




02 luglio 2007 Di Giulia Mozzato

La posta della redazione

La posta della redazione

Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone?
Scrivi alla redazione!

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente

Chiudi

Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente